Moody’s promuove la Turchia. Non è più spazzatura

Nadia Fusar Poli

17 Maggio 2013 - 20:11

Moody’s, una delle tre principali agenzie di rating, ha elevato lo status della Turchia di un notch portandolo a Baa3. Un premio per il Paese e un modello per il resto d’Europa

Moody’s promuove la Turchia. Non è più spazzatura

Moody’s una delle tre principali agenzie di rating, ha elevato lo status della Turchia di un notch portandolo a Baa3, e ponendo di fatto Ankara sul gradino più basso dell’ investment grade. In altri termini, con un rating pari a quello di Spagna e India, la Turchia è un paese in cui oggi è consigliato investire. Un giudizio positivo che premia il miglioramento dell’economia e delle finanze pubbliche turche così come i progressi in materia di riforme volti a ridurre, progressivamente, le vulnerabilità esterne.

L’intervento di Moody’s offre un notevole impulso a un governo che per molto tempo ha desiderato un innalzamento del proprio rating, misura essenziale per aumentare gli investimenti istituzionali e rendere il paese più appetibile da questo punto di vista.
I mercati turshi hanno reagito entusiasticamente: le azioni e le obbligazioni sono immediatamente schizzate a livelli record ed è verosimile prefigurare una nuova ondata di investimenti, in particolare da quei fondi che cercano rendimenti più elevati rispetto a quanto è possibile ottenere delle economie sviluppate.

"Le implicazioni a lungo termine dovrebbero essere abbastanza positive", ha detto Tevfik Aksoy, economista londinese di Morgan Stanley. "Potrebbero emergere nuovi canali di flussi di cassa, in particolare da quei fondi che non sono stati finora in grado di investire in un paese con uno status a livello ’spazzatura’".

Le aspettative degli investitori, che attendevano la mossa di Moody’s da novembre, (dopo che per prima Fitch alzò il rating della Turchia), hanno guidato il trend al rialzo della Borsa di Istanbul: lo Stock Exchange National 100 Index è cresciuto sino a circa il 30%, portandosi sopra 93000 nella sessione di Venerdì. Negli stessi mesi, il rendimento del bond di riferimento a due anni scendeva a nuovi minimi ogni settimana, precipitando questo Venerdì a 4,63% questo Venerdì. Nella stessa giornata la lira ha invece mostrato un andamento contrario, perdendo terreno nei primi scambi, per i realizzai degli investitori.

Il Paese si prepara dunque a grandi flussi di investimenti mentre “la banca centrale dovrebbe essere pronta a contrastare le pressioni che questo creerà sulla lira", ha sottolineato il ministro dell’Economia Zafer Caglayan. La promozione di Moody’s è arrivata poche ore dopo che il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Washington per discutere di questioni cruciali, come la guerra civile nella vicina Siria e le relazioni commerciali tra i paesi.

Lo scenario turco è piuttosto complesso e non privo di criticità: dai disordini politici lungo i confini meridionale e orientale, al calo delle esportazioni verso l’Unione europea, il più grande mercato di destinazione della Turchia, oggi ancora alle prese con quella che ormai può definirsi cronica, crisi del debito.

La società di rating ha osservato che il fardello del debito turco è diminuito di 10 punti percentuali dall’inizio del 2009, portandosi al 36% del prodotto interno lordo (PIL); una tendenza che si prevede continuerà nei prossimi anni. Inoltre, i progressi del governo rispetto ad un ampio programma di riforme istituzionali dovrebbero progressivamente contribuire a ridurre le vulnerabilità della Turchia rispetto a shock sui flussi internazionali di capitale.

Il governo turco sta perseguendo una strategia di focalizzazione sull’efficienza energetica e di riduzione della dipendenza dalle importazioni di idrocarburi attraverso il nucleare, le fonti energetiche interne e le fonti rinnovabili. Le importazioni di energia sono un fattore chiave per il disavanzo delle partite correnti della Turchia, ma Moody’s si aspetta che la politica energetica del governo saprà allentare tali pressioni. Le dimensioni, la ricchezza, la diversificazione economica e le prospettive di crescita restano i punti di forza della Turchia, assurto (verrebbe da credere), a nuovo modello di crescita per il Sud Europa.

Fonte: wsj.com

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it