Naspi: l’indennità di disoccupazione è valida per la pensione?

Redazione Lavoro

3 Luglio 2020 - 17:44

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Naspi: durante la disoccupazione INPS versa al lavoratore dei contributi figurativi che sono validi per la pensione. Esistono però delle eccezioni, vediamo quali.

Naspi: l’indennità di disoccupazione è valida per la pensione?

Naspi: l’indennità di disoccupazione riconosciuta al lavoratore ha un valore per la pensione finale. Durante la Naspi infatti il lavoratore disoccupato percepisce quella che viene definita contribuzione figurativa.

La contribuzione figurativa differisce da quella effettiva perché mentre la prima viene riconosciuta dall’INPS per il disoccupato che si trova in Naspi, la seconda viene riconosciuta dal datore di lavoro al dipendente che presta servizio oppure è un onere a carico del lavoratore se autonomo.

La contribuzione figurativa matura in caso di Naspi, quindi la stessa indennità di disoccupazione permette di perfezionare i requisiti contributivi per accedere alla pensione.

Non tutti gli strumenti che conosciamo permettono di usare la contribuzione figurativa per accedere alla pensione, come accade per esempio per Opzione donna. Ci sono quindi delle eccezioni da considerare in merito alla validità dei contributi figurativi maturati in disoccupazione Naspi per la pensione.

Vediamo intanto come si calcola la contribuzione figurativa per i periodi coperti da Naspi.

Contribuzione figurativa per la Naspi

Per i periodi coperti dall’indennità di disoccupazione Naspi, i contributi figurativi si calcolano dividendo la retribuzione imponibile previdenziale degli ultimi 4 anni per il numero di settimane coperte da contributi, per poi moltiplicarla per il coefficiente 4,33.

Il limite di retribuzione sulla quale versare i contributi figurativi è pari a 1,4 volte l’importo mensile della Naspi per l’anno in corso (1.335,40€), ovvero a 1.869,66€.

Prima di andare avanti c’è un’importante precisazione da fare: per le pensioni calcolate con metodo retributivo qualora ci si renda conto che le retribuzioni relative ai periodi coperti da contribuzione figurativa Naspi siano di importo inferiore alla retribuzione media pensionabile (calcolata senza di essi) allora questi saranno neutralizzati.

Questo invece non vale per il metodo contributivo, per il quale i contributi figurativi vengono accreditati in ogni caso aumentando il montante contributivo del lavoratore.

Naspi e pensione anticipata

Come noto la pensione anticipata è quello strumento con cui per il riconoscimento dell’assegno previdenziale basta aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Tuttavia, per accedere alla pensione anticipata è necessario che nel monte contributivo ci siano almeno 35 anni di contribuzione effettiva. Inoltre, per coloro che non hanno un’anzianità contributiva precedente al 1993 non si possono superare 5 anni di contribuzione figurativa.

Quanto appena detto vale anche per la pensione anticipata alla quale possono accedere i lavoratori precoci, ovvero quella per cui sono sufficienti 41 anni di contributi per essere collocati in quiescenza.

Quando i contributi figurativi non hanno valore?

I contributi figurativi, invece, perdono completamente di valore per alcuni strumenti per il pensionamento anticipato, come ad esempio per l’Opzione Donna. Questa misura consente alle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni di età (59 per le autonome) purché abbiano maturato 35 anni di contributi e che siano effettivi - e accettino che il loro assegno venga calcolato interamente con il metodo contributivo.

Questi inoltre non sono validi ai fini della pensione di vecchiaia contributiva - alla quale si accede una volta compiuti 71 anni e maturati 5 anni di contributi effettivi - e per la pensione anticipata contributiva (64 anni di età con 20 di contributi effettivi).

I contributi figurativi sono invece validi per la pensione anticipata con Quota 100 alla quale si accede con 62 anni di età e 38 di contributi.

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