Gli spread sui mutui stanno scendendo, e alcuni Istituti di Credito hanno aumentato i plafond da destinare ai prestiti ipotecari, e sta crescendo la richiesta di mutui.
{}l mercato dei mutui si è rivelato negli ultimi anni perfettamente allineato al ciclo economico. Ora le banche stanno tornando ad erogare mutui, complice il miglioramento del costo della raccolta e il calo dei margini ottenuti dall’acquisto di Titoli di Stato, ciò indica un inversione e forse la strada per iniziare ad uscire dalla crisi.
Che cosa è cambiato rispetto agli scorsi anni
Il Bollettino rivela che le domande di mutuo nel primo trimestre del 2014 sono cresciute del 9,6% rispetto al primo trimestre del 2013, si conferma anche la riduzione dell’importo medio del mutuo richiesto, che nel primo trimestre 2014 ha raggiunto il minimo storico di 124.778 euro (contro i 136.378 del primo trimestre del 2012), ciò sta ad indicare la paura e la prudenza che ancora caratterizza i comportamenti delle famiglie italiane in questa prima parte dell’anno, speriamo possa crescere l’ottimismo e la fiducia nei consumatori.
Lo Spread
La riduzione dello spread genera un interesse crescente da parte sia di chi vuole cambiare mutuo sia di chi è pronto all’acquisto di una casa. Oggi lo spread si aggira intorno al 2,1%, si tratta di una percentuale ancora alta rispetto allo spread pre-crisi (1,5%), ma nettamente migliore di quello dello scorso anno, quando era impossibile ottenere uno spread piu’ basso del 3/3,5%.
LOAN TO VALUE
Con il modificarsi della domanda, anche le Banche si sono adeguate, soprattutto in ottica di un abbassamento dello spread per i mutuatari che hanno bisogno di un importo minore. Infatti lo spread è direttamente collegato al "loan to value", ovvero al rapporto tra il valore dell’immobile e l’importo richiesto.
Loan To Value, ovvero in base ai "contanti" che il mutuatario è disposto a mettere sul piatto per acquistare la casa. In pratica se acquisto una casa di 200 mila euro e chiedo un mutuo di 100 mila euro (loan to value del 50%), pago oggi uno spread inferiore rispetto a chi per lo stesso immobile ne chiede 150 mila.
Tasso Variabile e Tasso Fisso
Oltre all’aumento della domanda emerge anche la chiara scelta del tasso, l’82% preferisce il tasso variabile.
Il variabile costa oggi molto meno del tasso fisso, ciò sta a significare che oggi si può ottenere un mutuo a tasso variabile semplice (senza opzione) con un tasso di interesse Tan (ottenuto sommando allo spread deciso dalla Banca l’indice Euribor a 1 mese o a 3 mesi) del 2,8%, mentre il tasso fisso si attesta al 4,9%, questo spiega perché oggi il mercato è favorevole al variabile.
Sarà rischioso per i consumatori scegliere oggi il tasso variabile sapendo che nei prossimi anni gli Euribor o il tasso Bce, non potranno che salire?
I future sull’Euribor a 3 mesi ci dicono che questo indice dovrebbe superare l’1% solo dopo il 2017, il che porterebbe l’aumento delle rate variabili ben al di sotto di quella che sarebbe l’attuale rata partendo con il fisso, il mutuatario è disposto a correre il rischio?, rassicurato dallo stesso Mario Draghi che dice che "i tassi resteranno bassi ancora a lungo", per chi ha timore e non vuole vivere nell’ansia l’unica scelta è il tasso fisso, anche se decisamente più caro.
Nei prossimi mesi ci attenderà un ulteriore riduzione nell’ordine di 10-20 punti base, ciò dovrebbe portare lo spread al di sotto del 2%, ma sarà necessario vedere quale sarà la velocità di ripresa dell’intero sistema economico italiano e quali saranno gli sviluppi economici e finanziari a livello internazionale.
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