Miglior posto in cui nascere nel 2013? La Svizzera, ecco la classifica dell’Economist

Erika Di Dio

07/12/2012

Secondo una classifica stilata da L’Economist, è la Svizzera nel 2013 la miglior nazione al mondo in cui nascere.

Miglior posto in cui nascere nel 2013? La Svizzera, ecco la classifica dell’Economist

Warren Buffett, probabilmente l’investitore di maggior successo al mondo, ha affermato che tutto ciò che di buono gli è successo nella vita è da ricondurre al fatto di essere nato nel paese giusto, gli Stati Uniti, al momento giusto (gli anni ’30). Un quarto di secolo fa, quando il mondo nel 1988 raggruppava in una classifica 50 paesi in base al posto migliore dove nascere, l’America in effetti era prima in classifica.

Quale sarà il paese migliore per un bambino nato nel 2013?

Per rispondere a questo, l’Economist Intelligence Uniti (EIU), società affiliata dell’Economist, questa volta ha tentato vivamente di misurare quale paese offrirà le migliori opportunità per una vita sana, sicura e prospera negli anni a venire.

Il suo indice di qualità della vita collega i risultati di sondaggi sul livello di soddisfazione nella vita a determinanti oggettivi della qualità della vita nei vari paesi. Essere ricchi aiuta più di ogni altra cosa, ma non basta; fattori come la criminalità, la fiducia nelle istituzioni pubbliche e la salute della famiglia anche contano. In tutto, l’indice prende in considerazione 11 indicatori statisticamente significativi. Si tratta di un gruppo molto eterogeneo: alcuni sono fattori fissi, come la geografia, altri cambiano molto lentamente nel corso del tempo (demografia, molte caratteristiche sociali e culturali) e alcuni fattori dipendono dalle politiche e dallo stato dell’economia mondiale.

Molto importanti sono anche le previsioni per il futuro. Sebbene molti fattori della qualità della vita cambiano molto lentamente, per questa classifica alcune variabili, come il reddito pro capite, devono essere previsti. Noi utilizziamo le previsioni economiche dell’EUI per il 2030, quando i bambini nati nel 2013 raggiungeranno all’incirca l’età adulta.

Nonostante la crisi economica globale, per certi aspetti i tempi non sono mai stati così buoni. I tassi di crescita della produzione sono in calo in tutto il mondo, ma i livelli di reddito sono pari o vicino ai massimi storici. L’aspettativa di vita continua ad aumentare costantemente e le libertà politiche si sono diffuse in tutto il mondo, più di recente nel Nord Africa e in Medio Oriente. Per altri versi, tuttavia, la crisi ha lasciato una profonda impronta, nell’eurozona, ma anche altrove, in particolare sulla disoccupazione e sulla sicurezza personale. In tal modo ha eroso sia la vita della famiglia che quella della comunità.

La classifica

Cosa potrà significare tutto questo e tutti i probabili sviluppi degli anni a venire per tutti
quelli che nasceranno nel 2013? Quale sarà il posto migliore per vivere? Dopo aver macinato i suoi numeri, l’EIU ha posto la Svizzera al primo posto e l’Australia al secondo.

Le piccole economie dominano la top ten. La metà sono economie europee, ma solo una, i Paesi Bassi, fa parte dell’eurozona. I paesi nordici brillano, mentre i paesi del Sud Europa battuti dalla crisi (Grecia, Portogallo e Spagna), si pongono indietro nonostante il vantaggio di un clima favorevole. Le maggiori economie europee (Germania, Francia e Gran Bretagna) non ottengono buoni risultati in classifica.
L’America, luogo in cui i bambini erediteranno i grandi debiti della boomer generation, retrocede al 16esimo posto. Nonostante il loro dinamismo economico, nessuno dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) si posiziona bene. Tra gli 80 paesi coperti, la Nigeria è l’ultimo.

Naturalmente, questo non significa tutto. Nel film “Il terzo uomo”, il personaggio di Orson Welles in una citazione famosa dice che l’Italia per 30 anni ha avuto guerre, terrore e omicidi sotto i Borgia ma in quel periodo ha prodotto Michelangelo, Leonardo Da Vinci e il Rinascimento; la Svizzera ha avuto 500 anni di pace ed è riuscita a produrre solo l’orologio a cucù.

| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: The Economist

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