Oro scende sui minimi a un mese. Ora è a un passo dal supporto chiave di 1.170$

Nonostante la debolezza del dollaro americano, che negli ultimi giorni è finito nel mirino dei venditori sulle aspettative di un rialzo dei tassi di interesse posticipato al 2016, l’oro sembra non essere in grado di risollevarsi fino a superare definitivamente la soglia psicologica di 1.200$ l’oncia. Ogniqualvolta i prezzi raggiungono quest’area chiave si riscontra un notevole afflusso di ordini short, che finiscono per far scendere considerevolmente le quotazioni fino ai supporti di breve periodo.

Il metallo prezioso è così tornato a scalfire l’area di supporto chiave di 1.170$ l’oncia che, se perforata al ribasso con decisione, potrebbe dare il via a un approfondimento bearish notevole con primo target tecnico individuabile in area 1.140$ l’oncia, ovvero i minimi toccati il 17 marzo scorso. L’oro sembra stia anche perdendo il suo appeal di bene rifugio, mentre continuano i deflussi dagli Etf che investono nel metallo fisico.

Secondo gli esperti di Barclays l’oro continuerà a restare sotto pressione, tanto che la stima sulla quotazione spot per il terzo trimestre è pari a 1.150$ l’oncia (il 2% in meno rispetto ai valori correnti). Per l’ultimo trimestre dell’anno le prospettive sono leggermente più alte, a 1.170$ l’oncia. Per l’intero 2015, invece, la previsione è pari a 1.182$. Nel 2016, però, gli specialisti della banca britannica ritengono possa esserci una ripresa fino a 1.215$.

Negli ultimi quattro anni l’oro ha sperimentato un progressivo declino, passando da un record assoluto posto a 1.920$ a un bottom di 1.131$ verso fine anno scorso (perdita complessiva che sfiora il 70%, ndr). Il 2013 è stato l’anno più negativo dal 1981 in termini di performance (-29%). Il metallo prezioso è stato abbandonato dai grandi investitori mondiali, ma non è detto che in futuro possa risollevarsi avvicinandosi sempre più alla soglia psicologica dei 1.000$ l’oncia.