MPS: trattativa con Nomura in corso per chiudere Alexandria, le ultime novità su derivati e aumento di capitale

Simone Casavecchia

02/05/2015

02/05/2015 - 09:38

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MPS ha aperto una trattativa informale con Nomura per la chiusura del derivato Alexandria che dovrebbe, auspicabilmente, avvenire prima dell’aumento di capitale recentemente approvato; rimangono comunque anche altre ipotesi in ballo per la soluzione dell’intricato problema dei derivati.

MPS: trattativa con Nomura in corso per chiudere Alexandria, le ultime novità su derivati e aumento di capitale

A seguito del Consiglio di Amministrazione che ha approvato l’aumento di capitale da 3 mld di euro, i vertici di Monte dei Paschi di Siena, secondo fonti di agenzia, avrebbero avviato delle trattative informali con la banca giapponese Nomura per la chiusura dell’operazione di ristrutturazione del derivato Alexandria.

Anche se la notizia non è stata ufficialmente confermata né da MPS né da Nomura e anche se non sarebbe stata intavolata una vera e propria trattativa, secondo le fonti che hanno diramato la notizia, MPS vorrebbe arrivare a una soluzione prima dell’inizio del prossimo aumento di capitale.

Giungere a un accordo con Nomura in tempi stretti consentirebbe a MPS da un lato di adempiere alle richieste della BCE, che voleva una chiusura dei contratti ancora attivi con Nomura entro il prossimo 26 Luglio, dall’altro di dare maggiore sprint all’aumento di capitale stesso, fornendo così maggiori garanzie e sicurezze ai soci e agli acquirenti.

Anche riguardo all’aumento di capitale da 3 md di euro i tempi sono comunque brevi, dal momento che la garanzia offerta dal consorzio di banche a cui è stata affidata l’operazione si estende fino al 30 Giugno e che, in base alle richieste dalla BCE, l’operazione stessa va completata entro Luglio, facendo sì che la finestra in cui, con ogni probabilità l’aumento di capitale potrebbe avvenire, è quella compresa tra gli ultimi giorni di maggio e la fine del prossimo giugno.

La trattativa tra MPS e Nomura
La trattativa informale con Nomura per chiudere tutte le posizioni attualmente aperte e collegate all’operazione di ristrutturazione del derivato Alexandria (3 miliardi di Btp, uno swap sui loro tassi, dei pronti contro termine sugli stessi titoli, un finanziamento di pari importo a tasso zero, per offrire ulteriori garanzie alla banca giapponese) in maniera consensuale è stata richiesta dalla BCE nell’ambito del capital plan che dovrebbe portare al risanamento delle finanze di MPS dopo il fallimento degli stress test dello scorso Ottobre.
La BCE aveva, infatti, evidenziato un’esposizione con Nomura, legata all’operazione di ristrutturazione del derivato Alexandria, superiore ai 3,4 mld di euro che pesa per il 34,7% sul patrimonio di vigilanza (9,9 mld di euro); un’esposizione troppo elevata per le soglie previste dalla BCE che pongono un limite del 25%.
Grazie all’aumento di capitale in vista, MPS riuscirebbe comunque a ridurre notevolmente l’esposizione verso Nomura, rientrando nei parametri previsti dalla BCE, anche se rimarrebbe comunque soggetta a gravi rischi di liquidità e pericoli per il patrimonio, determinati dalla presenza, nel bilancio dell’istituto di credito senese, dei vari elementi finanziari al momento attivi, collegati alla ristrutturazione di Alexandria.

Le possibili soluzioni per Alexandria
La chiusura di tali contratti è, quindi, per MPS, una necessità impellente che, però, deve essere gestita in maniera molto oculata. Secondo calcoli previsionali svolti da MPS a Gennaio, infatti, una chiusura unilaterale dei contratti ancora attivi con Nomura, comporterebbe un costo di circa 1 mld di euro (che MPS dovrebbe corrispondere a Nomura) che, pur producendo perdite a bilancio, non impatterebbe, comunque sul Core Tier 1, ossia su uno dei parametri che misurano i requisiti di patrimonializzazione, già contestati dalla BCE.
D’altra parte, tanto i vertici del MPS che la BCE sono perfettamente consapevoli che mantenere in vita i prodotti finanziari legati alla ristrutturazione di Alexandria costituisce un pericolo che, pur se tenuto sotto controllo, qualora esplodesse, comporterebbe gravi conseguenze sui bilanci dell’istituto di credito senese.
Se, ad esempio, il credit spread sui Btp aumentasse di 60 punti, produrrebbe perdite per 300 mln di euro sul patrimonio di MPS; nel bilancio 2014, inoltre, MPS ha evidenziato anche un deposito di collaterale a favore di Nomura da 2,2 miliardi e una linea di credito (Repo facility) che Nomura può tirare fino a 3 miliardi e che era utilizzata al 31 dicembre per quasi 2 miliardi.
La chiusura dei contratti attivi con Nomura costituirebbe, quindi, la soluzione migliore per MPS anche se sarebbero al vaglio anche soluzioni alternative.

MPS e Nomura: una partita ancora aperta anche sul piano legale
All’indomani della crisi finanziaria scoppiata nel 2009, con il fallimento della Lehman Brothers, MPS, che aveva acquistato nel 2005 da Dresdner Bank il derivato Alexandria (un prodotto di investimento, definito Collateralized debt obligation che, in breve tempo da estremamente conveniente divenne fonte di ingenti perdite), decise di ristrutturare Alexandria per non far emergere in bilancio le perdite milionarie legate a questo prodotto.
L’operazione di ristrutturazione fu effettuata da Nomura per conto di MPS, prevedendo una complessa operazione di acquisto/vendita a pronti e a termine di 3,05 miliardi di BTP in scadenza nel 2034 e swap di tassi interesse.
Questa stessa operazione che ha inciso pesantemente sui bilanci successivi di MPS è oggetto di indagini della Procura di Milano che ha recente chiesto il rinvio a giudizio per le due banche e per cinque persone, compresi gli autori della transazione all’epoca operativi nelle due banche, per falso in bilancio e manipolazione di mercato.
In base agli atti dell’indagine, un funzionario di Nomura avrebbe fatto pagamenti all’ex dirigente Mps con cui aveva effettuato l’operazione: proprio questo elemento, consentirebbe a MPS, sul piano civile e non penale, di chiedere a Nomura, di fronte al Tribunale di Firenze, un risarcimento che è stato finora stimato intorno a 1 mld di euro.
Dal canto suo Nomura, nel 2013, ha avviato una causa presso il tribunale di Londra, al fine di far dichiarare validi e vincolanti i contratti stipulati con MPS che, invece, in quella sede ha chiesto un risarcimento a Nomura pari a 1,5 miliardi.
Al di là della risoluzione delle controversie penali e civili tuttora aperte, è comunque certo che Nomura che ha recentemente diffuso il proprio bilancio relativo al 2014, ha fatto accantonamenti per rischi su cause all’estero ed è, quindi, consapevole delle possibili perdite che potrebbero derivargli dal mancato raggiungimento di un accordo con MPS, riguardo alla chiusura dei prodotti finanziari collegati alla ristrutturazione di Alexandria.

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