La difficile fase sui mercati finanziari sta spingendo gli investitori ad aumentare la domanda di oro, considerato un bene rifugio. I prezzi hanno sfiorato 1.280 dollari
Il recente crollo delle borse e il forte aumento dell’avversione verso il rischio - a causa del tapering della FED, del rallentamento della Cina e per la crisi valutaria dei mercati emergenti – sta riportando in auge l’oro, da sempre considerato un bene rifugio nel quale investire nelle fasi di maggiore turbolenza dei mercati finanziari. I prezzi del metallo prezioso sono saliti nella seduta di venerdì sui massimi a due mesi, sfiorando quota 1.280$ l’oncia. Da inizio anno è in corso un rimbalzo tecnico importante, dopo che le quotazioni erano scese del 39% circa nel corso del 2013.
Lo scorso anno è stato anche il primo in rosso dopo ben 12 anni consecutivi di rialzi. L’oro ha toccato il record storico nel settembre 2011 a 1.921$ l’oncia, poi è rimasto tonico durante la crisi dei debiti sovrani europei, ma dal 2013 è iniziata una fase di declino in virtù del miglioramento dell’economia globale, ma anche per i bassi rischi di inflazione e per le aspettative di rialzo dei tassi di mercato. Inoltre, l’avvio del tapering non è di certo un evento positivo per il metallo giallo, che comunque ora sta cercando di rialzare la testa approfittando del clima di risk off generalizzato sui mercati globali. Secondo gli esperti, però, l’oro non ha ancora finito la sua discesa.
Molti analisti finanziari stimano un approdo intorno ai 1.000$ l’oncia già entro fine 2014, come ad esempio la banca d’affari newyorkese Goldman Sachs. Da un punto di vista tecnico, l’oro spot sembra poter ambire a un ritorno in area 1.300$ l’oncia anche se molto dipenderà anche dalle decisioni della FED nel meeting di mercoledì 29 gennaio. Gli economisti si aspettano un’ulteriore riduzione degli stimoli monetari da 75 a 65 miliardi di dollari, dopo il primo taglio di fine dicembre sempre da 10 miliardi. Difficile prevedere la reazione degli investitori, anche perché ora è in corso una fase difficile per i mercati e quindi potrebbero emergere esigenze diverse, come quella di protezione del capitale in una fase di turbolenza.
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