L’oro ha chiuso ieri a 1.340 dollari l’oncia e resta così poco sotto l’’area di resistenza di 1.350 - 1.355 dollari. Secondo Morgan Stanley, però, è destinato a scendere
Inizio settimana tutto sommato positivo per l’oro, che continua a mostrare una buona tenuta dei supporti di breve termine che consentono al metallo prezioso di poter ambire ancora a nuovi allunghi nei prossimi giorni. L’area di supporto di 1.330 – 1.325 dollari l’oncia continua a mettere in evidenza un buon numero di compratori, anche se finora l’opposizione dei venditori è stata significativa tra 1.350 e 1.355 dollari. Ieri l’oro ha comunque chiuso intorno ai 1.340 dollari. Secondo Ole Hansen, capo degli strategist sulle commodity per la banca danese Saxo Bank, “l’oro sembrerebbe pronto per una correzione, ma il rischio di un’escalation della tensione in Ucraina innervosisce i trader che hanno timore a shortare questa commodity”.
Non bisogna dimenticare che i prossimi giorni saranno decisivi per la crisi geopolitica in Ucraina, visto che è in programma il referendum per la secessione della Crimea il 16 marzo. La tensione tra Kiev e Mosca potrebbe salire alle stelle, con pericolosi risvolti anche nei rapporti diplomatici ed economici tra l’Occidente e la Russia. Gli investitori continuano a mostrare grande interesse per l’oro, nonostante sia giunto su importanti zone di resistenze. Nell’ultima settimana le posizioni net long relative ai contratti futures sull’oro sono cresciute a oltre 118.000, un livello che non si vedeva da fine 2012. Buone indicazioni arrivano anche dagli Etf, dopo i deflussi record dello scorso anno: il patrimonio detenuto dagli Etp è aumentato di 8,1 tonnellate a 1.754,1.
Tuttavia la maggior parte delle banche d’affari continua a mantenere una view negativa sull’oro, ritenendo il rialzo attuale solo temporaneo e dettato dall’emotività del momento, che vede gli investitori ricercare sicurezza nel bene rifugio per eccellenza in clima di crescenti tensioni geopolitiche tra Ucraina e Russia. Secondo Morgan Stanley il metallo giallo è destinato a perdere valore nel giro di un paio d’anni, fino ad avvicinarsi a quota mille dollari. E’ stato così tagliato l’outlook sul prezzo medio per il biennio 2014-2015, rispettivamente a 1.160 dollari (-11,6%) e a 1.138 dollari (-12,5%).
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