Il giornalista tedesco Wolfgang Munchau, esperto di temi economici legati all’eurozona, ha scritto un articolo sul Financial Times in cui si è occupato della questione Reinhart-Rogoff. Munchau ha definito i due professori "i padrini intellettuali dell’austerità", che hanno coperto di lustro accademico quel che i politici volevano sentire.
Ecco il suo articolo.
Per valutare il loro enorme impatto sul dibattito europeo, vale la pena di citare un estratto da un discorso di Olli Rehn, responsabile economico della Commissione europea, al Consiglio per le Relazioni Estere, nel giugno 2011. "Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff hanno coniato la regola del 90%" ha detto. "Ossia, i paesi con un debito pubblico superiore al 90% della produzione economica annua crescono più lentamente. Alti livelli di debito possono minare l’attività economica e il dinamismo imprenditoriale, e così ostacolare la crescita. Questa scoperta è particolarmente importante in un momento in cui i livelli di debito in Europa si stanno avvicinando alla soglia del 90%, peraltro già superata negli Stati Uniti."
Rehn presumibilmente non ha letto i documenti originali, che erano più ambivalenti nelle loro conclusioni, come tendono ad essere i documenti accademici. I responsabili politici, come Rehn, sono sempre alla ricerca di teorie economiche che sembrino plausibili e che confermino le loro più profonde convinzioni. In Europa, la maggior parte di loro ha poca esposizione con i macroeconomisti che la pensano fuori dal coro. Chiaramente, la maggior parte dei responsabili politici trova contro-intuitivo il fatto che i governi dovrebbero spendere soldi in una recessione. Ciò è contro la loro stessa esperienza, soprattutto se provengono da paesi del nord Europa. Possono avere letto la storia della Grande Depressione, e tuttavia pensano che una risposta keynesiana sia meno plausibile di un’austerità pro-ciclica. Se due tra gli economisti più stimati al mondo poi dicono che i loro istinti erano ragionevoli, questo per un policymaker conservatore è l’equivalente di compleanno e Natale insieme. Alla fine, il messaggio che avevano sempre voluto sentire.
Caso RR
La tesi di RR così come viene intesa dai politici, incorpora due miti separati. Il primo è l’esistenza della soglia del 90%. Il secondo è la causalità.
Il primo è stata smentito la settimana scorsa da Thomas Herndon, Michael Ash e Robert Pollin, i ricercatori della University of Massachusetts Amherst. I loro dati corretti mostrano una relazione negativa piuttosto regolare tra crescita e debito. Gli economisti litigano sempre su questioni statistiche - se utilizzare la mediana o la media, e simili. Ma in qualsiasi modo si veda, non c’è nessuna rottura strutturale ad una soglia del 90%. Non vi è alcuna rottura strutturale a nessun livello veramente.
Per il dibattito politico, questo punto è estremamente importante. Mette da parte la nozione del 90% come numero magico - che i politici europei ora guardano ossessivamente, proprio come sul deficit di bilancio annuo che non deve essere superiore al 3% del PIL, cosa per la quale non c’è mai stata alcuna base teorica.
La riduzione di tutto ad un singolo numero è stata poi seguita da un’esagerazione dell’impatto. Il nesso di causalità potrebbe andare da alto debito a bassa crescita, come suggeriscono gli autori, o viceversa, o ancora in entrambe le direzioni. O il rapporto potrebbe essere spurio. O un qualcosa del tutto diverso potrebbe essere la causa di entrambi. Se la causalità è al contrario, la storia è molto meno entusiasmante per chi "distribuisce" politiche economiche. Si potrebbe anche dire: la gente è povera perché non ha soldi. Se la tua crescita è negativa, il rapporto debito/Pil aumenta per il semplice motivo che è espresso in termini di PIL nominale.
Conclusioni
Le statistiche non possono spiegarne la causa. Per questo è necessaria una teoria. Ma i macroeconomisti non hanno alcuna teoria circa i livelli di debito ottimali. L’unica risposta nota è che dipende dai tassi di interesse reali, dalla crescita, dal tipo di economia, dal regime di tasso di cambio, e da molti altri fattori.
Per quanto riguarda i Prof Reinhart e Rogoff, ho il sospetto che saranno ricordati soprattutto per il fatto che le loro politiche sono state messe alla prova.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times |
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