Chi è Luigi Marattin, l’economista passato dal PD a Italia Viva?

Alessandro Cipolla

29/10/2019

29/10/2019 - 13:37

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Luigi Marattin è uno dei parlamentari che dal Partito Democratico ha deciso di entrare a far parte di Italia Viva: la biografia del deputato considerato uno dei fedelissimi di Matteo Renzi, che adesso vorrebbe rendere obbligatorio l’inviare un proprio documento d’identità per aprire un profilo social.

Chi è Luigi Marattin, l’economista passato dal PD a Italia Viva?

Tra i volti nuovi di questa legislatura chi sta senza dubbio emergendo dal calderone dei peones è senza dubbio Luigi Marattin, tanto da essere chiamato spesso a prendere parte ai vari talk politici televisivi.

Da quando è stato eletto alla Camera subito Marattin si è messo in luce per il suo attivismo nei social, mettendo in campo una sua personale opposizione all’allora governo Lega-M5s incalzando i gialloverdi soprattutto su tematiche economiche, ovvero il suo terreno preferito.

Non è di certo un caso che quando è nato il governo Conte-bis di lui si è parlato come uno dei possibili sottosegretari e viceministri. Rimasto fuori dall’esecutivo, è stato poi uno dei parlamentari del Partito Democratico che ha deciso di seguire Matteo Renzi nel suo nuovo partito Italia Viva.

Secondo la logica della lotta alle fake news, Marattin adesso ha annunciato la sua volontà di lavorare a una legge per obbligare l’invio di un proprio documento d’identità per chi vuole aprire un profilo social.

La biografia di Luigi Marattin

Nome: Luigi Marattin

Data di nascita: 20 febbraio 1979

Luogo: Napoli

Istruzione: laurea in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e Istituzioni Internazionali, master in Economics all’Università di Warwick (UK) e dottorato di Ricerca in Economia Politica all’Università di Siena.

Partito: Italia Viva, in precedenza Partito Democratico

Ruolo: deputato

Lavoro: docente universitario

Curiosità: è un grande tifoso della Juventus

Dal PD a Italia Viva

Quando c’è un addio ci sono sempre degli strascichi di polemiche, un po’ come avvenuto tra Luigi Marattin e Dario Franceschini freschi ex compagni di partito dopo la scissione dei renziani fuoriusciti dal Partito Democratico.

Il ministro ha accusato infatti il deputato di avere “smania di visibilità”, per una polemica social che alla fine si è conclusa con uno scambio di citazioni dantesche rendendo l’idea di come non siano idilliaci gli attuali rapporti tra i dem e i parlamentari di Italia Viva.

Del resto Luigi Marattin da quando è diventato parlamentare è stato molto attivo sui social, mettendosi in luce con dei video girati con grande cura (non sono mancati anche dei piani sequenza di pregevole fattura) in cui attaccava il vecchio governo gialloverde soprattutto su tematiche economiche.

Ricercatore e docente universitario, ora in aspettativa obbligatoria non retribuita come sottolineato nella biografia presente sul suo sito, Marattin può vantare una laurea in Economia oltre a un master, un dottorato e sei mesi passati a New York grazie alla borsa di studio Fulbright.

Iscritto prima ai DS e poi al Partito Democratico, durante la sua prima esperienza politica nel consiglio comunale di Ferrara ha ricoperto il ruolo di assessore al Bilancio, venendo poi chiamato nel 2014 a Palazzo Chigi come consigliere economico prima del premier Renzi e poi di Gentiloni.

Alle elezioni 2018 diviene per la prima volta deputato tra le fila del PD, sposando poi la causa di Matteo Renzi quando l’ex sindaco di Firenze lo scorso settembre ha deciso di uscire dai dem e di fondare il suo nuovo partito Italia Viva.

Nonostante la coabitazione sotto lo stesso tetto della maggioranza giallorossa, non sono mancati screzi tra Marattin e alcuni esponenti del PD sul tema dell’aumento dell’Iva, con il deputato che ha accusato il suo ex partito di voler aumentare l’imposta scatendando la piccata risposta del ministro Franceschini.

Di recente il deputato ha poi annunciato l’intenzione di lavorare a una legge che in qualche modo sarebbe storica. Per combattere le fake news e gli account falsi, l’obiettivo è quello di far aprire un profilo social soltanto dietro l’invio di un documento d’identità.

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