Mervyn King al Financial Times: le quattro soluzioni alla crisi dell’eurozona

Erika Di Dio

17 Giugno 2013 - 10:07

Mervyn King al Financial Times: le quattro soluzioni alla crisi dell’eurozona

Il Financial Times ha pubblicato un’intervista interessante con il governatore della Bank of England Mervyn King, condotta dall’editorialista Martin Wolf. Sono stati affrontati vari argomenti, ma la breve discussione sul futuro dell’eurozona ha attirato la nostra attenzione.

Soluzioni all’eurocrisi

Alla domanda circa le soluzioni alla crisi della zona euro, King ha riassunto le opzioni in modo molto succinto e ha dichiarato:

Penso che ci siano quattro [soluzioni]. La prima è quella di continuare con la disoccupazione di massa nel sud, al fine di abbattere i salari e i prezzi fino a che non diventeranno di nuovo competitivi. La seconda è quella di dire: ’Bene, dobbiamo eliminare questo squilibrio in termini di competitività, quindi abbiamo bisogno dell’inflazione in Germania.’ Ciò sembra poco attraente, sicuramente per i tedeschi.

La terza è quella di rinunciare alla questione del ripristino della competitività in modo rapido e accettare che questa sia un unione di trasferimento indefinita. Ciò richiede due cose: la prima è che la gente del nord conceda denaro a quella del sud, l’altra è che la gente del sud accetti le condizioni imposte, il che limiterà la dimensione dei trasferimenti.

La quarta è quella di modificare la questione dell’appartenenza dei membri. Ora, io non so quale sia la risposta giusta e sicuramente dipenderà dai vari obiettivi politici, ma l’economia ti dice che ne devi avere una.

Una sintesi molto concisa e precisa. Ovviamente ogni opzione può essere alterata ma la verità è tutta lì.

Argomentazioni

Tuttavia, si potrebbero restringere le opzioni ancora di più. L’opzione uno (che è quella attualmente utilizzata) è improbabile che verrà accettata sia politicamente che socialmente - paesi come la Grecia, il Portogallo e Cipro, in particolare, dovrebbero lottare per recuperare la competitività in questo modo. Inoltre lascerebbe anche intatti i difetti strutturali della zona euro, lasciandola incredibilmente vulnerabile a crisi future.

Anche l’opzione due sembra improbabile. Potremmo dire che qualche suo elemento potrebbe essere necessario per la zona euro, ma tutt’altro che sufficiente per risolvere la crisi. Ci si potrebbe anche chiedere quanto un tale approccio si trasformerebbe in crescita nei paesi della zona euro in difficoltà e anche in questo caso non si affronterebbero i difetti istituzionali.

Quindi questo ci lascia con le opzioni tre e quattro.

Tuttavia la cosa più importante da capire è che prima che la crisi potrà mai essere risolta, ci si dovrà rendere conto delle vere scelte che la zona euro ha di fronte.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Open Europe

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