Lo smartphone nelle scuole mette in pericolo la capacità di apprendimento?

Sveva De Angelis Coccanari

15 Settembre 2017 - 11:09

Il Ministro dell’Istruzione Fedeli è favorevole all’introduzione degli smartphone nelle scuole, ma siamo certi che questo sia positivo?

Lo smartphone nelle scuole mette in pericolo la capacità di apprendimento?

In questi giorni non è raro sentir parlare della Ministra Fedeli e della sua linea pro-smartphone. Il Ministro dell’Istruzione si era già detta d’accordo con l’utilizzo dei cellulari in classe e in particolare da questo venerdì avverrà l’insediamento di una commissione ministeriale che getterà delle linee guida su come lo smartphone vada utilizzato in aula.

Fedeli e la decisione sugli smartphone nelle scuole

Alla base della decisione della Ministra vi è la consapevolezza del fatto che il telefono è ormai un elemento imprescindibile per i giovani di oggi (e non solo). La Fedeli ritiene che questo legame possa essere sfruttato al meglio dalla scuola per favorire l’apprendimento.

Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet.

Queste le parole del Ministro dell’Istruzione che però tiene a specificare che il cellulare di cui saranno forniti gli studenti sarà uno strumento didattico e non un’occasione per non seguire le lezioni “facendosi i fatti loro”.

E mentre c’è chi trova l’idea alquanto innovativa e brillante per altri si tratta invece di qualcosa di inaccettabile.

Ma uno smartphone in mano agli studenti può davvero aiutare la concentrazione e favorire l’apprendimento?

Lo smartphone in aula peggiora la capacità di apprendere degli studenti: la ricerca

A questa domanda hanno provato a rispondere già nel 2015 due studiosi della London School of Economics: Louis Philippe Benand e Richard Murphy.

Lo studio, chiamato “Ill communication: Technology, Distraction & Student Performance”, voleva verificare se effettivamente il divieto introdotto nelle scuole inglesi di utilizzare il cellulare (cui aveva aderito il 98% di esse) potesse giovare agli studenti e aumentarne la capacità di apprendimento.

Condotta su 91 scuole liceali di 4 città inglesi diverse la ricerca aveva concluso che sì, gli studenti che non utilizzavano il proprio smartphone a scuola imparavano molto di più. I risultati ai test degli studenti di 16 anni le cui scuole avevano adottato una politica anti-cellulare erano migliorati del 6,4% e la probabilità di passare gli esami finali aveva subito un incremento del 2%.

In generale si poteva dire che senza lo smartphone gli studenti apprendevano come se avessero avuto una settimana in più aggiunta all’anno scolastico.

Ma come mai il cellulare è così dannoso per l’apprendimento degli studenti? La risposta, anche banale, si trova nel multitasking. Gli studenti che cercano di fare più cose contemporaneamente (come seguire una lezione e utilizzare il proprio smartphone) si trovano inevitabilmente ad essere distratti e ad apprendere quindi meno degli altri.

Ovviamente la ricerca non asserisce che gli smartphone non debbano essere assolutamente inserito nella scuola e che non vi possa essere metodo di farne uno strumento di sostegno alla concentrazione, ma solo che dai dati riportati fino a quel momento rappresentava un rischio per l’apprendimento degli studenti.

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# Scuola

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