Mining di criptovalute: il Kazakistan utilizzerà l’energia nucleare?

Gabriele Stentella

26 Novembre 2021 - 20:01

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Il governo kazako sta valutando la costruzione di centrali atomiche per far fronte ai problemi energetici legati al mining di criptovalute.

Mining di criptovalute: il Kazakistan utilizzerà l’energia nucleare?

L’esodo dei miner cinesi verso il Kazakistan sembra aver portato più problemi che benefici all’economia dell’ex repubblica sovietica. In un primo momento, infatti, il governo del Presidente Qasym Togaev aveva visto di buon occhio l’arrivo - favorito sia dalla vicinanza con la Repubblica Popolare Cinese che dal basso costo dell’energia - delle società attive nel mining di Bitcoin e altre crypto.

Tuttavia, nel giro di pochi mesi, gli elevati consumi di elettricità da parte delle mining farm hanno causato un sovraccarico delle infrastrutture elettriche, con conseguenti malfunzionamenti nelle principali aree urbane della nazione.

Per fra fronte al problema, il governo di Nur-Sultan sta pensando di utilizzare l’energia atomica come alternativa alle centrali a carbone, non più in grado di provvedere al fabbisogno energetico domestico.

Il Kazakistan ricorrerà all’energia nucleare ?

Nel corso di una riunione governativa tenutasi a fine novembre, il presidente kazako ha aperto all’ipotesi che prevede l’impiego dell’energia nucleare per fornire elettricità alla nazione, evidenziando i vantaggi ambientali di una simile scelta: in Kazakistan quasi il 90% dell’energia elettrica proviene da centrali a carbone o petrolio, materie prime del quale lo stato centroasiatico è ricco. L’utilizzo dell’uranio - che per decenni ha rappresentato una delle principali esportazioni del Paese - permetterebbe di ridurre il livello delle emissioni di CO2.

È bene evidenziare che in Kazakistan quello dell’energia nucleare è un tema molto spinoso, poiché durante il periodo sovietico le steppe kazake furono teatro di numerosi test atomici i cui effetti si osservano ancora oggi sulla popolazione. Di contro, se i problemi sulla rete elettrica dovessero proseguire l’autosufficienza energetica del Paese sarebbe a rischio.

L’impatto del mining sull’economia kazaka

I consumi dei miner stanno alimentando le importazioni di fonti energetiche dalla vicina Russia, che negli ultimi mesi hanno raggiunto livelli record. In Kazakistan sarebbero presenti moltissime società che minano criptovaluta in maniera illegale senza dichiarare la propria attività agli ufficiali governativi.

Non si conosce l’esatto numero di queste mining farm sommerse, ma si ipotizza possa essere superiore rispetto a quello delle società legalmente registrate. Il governo kazako sta cercando di contrastare il fenomeno grazie all’introduzione di sanzioni nei confronti dell’estrazione illegale, anche se l’inasprimento della normativa vigente può favorire il trasferimento dei miner in nazioni quali USA, Canada e Russia, con la conseguente perdita di un imponente gettito fiscale legato a tali attività: quasi 1,6 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, stando alle stime più recenti.

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