New Deal: arriva il nuovo piano contro la disoccupazione giovanile. Cosa propone?

Erika Di Dio

14 Maggio 2013 - 11:11

New Deal: arriva il nuovo piano contro la disoccupazione giovanile. Cosa propone?

Francia e Germania sono pronte per rilanciare entro fine mese il "New Deal", un piano europeo contro la disoccupazione giovanile. Lo scrive il Rheinischen Post, dando notizia di un incontro previsto per il 28 maggio a Parigi fra il ministro del Lavoro tedesco, Ursula von de Leyen, e il collega francese Michel Sapin. Si pensa che anche i ministri delle Finanze, Pierre Moscovici e Wolfgang Schaeuble, prenderanno parte all’evento.

Cosa prevede il piano?

Secondo le anticipazioni, si dovrà rilanciare il pacchetto crescita che era già stato ottenuto dal governo francese nel vertice europeo di giugno 2012, basato su due pilastri fondamentali:

  • la ricapitalizzazione della Banca europea per gli investimenti (Bei), alla cui presidenza vi è il tedesco Werner Hoyer; la suddetta banca dovrà accordare crediti
    "per diversi miliardi" alle aziende che si impegneranno ad assumere o a formare giovani;
  • la proposta della Commissione europea per un percorso di inserimento ad hoc nel mondo del lavoro dei giovani under 26.

C’è da dire però che già a febbraio è stato approvato un pacchetto di misure per l’inserimento degli under 26 che dovrebbe entrare in vigore dall’anno prossimo, da quando infatti gli Stati Europei dovranno assicurare ai giovani disoccupati una proposta di formazione, lavoro o apprendistato entro quattro mesi dalla fine dei loro studi.

"Il sistema potrebbe portare a una riorganizzazione generale dei centri per l’impiego", ha detto Andrea Garnero, economista alla Paris School of Economics e all’Université Libre di Bruxelles. "Per far ripartire il mercato del lavoro, l’Italia deve trovare il suo proprio modello, partendo per esempio dalla riforma dell’orientamento".

Il ruolo della BEI

Fondamentale poi il ruolo della Banca europea per gli investimenti che, attraverso l’emissione di titoli di debito ad hoc - i cosiddetti project bond - aumenterebbe di molto gli stanziamenti per nuove infrastrutture e secondo uno studio della Columbia University, con una ricapitalizzazione da 12 miliardi di euro la Bei potrebbe varare un piano di investimenti da 95 miliardi.

Gli esperti hanno detto infatti, "Considerato che di norma la Bei cofinanzia il 50% dei progetti e il settore privato o altri investitori contribuiscono per il rimanente 50%, ciò determinerebbe un investimento di 190 miliardi di euro".

Ma soprattutto ciò porterebbe ad un aumento del Pil medio dello 0,6% in due anni nei Paesi interessati e alla creazione di mezzo milione di posti di lavoro nel 2013 e di 1,2 milioni entro il 2014.

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