Il Cdm di oggi dovrà licenziare alcuni importanti provvedimenti: tra di essi il Decreto Salva-Ilva e i primi decreti attuativi del Jobs Act dedicati a licenziamenti, indennizzi e contratto a tutele crescenti
Prima della tanto attesa pausa natalizia il Consiglio dei Ministri di oggi sarà chiamato a emanare il primo dei decreti attuativi del Jobs Act, quello dedicato al contratto a tutele crescenti e al campo di applicazione dell’articolo 18 con la correlata disciplina del reintegro in caso di licenziamento. Sono attesi per oggi anche il Decreto che dovrebbe rendere operativo il piano di salvataggio dell’Ilva di Taranto e l’altro decreto legislativo che va ad attuare il Jobs Act: quello dedicato alla disciplina della Nuova Aspi.
Licenziamenti
L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che tutela il personale aziendale garantendogli il reintegro sul luogo di lavoro, in seguito a licenziamento senza giusta causa, dovrebbe essere di fatto superato, dal momento che il licenziamento per motivi economici sarà escluso dai casi tutelati. Le aziende potranno, quindi, licenziare i lavoratori qualora si trovino in difficoltà economiche sebbene rimarrà ancora in vigore il reintegro in alcuni specifici casi:
- licenziamento per motivi discriminatori;
- casi di "insussistenza del fatto materiale" ovvero quei casi in cui il lavoratore, in seguito a un ricorso presso un tribunale del lavoro, riesce a dimostrare di non aver commesso il fatto (ad esempio un furto) che costituiva la ragione con la quale il licenziamento era motivato;
Si tratta, tuttavia, di una casistica ancora molto ampia e indefinita, per la quale una parte dell’attuale maggioranza (ovviamente quella più liberista, ovvero Ncd) chiede che venga riconosciuta al datore di lavoro la facoltà di opting out ovvero la possibilità di convertire l’eventuale condanna al reintegro, comminata da un tribunale del lavoro, con una pena di natura pecuniaria, ossia con il pagamento di un indennizzo maggiore al lavoratore.
Indennizzi
Per quanto riguarda gli indennizzi che il lavoratore dovrà ricevere, in seguito al licenziamento per motivi economici o organizzativi (situazione economica negativa dell’azienda o processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale), il decreto attuativo del Jobs Act dovrebbe cercare di limitare la possibilità di licenziamenti opportunistici nel primo periodo del nuovo contratto a tutele crescenti (il periodo in cui, appunto, le tutele sono minori). A tal fine verrà introdotto un indennizzo minimo che dovrebbe ammontare a:
- 4 mensilità e dovrebbe scattare subito dopo la fine del periodo di prova (che, mentre nella disciplina attuale è di 6 mesi, potrebbe essere esteso a 9 o 12 mesi), nel caso in cui si ricorra a un tribunale del lavoro per risolvere il contenzioso;
- 2 mensilità nel caso in cui si ricorra alla conciliazione standard per risolvere il contenzioso tra datore di lavoro e lavoratore, scaturito con il licenziamento;
In entrambi i casi le somme percepite a titolo di indennizzo dovrebbero essere esentasse.
Per quanto riguarda, invece, la durata massima degli indennizzi il Governo dovrebbe orientarsi sulle seguenti soluzioni:
- 1,5/2 mensilità di indennizzo per ogni anno di servizio in azienda, con un massimo di 24 mensilità di indennizzo, nel caso in cui il licenziamento dia luogo a un contenzioso sul quale dovrà esprimersi un tribunale del lavoro;
- 1 mensilità per ogni anno di servizio con un tetto massimo di 16-18 mensilità nei casi in cui il contenzioso ingenerato dal licenziamento sia risolto con il ricorso alla conciliazione;
Piccole Imprese e Licenziamenti Collettivi
Per quanto riguarda le imprese con meno di 16 dipendenti per le quali non valgono le attuali tutele previste dall’articolo 18 l’orientamento prevalente del Governo è quello di non peggiorare la situazione con i decreti attuativi in emanazione oggi, per questo, potrebbero essere verosimilmente previsti, nei casi di licenziamento illeggittimo, degli indinnizzi monetari, variabili tra le 2,5 e le 6 mensilità.
Per quanto riguarda, invece, i licenziamenti collettivi che, nella quasi totalità dei casi, avvengono per motivi di natura economica e che, quindi, dovrebbero essere interessati dalle nuove regole, con ogni probabilità si rimanderà la disciplina sui licenziamenti e sugli indennizzi a un momento successivo, probabilmente quello in cui verrà emanato il nuovo Codice semplificato del Lavoro.
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