Limite contanti a 3.000 euro: norma generale, assegni, Pos e sanzioni. Cosa cambia?

Rosaria Vincelli

11/01/2016

La Legge di Stabilità 2016 innalza il limite contanti a 3.000 euro. Ecco come cambia la norma generale, quali sono le sanzioni previste, i limiti per gli assegni e le novità per i Pos.

Limite contanti a 3.000 euro: norma generale, assegni, Pos e sanzioni. Cosa cambia?

La Legge di Stabilità 2016 alza nuovamente il limite per il pagamento in contanti da 1.000 euro, come previsto dalla riforma posta in essere da Mario Monti, a 3.000 euro.
Vediamo, però, cosa dispone la norma generale e nello specifico per gli assegni, quali sono gli interventi prospettati per i Pos e le sanzioni previste.

Limite contanti, novità 2016: norma generale

Preme sottolineare che modifiche alla normativa attualmente vigente sono state apportate solo al comma 1 dell’art. 49 del D.lgs. n. 231/2007: se con la riforma posta in essere dal governo Monti il limite per il “trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi” è stato abbassato da 12.500 euro a 1.000 euro, adesso, con la nuova Legge di Stabilità viene innalzato nuovamente, ma a 3.000 euro (anche il limite per il pagamento dei canoni di locazione viene riportato a 3.000 euro, non essendo stata prevista alcuna sanzione in caso di superamento del tetto di 1.000 euro).

Da gennaio 2016, quindi, gli italiani si stanno confrontando con un tetto all’utilizzo del contante meno rigido rispetto a quello previsto negli anni passati e solo tra qualche tempo riusciremo a trarre delle conclusioni al fine di valutare se le aspettative che hanno spinto il Governo a tale manovra siano state disattese o meno.

Le ragioni dell’innalzamento del limite a 3.000 euro vengono Qui meglio chiarite, insieme ai probabili effetti che da esso potrebbero discendere.

Come abbiamo detto in precedenza, le modifiche riguardano il comma 1 dell’art. 49 del d.lgs. n. 231/2007, ossia i trasferimenti di contante, libretti di deposito o titoli al portatore, nulla cambia invece per gli assegni bancari e postali.

La normativa che regola l’emissione di assegni bancari e postali è racchiusa nel comma 5 dell’art. 49 del D.lgs. n.231/2007 il quale non è stato modificato dalle disposizioni previste dalla Legge di Stabilità 2016, per cui gli assegni emessi con un valore superiore a 1.000 euro devono ancora indicare:

  • il nome ed il cognome del beneficiario;
  • la clausola di non trasferibilità.

E’ bene ricordare che per i pagamenti effettuati dalle Pubbliche Amministrazioni il limite resta, invece, sempre di 1.000 euro, ecco quanto disposto: “resta fermo per le pubbliche amministrazioni l’obbligo di procedere alle operazioni di pagamento degli emolumenti a qualsiasi titolo erogati di importo superiore a mille euro, esclusivamente mediante l’utilizzo di strumenti telematici, ai sensi dell’articolo 2, comma 4-ter, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.”

Nulla è cambiato nemmeno per il money transfer (strumento che permette il trasferimento di denaro attraverso intermediari finanziari diversi dalle banche) per il quale il limite massimo per l’utilizzo del contante resta sempre fermo a 1.000 euro.

Limite contanti, novità 2016: Pos

Argomento che ad oggi fa molto discutere è quello relativo ai Pos, strumento che permette di effettuare pagamenti attraverso moneta elettronica che, in Italia, seppure molto diffusi, restano poco utilizzati rispetto ad altri Paesi europei.

La questione principalmente dibattuta resta quella dei costi delle transazioni eseguite con i Pos.

Al fine di aumentare l’utilizzo dei Pos il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) punta ad introdurre sanzioni per commercianti e professionisti che non si dotano di tale strumento, infatti dal primo gennaio 2016 è obbligatorio accettare pagamenti con bancomat e carte di credito (eccetto i casi di impossibilità oggettiva come specificato dal comma 900 dell’articolo unico della legge 208/2015).

Ricordiamo che, seppure sia previsto per commercianti e professionisti il Pos obbligatorio, ad oggi ancora il mancato possesso non viene sanzionato, ed infatti, uno dei punti della Legge di Stabilità fa luce proprio sull’esigenza di introdurre sanzioni al fine di incrementare l’utilizzo di tale strumento.

Per agevolarne l’uso viene proposta anche una riduzione delle commissioni interbancarie in linea con il regolamento Ue 751/2015 che prevede un tetto massimo alle commissioni interbancarie dello 0,3% del valore dell’operazione per le carte di credito e dello 0,2% per le carte di debito (bancomat).

Queste riduzioni, però, non eliminano del tutto il problema, essendo le commissioni interbancarie solo una parte dei costi a carico di commercianti e professionisti: bisogna considerare anche le commissioni sul servizio dell’esercente.

Come già riferito, poi, le Pubbliche amministrazioni sono sempre tenute ad effettuare i pagamenti superiori a 1.000 euro con gli strumenti telematici.

Limite contanti, novità 2016: sanzioni

Relativamente all’aspetto sanzionatorio, attualmente, chi viola il limite di 3.000 euro per l’utilizzo di contanti nelle transazioni va incontro a sanzioni amministrative che oscillano tra l’1% ed il 40% dell’importo trasferito.
La sanzione non può mai essere inferiore a 3.000 euro, mentre per le violazioni che superano i 50.000 euro la sanzione minima è aumentata di 5 volte.

Al fine di consentire il pagamento in contanti la Legge di Stabilità prevede, però, la possibilità di convenire ad un accordo circa la rateizzazione dei pagamenti (l’Amministrazione Finanziaria deve valutare caso per caso la possibilità di concedere la rateizzazione che comunque deve basarsi su due condizioni: preventivo accordo tra le parti e natura dell’operazione che consente la rateizzazione come ad esempio più sedute presso un professionista).

La normativa dispone poi sanzioni amministrative per chi supera la soglia di 1.000 euro nei seguenti casi:

  • money transfer;
  • operazioni di pagamento eseguite dalle Pubbliche amministrazioni;
  • emissione di assegni bancari e postali non recanti nome e cognome del beneficiario né clausola di non trasferibilità.

Vecchie violazioni, come fare?
Per quanto riguarda, poi, le violazioni commesse nel periodo precedente in cui il tetto massimo era stabilito a 1.000 euro, ci si chiede se la sanzione sia ancora applicabile, nonostante sia venuto meno il reato in seguito all’innalzamento del limite oppure si debba fare ricorso al principio del favor rei (nessuno può essere punito con una legge precedente meno vantaggiosa per il reo).

Ad oggi ancora non esiste normativa precisa, anzi, stando a quanto affermato dai diversi orientamenti non è possibile fornire una soluzione univoca.

Infatti, in base a quanto affermato dalla Commissione consultiva per le infrazioni valutarie e antiriciclaggio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel parere 8.10.2008 n. 104584/A, il principio del favor rei ha valenza generale.

Non è dello stesso avviso, invece, la Cassazione che, sostenuta anche dalla dottrina, con diverse sentenze ha mostrato il suo parere contrario trattandosi, nel caso di specie, di sanzioni amministrative per le quali, in assenza di una specifica indicazione normativa, si applica il principio che dispone l’assoggettamento del reo alla legge del tempo in cui il fatto si è verificato.

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