Obbligo vaccinale Covid: quali sarebbero le conseguenze e le sanzioni

Simone Micocci

08/09/2021

08/09/2021 - 11:00

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Cosa cambia se il vaccino anti-Covid diventa obbligatorio? Quali sanzioni per chi decide di non vaccinarsi? Facciamo chiarezza.

Obbligo vaccinale Covid: quali sarebbero le conseguenze e le sanzioni

L’obbligo vaccinale potrebbe diventare realtà qualora i dati sulle vaccinazioni non dovessero soddisfare le aspettative del Governo, il quale spera di arrivare in autunno con il 90% degli italiani (tenendo conto della sola platea degli Over 12) vaccinati. Oggi ad aver completato il ciclo vaccinale è il 72,34%, quindi siamo molto lontani dall’obiettivo prefissato.

E allora sì che rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid potrebbe essere una possibilità che il Governo prenderà in seria considerazione, come tra l’altro confermato da Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa del 2 settembre.

Quello che molti si chiedono è cosa cambierebbe una volta che il vaccino per il Covid diventasse obbligatorio. Una domanda che ovviamente si fanno perlopiù i no vax, coloro che non hanno alcuna intenzione di vaccinarsi e che vogliono sapere cosa rischiano nel caso in cui dovessero ribellarsi all’obbligo eventualmente imposto dal Governo.

Fermo restando che una tale decisione deve necessariamente essere prevista da una legge, nella quale quindi verrebbero chiariti tutti i dettagli (anche quelli riguardanti alle sanzioni), possiamo fare comunque un’analisi di quello che è destinato a cambiare nel caso in cui il Governo Draghi dovesse effettivamente fare questo passo.

Obbligo vaccinale: sarebbe legittimo?

Chiariamo subito un aspetto: l’obbligo vaccinale - se previsto dalla legge - sarebbe del tutto legittimo. D’altronde oggi il vaccino per il Covid è già obbligatorio per alcune categorie, ossia per gli operatori sanitari. A questi non viene richiesto il solo green pass, come nel caso del personale della scuola, in quanto è proprio il vaccino a essere necessario per continuare a prestare attività lavorativa. Per chi ne è sprovvisto scatta la sospensione dal servizio.

A tal proposito, è bene ricordare quanto stabilito dall’articolo 32 della Costituzione, il quale riconosce la possibilità per cui un trattamento sanitario può essere riconosciuto come “obbligatorio”, ma solo dalla legge. La stessa legge “non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Obbligo vaccinale assoluto o relativo?

La prima domanda a cui il Governo dovrebbe rispondere è quella riguardante la tipologia dell’obbligo vaccinale. Bisognerà capire, infatti, se si tratterà di un obbligo assoluto o solamente relativo.

Nel primo caso, come spiegato dagli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti in un recente intervento pubblicato da Repubblica, lo Stato “ti stana casa per casa e manda tre infermieri e tre carabinieri per un TSO”.

Non dovrebbe essere questo il caso, in quanto un’eventuale decisione del Governo dovrebbe essere presa in favore di un obbligo di tipo relativo, come tra l’altro quello che oggi è previsto per le vaccinazioni obbligatorie per i minori di 16 anni. Per questi, infatti, ci sono delle limitazioni: ad esempio, non è possibile la frequenza nelle scuole materne per un bambino non vaccinato, mentre nel caso delle elementari questi possono sì frequentare, ma ai genitori viene applicata una sanzione.

Cosa significa, quindi, che si tratterebbe di un obbligo vaccinale relativo? Semplicemente che non c’è un vero e proprio obbligo a vaccinarsi, ma solo che il numero e l’importanza delle attività per le quali è richiesto il vaccino sono tali per cui questo diventa necessario sia per lavorare che per prendere parte alla vita sociale.

Chi non vuole vaccinarsi, quindi, dovrebbe rinunciare a lavorare, ma anche a prendere parte a diverse attività della vita sociale: insomma, sarebbe come se si trattasse di un’espansione del green pass, dove tuttavia non sarebbe sufficiente un solo tampone negativo per poter ottenere il via libera.

Obbligo vaccinale: quando?

Mario Draghi non ha escluso che ci possa essere a breve una decisione del Governo, non specificando però il quando. Su questo punto ci sono due orientamenti differenti:

  • c’è chi ritiene che una legge sull’obbligo vaccinale potrebbe arrivare solo quando l’EMA e l’AIFA approveranno i vaccini riconoscendo l’autorizzazione standard. Ricordiamo, infatti, che i vaccini oggi somministrati hanno solo l’autorizzazione condizionale arrivata per il periodo di emergenza. D’altronde, per poter essere legittimo l’obbligo vaccinale è necessario che il principio di tutela della salute venga rispettato dal punto di vista giuridico e quindi è importante che i vaccini siano sicuri ed efficaci come riconosciuto dalle autorità giudiziarie. Basta l’autorizzazione condizionale per poterlo affermare con certezza? C’è chi crede di no, tant’è che la stessa risposta data da Mario Draghi conteneva come premessa il fatto che da parte delle autorità di controllo arrivi al più presto l’approvazione definitiva (che negli USA, ad esempio, è arrivata per il vaccino Pfizer);
  • altri, invece, ritengono che l’approvazione standard non sia così necessaria, in quanto si tratta solamente di un passaggio formale. Nel dettaglio, questi ritengono che l’autorizzazione attuale non ha meno valore di quella standard, e per questo motivo è sufficiente per poter intraprendere nuove politiche sanitarie, come quella legata all’obbligo del vaccino.

Obbligo vaccinale: le sanzioni

Visto quanto detto sopra, in caso di obbligo vaccinale relativo non ci sarebbero sanzioni per coloro che decidono, nonostante quanto stabilito dalla legge, di non vaccinarsi.

Le sanzioni scatterebbero però per quelle attività e servizi per le quali il vaccino diventa obbligatorio. Un po’ come oggi vale per il green pass quindi, con una duplice sanzione:

  • sospensione dal servizio - e dello stipendio - laddove il green pass è obbligatorio per lavorare;
  • sanzione - che oggi va dai 400 ai 1.000€ - per chi accede senza green pass ai servizi dove questo è obbligatorio.

Lo stesso potrebbe essere nel caso di vaccino obbligatorio, dove però dovrebbe essere la legge a indicare l’importo e la natura delle sanzioni.

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