Ocse: metà dello stipendio degli italiani va via in tasse. Ecco come spariscono i nostri soldi, i calcoli dell’organizzazione

Vittoria Patanè

14 Aprile 2015 - 12:58

L’Ocse parla di un cuneo fiscale vicino al 50% per i lavoratori single. Ecco come sparisce metà dello stipendio degli italiani

Ocse: metà dello stipendio degli italiani va via in tasse. Ecco come spariscono i nostri soldi, i calcoli dell’organizzazione

Il Cuneo fiscale è alle stelle. Che vuol dire? Che le tasse sui salari dei lavoratori italiani sono sempre più alte. A dichiararlo è l’Ocse che, nell’ambito del report denominato "Taxing Wages", calcola per l’Italia un cuneo fiscale pericolosamente vicino alla soglia del 50%. La differenza tra il costo del lavoro e il salario netto per un single con un stipendio medio è infatti pari al 48,2%, +0,4% rispetto al 2013.

E a questo punto tornano in mente le slide presentate con orgoglio e fierezza dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi al momento del suo insediamento, tornano in mente tutte le promesse non mantenute e i tweet con i quali vengono annunciate quelle misure volte a cambiare un Paese che de facto non è cambiato per niente. Dove sono finiti tutti i proclami sul cuneo fiscale? Secondo l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel nulla più totale.

Il dato reso noto dall’ente internazionale infatti supera di oltre 12 punti la media Ocse che è del 36% (+0,1 punti sull’anno precedente). Dodici punti percentuali, si avete capito bene.

Ma l’organizzazione si spinge ancora più là e calcola che l’incremento deriva proprio dalle imposte sul reddito .

Tasse sui salari
In base ai calcoli effettuati dall’Ocse siamo al sesto posto su 34 Paesi quanto a tasse sui salari. Ci precedono:

1) Belgio con il 55,6% (-0,08 punti),
2) Austria (49,4%, +0,17),
3)Germania (49,3%, -0,09),
4)Ungheria (49%, invariato)
5) Francia (48,4%, -0,4).

Da questa classifica è facile evincere una cosa: mentre le altre economie dell’Eurozona, che hanno un prelievo sui salari superiore al nostro, stanno cercando di ridurlo, noi lo aumentiamo.

Tasse sui salari: ecco chi subisce di più
La tassazione complessiva è salita soprattutto per le famiglie monoreddito con due figli e che "subiscono" un un cuneo del 39%, in aumento di 0,5 punti sul 2013.

Un risultato che ci fa salire al quarto posto nell’area Ocse in quanto a prelievo sui nuclei familiari. Prima di noi la Grecia con il 43,4%, ma con un calo di 1,1 punti sul 2013, poi il Belgio con il 40,6% e la Francia con il 40,5%.

Per quanto riguarda le tasse sui lavoratori "single", ad incidere sono soprattutto i contributi pagati dal datore di lavoro, che arrivano al 24,3% (quarto posto nell’area Ocse.

Le imposte sui redditi pesano per il 16,7% mentre i contributi a carico del lavoratore sono pari al restante 7,2%.

Il costo totale del lavoro arriva dunque a 53.395 dollari a parità di potere d’acquisto e vede l’Italia al sedicesimo posto nell’Ocse.

Tasse sui salari: stipendio netto e lordo
Il prelievo complessivo sul salario lordo degli italiani è pari al 31,6% che viene così suddiviso:

- 22,1% dell’imposta personale sui redditi e
9,5% di contributi a carico del dipendente.

Per quanto riguarda l’ammontare, il salario lordo medio degli italiani è pari a 40.426 dollari, a fronte dei 66.500 dollari della Svizzera che occupa il primo posto (noi siamo al 19esimo).

Traducendo il dato in euro, secondo i calcoli dell’Ocse lo stipendo lordo per un lavoratore medio in Italia è di 30.463 euro, con un aumento dell’1,4%. A questo si applicano: lo 0,1% di inflazione, un aumento del tasso e un aumento del tasso medio di imposta personale dello 0,5%, il quarto più elevato dell’area Ocse.

Tasse sui salari: ecco perché sono salite
Ad incrementare il peso del cuneo fiscale sono state soprattutto le addizionali locali.

Secondo quanto spiegato da Murice Nettley, economista dell’Ocse, al Sole 24 Ore infatti, un lavorate single con uno stipendio medio ha registrato un aumento del prelievo fiscale pari al 48,2%, 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2013.

Ricordiamo infine che, l’incremento del cuneo fiscale registrato dall’Ocse nel 2014, segue quelli avvenuti negli anni precedenti ( 0,2%, 0,1% e 0,5% avvenuti nei tre anni dal 2010)

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