Oro non sarà asset rifugio con la tempesta cinese

Nicola D’Antuono

12 Gennaio 2016 - 06:43

Nonostante le forti turbolenze sui mercati finanziari, l’oro non riesce a riacquistare il suo "vecchio" status di bene rifugio. Mini-rally a inizio anno, poi ritorno sotto 1.100$/oz

Oro non sarà asset rifugio con la tempesta cinese

L’economia della Cina è in decisa frenata e gli investitori stanno reagendo con forti vendite sugli asset più rischiosi. L’equity globale ha subito pesanti perdite, facendo registrare performance negative che non si vedevano dai tempi della Grande Depressione del ’29 per l’indice Dow Jones e dai primi anni ’70 del secolo scorso per l’azionario europeo. I “buy” si sono così concentrati per lo più sui soliti volti noti in tempi di forti turbolenze finanziarie: sull’obbligazionario ha prevalso la voglia di sicurezza con i Bund tedeschi, mentre sul mercato valutario è avvenuto un poderoso rally dello yen giapponese. Tutto come da copione, o quasi.

All’appello, tra gli asset rifugio, manca ancora una volta l’oro, che si è apprezzato solo leggermente nella prima settimana del nuovo anno (quasi +4%) ma che ancora una volta ha mostrato tutti i suoi limiti derivanti da una serie di fattori di natura macroeconomica, che impediscono al metallo giallo di costruire nuove fortune dopo quelle realizzate nel primo decennio del secolo i corso, culminate poi con il record assoluto di 1.921$ l’oncia nel settembre del 2011. La stretta monetaria da parte della FED, il super-dollaro, l’assenza di inflazione e la significativa riduzione della domanda dei grandi consumatori asiatici (Cina e India in primis) pesano tantissimo sulle performance del metallo prezioso.

Lo scorso dicembre la quotazione spot dell’oro è scesa per ben due volte al di sotto della soglia psicologica di 1.050$ l’oncia, evidenziando un buon supporto di breve periodo. Tuttavia i prezzi, che pure erano saliti fino a 1.113$/oz nel giro di poche sessioni, non sono riusciti a mettere in piedi un rally di grande intensità nonostante il panic selling generalizzato sui mercati finanziari globali. La quotazione del metallo giallo è addirittura tornata sotto i 1.100$ l’oncia. Secondo gli esperti di Barclays l’oro non sarà un asset rifugio nel bel mezzo della crisi cinese, tanto che la stima sui prezzi per l’anno in corso è stata portata a 1.054$ l’oncia. Non se la passa meglio l’argento, che continua a oscillare intorno ai 14$ l’oncia vicino a importanti minimi pluriennali.

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