Non c’è immunità contro il coronavirus: brutte notizie da uno studio a Wuhan

Fiammetta Rubini

18 Giugno 2020 - 10:56

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Una nuova ricerca condotta da un team di scienziati a Wuhan suggerisce che solo pochi infetti sviluppano anticorpi contro il coronavirus e che questi non durano a lungo.

Non c’è immunità contro il coronavirus: brutte notizie da uno studio a Wuhan

Potrebbe non esserci nessuna immunità contro il virus che provoca COVID-19, secondo un nuovo studio condotto a Wuhan.

Questa l’inquietante conclusione a cui sono giunti i ricercatori dopo aver eseguito test anticorporali su campioni di operatori sanitari che in ospedale sono stati esposti al virus avendo trattato pazienti infetti nelle prime fasi dell’epidemia. È risultato che una bassissima percentuale dei soggetti testati aveva sviluppato anticorpi, e che molti di loro potrebbero contrarre di nuovo la malattia vista la corta durata della protezione.

Nessuna immunità contro COVID-19: lo studio di Wuhan

Lo studio, apparso su medRxiv.org ma non ancora sottoposto a peer review, voleva verificare se gli operatori ospedalieri di Wuhan direttamente esposti all’infezione nella fase iniziale dell’epidemia avessero sviluppato o no gli anticorpi. Il team ha notato che almeno un quarto degli oltre 23.000 campioni testati potrebbe essere stato infettato dal virus, ma solo il 4% aveva sviluppato anticorpi ad aprile. Secondo i ricercatori, i pazienti con sintomatologia più evidente hanno prodotto più anticorpi rispetto agli asintomatici o con sintomi lievi.

Il team è giunto anche alla conclusione che oltre il 10% delle persone studiate potrebbe aver perso la protezione anticorporale entro circa un mese. “È improbabile che le persone producano anticorpi protettivi di lunga durata conto questo virus”, hanno concluso i ricercatori nel report.

L’immunità è ancora un’incognita

Se i risultati dello studio fossero confermati da ulteriori ricerche, sarebbe una brutta notizia. Molti sforzi nella lotta alla pandemia sono stati fatti supponendo che le persone che si sono ammalate produrranno anticorpi che le proteggeranno da una ricaduta.

Ma Wu Yingsong, direttore della ricerca ingegneristica anticorporale presso la Southern Medical University di Guangzhou, frena sui risultati dello studio di Wuhan che, dice, deve essere preso con le pinze. L’esperto spiega infatti che la maggior parte dei test sugli anticorpi non è completo per motivi di tempo e denaro, e cuò potrebbe portare a risultati falsi. “Ci sono ancora molte cose fondamentali sul coronavirus che non capiamo”, ci ricorda.

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