La decisione della FED di rinviare il tapering, ovvero il piano di ridimensionamento degli stimoli monetari, ha creato i presupposti per un nuovo balzo dell’oro, che mercoledì ha registrato la migliore seduta degli ultimi 15 mesi guadagnando quasi il 5%. Ieri i prezzi hanno proseguito al rialzo fino a 1.375 dollari. E pensare che mercoledì, qualche ora prima dell’annuncio della FED, l’oro era sceso fin sotto 1.300 dollari sui minimi da oltre un mese a 1.291 dollari. Poi dalle ore 20 in poi della giornata di mercoledì è iniziato un boom esaltante dei prezzi.
D’altronde l’oro è da sempre favorito da questo genere di situazioni. Negli ultimi anni, ogni volta che la FED ha annunciato l’aumento o il mantenimento del programma di acquisto degli asset (che oggi ha raggiunto un ritmo di 85 miliardi di dollari al mese), il metallo prezioso si è sempre mosso al rialzo realizzando spesso performance eccellenti. Due anni fa raggiunse il massimo storico a 1.921 dollari, mentre lo scorso 28 giugno ha toccato il livello più basso dall’estate del 2010 a 1.180 dollari.
Secondo gli esperti di Goldman Sachs, nel breve periodo il metallo giallo potrebbe mettere a segno performance molto interessanti sull’onda dell’euforia generalizzata favorita dalla decisione della FED di rimandare il tapering. Tuttavia, nel medio-lungo periodo gli specialisti della banca di investimenti newyorkese mantengono una view negativa sull’oro. Goldman Sachs prevede un ritorno a 1.050 dollari l’oncia nel 2014.
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