Mercati emergenti: il sogno è finito?

Livio Spadaro

30 Maggio 2016 - 14:11

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Analisti d’accordo: il 2016 non sarà l’anno di svolta per i mercati emergenti. Per alcuni di essi la situazione migliora ma per altri resta molto difficile.

Mercati emergenti: il sogno è finito?

Il 2016 era stato indicato come l’anno di svolta per i mercati emergenti. Molti analisti ritenevano che quest’anno sarebbe potuto essere “quello buono” per rivedere una buona crescita economica nei Paesi emergenti. Tuttavia, gli stessi esperti ed analisti stanno iniziando a pensare che invece quest’anno sia l’inizio della fine per la crescita spedita delle economie emergenti.

Da quando la Federal Reserve ha iniziato a correggere la politica monetaria nel 2013, le economie in fase di sviluppo hanno iniziato una fase difficile con alcune di esse che hanno registrato problemi non da poco a causa di una valuta debole e un deficit alto del saldo delle partite correnti. È arrivata la fine del sogno economico dei Paesi emergenti?

Mercati emergenti: 2016 non sarà anno di svolta per molti di essi

I Paesi emergenti stanno riscontrando più di qualche difficoltà da quando la Federal Reserve, nel 2013, decise di porre fine al programma di Quantitative Easing.

Si pensava che il 2016 potesse essere l’anno della svolta per i Paesi in via di sviluppo ma molti analisti stanno invece iniziando a pensare che sia l’inizio della fine del “sogno emergente”.

Negli ultimi anni, molti Stati in via di sviluppo si sono dovuti interfacciare con problemi piuttosto ostici. Il crollo della valuta e un alto deficit delle partite correnti sono stati la spina nel fianco per parecchie economie emergenti come Russia, Indonesia, Brasile, India e Turchia, conosciute come le “fragili cinque”.

Non bastasse, il crollo dei prezzi delle materie prime (petrolio in particolare) e le paure su un rallentamento dell’economia cinese hanno mantenuto una forte pressione su queste economie. Per alcuni di essi però, come ad esempio l’India e l’Indonesia, le cose hanno iniziato a migliorare grazie all’introduzione di riforme economiche e politiche.

Mercati emergenti: per ora nessuno investirà - Flint Capital

Lev Riaz, partner del fondo di venture capital Flint Capital, ha spiegato che la storia della crescita dei mercati emergenti è stata solo una fase. Nessun investitore che ha una forte presenza in questi mercati continuerà ad agevolare una fase di espansione che permetta il ritorno di alti rendimenti.

Riaz crede che Paesi come Thailandia, Malesia, Turchia e Brazile saranno chiamati a migliorare i fondamentali in quanto gli investitori si sono rifocalizzati su di essi dopo aver digerito il netto taglio alle valutazioni dei rispettivi mercati azionari.

L’indice dei mercati emergenti MSCI ha guadagnato il +1,1% quest’anno dopo un difficile avvio nei primi mesi del 2016. Le azioni delle compagnie cinesi sono andate in difficoltà a inizio anno a causa di dati macro sul settore manifatturiero peggiori delle attese, della svalutazione dello Yuan e l’introduzione del circuit breaker sul mercato azionario cinese.

Mercati emergenti: alcuni migliorano, per altri situazione difficile - Liontrust Fund

Patrick Cadell, manager di Liontrust Global Fund, ha dichiarato che le azioni dei mercati emergenti sono in una fase di downtrend dal 2011, caratterizzata dai ribassi dei mercati che hanno scatenato un peggioramento a livello estremo del sentiment e delle valutazioni degli investitori, ulteriormente colpiti dai dati macro sempre meno incoraggianti.

Cadell ha poi concluso che in qualche mercato emergente è possibile intravedere uno spiraglio per il ritorno degli investimenti mentre in altri le condizioni economiche non lasciano pensare a questa ipotesi.

Mercati emergenti: serve un miglioramento delle aspettative - JpMorgan

Emily Whiting, portfolio manager di Jp Morgan Asset Management, ritiene che i mercati emegenti necessitano di aspettative economiche migliori per sovraperformare.

Le economie sviluppate, prosegue l’esperta, cresceranno al ritmo attuale per il prossimo anno e forse anche quello ancora successivo, per i mercati emergenti è una buona occasione per migliorare le aspettative economiche.

Il problema principale rimangono le mosse della Federal Reserve nei prossimi mesi. Se l’istituto americano decidesse di alzare i tassi, cosa che al momento sembra probabile viste le dichiarazioni di Yellen e membri Fed, potrebbe creare non pochi problemi ai mercati in fase di sviluppo.

Un innalzamento dei tassi richiamerebbe le attenzioni degli investitori desiderosi di rendimento e potrebbero decidere di rituffarsi sui Paesi sviluppati.

La Whiting, commentando questa ipotesi, ha dichiarato che nel breve periodo effettivamente molto dipenderà, per i mercati emergenti, dall’andamento del Dollaro americano che tende a influenzare pesantemente i flussi di investimento e le valutazioni di questi mercati.

Mercati emergenti: rialzo del petrolio può essere problema per Paesi come l’India

Le valute africane si sono già svalutate al ritmo medio dello scorso anno a causa, in parte, della forza ritrovata dal Dollaro USA, spiega Ecobank. Nel frattempo, i prezzi del petrolio sono rimbalzati e non poco visto che sia il Brent che il WTI hanno rivisto pochi giorni fa quotazioni superiori ai $50 a barile.

Il rialzo delle quotazioni di oro nero potrebbe essere un problema per quelle economie emergenti che sono importatrici come l’India, uno dei maggiori Paesi emergenti che sta crescendo più rapidamente.

Un’altra preoccupazione per l’India è la fine del mandato a settembre dell’attuale governatore della banca centrale Raghuram Rajan. Le politiche di Rajan hanno permesso di frenare la svalutazione della Rupia e l’emorragia del saldo delle partite correnti. Un’uscita di scena del governatore è vista con preoccupazione dagli analisti.

Mercati emergenti: PIL tornerà a crescere nel lungo periodo - Flint Capital

In conclusione, Lev Riaz apre a qualche spiraglio di speranza. L’esperto fa notare che la popolazione dei Paesi emergenti conta per il 70% sul totale di quella mondiale. Le loro popolazioni stanno crescendo e un miglioramento del PIL è inevitabile anche per le economie emergenti recentemente colpite dal rallentamento economico.

Gli investitori che hanno adottato la giusta strategia ed il corretto approccio ai mercati emergenti, torneranno a riportare capitali in questi Paesi per prendere altissimi rendimenti nell’arco di 10-15 anni, conclude Riaz.

Fonte: Cnbc.com

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