Pensavo fosse Lehman invece era un Mps: Evergrande e quello snobismo anti-cinese

Mauro Bottarelli

22 Settembre 2021 - 14:02

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Scontata svolta «alla greca» per il colosso nei guai: paga solo i bond in yuan, mentre la Pboc inonda di liquidità. L’Occidente smetterà mai di pensare a Pechino come a un retrobottega di sartoria?

Pensavo fosse Lehman invece era un Mps: Evergrande e quello snobismo anti-cinese

Alle 10 di questa mattina, il titolo Evergrande Real Estate quotato alla Borsa di Francoforte segnava un rotondo +24%. Non male per un’azienda alla vigilia del default, del suo Lehman moment. Ovviamente, tutto va messo in prospettiva. In primis, il prezzo ridicolo raggiunto dall’azione del colosso cinese e il balzo minimo rappresentato - a livello di valore - da quell’aumento percentuale. Comunque sia, il giorno del giudizio pare rinviato a data da destinarsi.

Alla base di tutto, la più ovvia delle conclusioni: un misto di soluzione alla greca e intervento della Banca centrale. Queste due immagini

Scadenze e controvalori dei coupon su bond onshore e offshore di Evergrande Scadenze e controvalori dei coupon su bond onshore e offshore di Evergrande Fonte: Bloomberg
Controvalori delle operazioni repo della Banca centrale cinese (2021) Controvalori delle operazioni repo della Banca centrale cinese (2021) Fonte: Bloomberg

spiegano più di mille parole l’accaduto: domani il gigante azzoppato pagherà solo i 232 milioni di yuan del coupon in scadenza sul bond 2025 denominato in valuta locale, mentre salterà - come già annunciato dalle autorità - il proprio obbligo rispetto ai detentori esteri sugli spettanti 83,5 milioni di dollari. Reazione del mercato? Un sospiro di sollievo. Con buona pace di George Soros e delle sue intemerate sul rischio connesso agli investimenti in Cina.

Contemporaneamente, la Pboc ha iniettato altri 120 miliardi di yuan nel sistema, il controvalore repo maggiore da febbraio e il terzo intervento sopra i 100 milioni negli ultimi tre giorni. Un prezzo relativamente a buon mercato per evitare un’altra Lehman Brothers, oltretutto con il mondo che annega ulteriormente nell’indebitamento da pandemia: 36 trilioni in più dal marzo 2020. Parafrasando il film di Massimo Troisi, pensavo fosse Lehman invece era un Monte dei Paschi. Ovvero, un guaio sistemico che si può tamponare con soluzioni poco ortodosse e un bell’intervento statale.

Il problema, a questo punto, è però di approccio sistemico e culturale. E rischia di costare molto caro all’Occidente, se continuerà a seguire la via indicata da Washington verso una contrapposizione frontale con Pechino, al netto delle parole di relativo disgelo pronunciate in tal senso da Joe Biden all’Onu. E non si tratta soltanto di uno scontro che i neo-con dell’era Bush avrebbero definito fra civiltà, incentrato sul rispetto dei diritti umani e sull’impostazione dello Stato nei confronti del cittadino. Bensì di un ormai mal riposto sentimento di superiorità morale e materiale, uno snobismo fuori tempo massimo verso una società che ancora si vede legata allo stereotipo dell’iper-produzione da catena di montaggio, la fabbrica mondiale di chincaglieria e merci a basso costo, il retrobottega di sartoria dove si porta a fare l’orlo ai vestiti di poco pregio.

E non serve dilungarsi o lanciarsi in tentativi di dotte disquisizioni economiche, politiche o storiografie per smentire questo pregiudizio. Bastano tre grafici, di fatto la vivida rappresentazione di cosa sia oggi la Cina, al netto del caso Evergrande e della grancasse catastrofiste che lo hanno accompagnato. Primo,

Controvalori degli investimenti infrastrutturali approvati in Cina Controvalori degli investimenti infrastrutturali approvati in Cina Fonte: Bloomberg

la situazione del ramo costruzioni e infrastrutture è talmente alla soglia della rovina che Pechino, dopo sei mesi di moratoria, ha riattivato i programmi di approvazione del mega-piano infrastrutturale di Stato, la spina dorsale della seconda rivoluzione culturale che Xi Jinping intende presentare con tutti gli onori al Sesto Plenum del partito di novembre. Ecco il motivo per cui Evergrande è stata trattata come la rana bollita di Noam Chomsky e il mondo tenuto con il fiato sospeso fino ad oggi: occorreva mostrare come il governo voglia cacciare i mercati dal tempio del real estate, bandendo speculatori e accumulatori seriali di debito da un comparto strategico e popolare come quello della casa. Attenzione quindi, la prossima mossa pare ormai all’orizzonte: divieto di intervento dei fondi di private equity nell’edilizia residenziale.

Secondo,

Comparazione Cina-Giappone nell'import di gas naturale Comparazione Cina-Giappone nell’import di gas naturale Fonte: Bloomberg

nel momento in cui il mondo intero comincia a porsi seri interrogativi sulla transitorietà dell’inflazione, quantomeno rigirando fra le mani l’ultima bolletta elettrica o la ricevuta del benzinaio, ecco che la Cina fa il pieno di importazioni di gas naturale. Alla valutazione massima da quando vengono tracciate le serie storiche, tanto da essere ormai pronta al sorpasso sul Re incontrastato della categoria, il Giappone. Un Paese schiacciato dai debiti e con settori strategici sull’orlo del defaul, opera in questi termini e con queste tempistiche?

Terzo e più importante di tutti:

Numero di brevetti presentati per la rete 6G nel 2021 Numero di brevetti presentati per la rete 6G nel 2021 Fonte: Statista/Nikkei

mentre in Europa ancora discutiamo del 5G, trattando l’argomento come un evento del futuro che non necessita di particolare fretta per la fase operativa, ecco che Pechino è già in prima posizione a livello mondiale per quanto riguarda la presentazione di brevetti legati allo step successivo delle reti mobili broadband, il 6G. Superata l’America, stracciati Giappone e Unione Europea e umiliata la patria di Samsung, la Corea del Sud. Questa è la Cina, oggi. Davvero un Paese con peculiarità simili si sarebbe potuto far esplodere in casa una Lehman, conoscendone perfettamente il livello di indebitamento e l’impatto sistemico, senza fare nulla?

Solo la propaganda interessata poteva vendere una narrativa simile all’opinione pubblica, ovviamente come coté di una più ampia campagna di delegittimazione e criminalizzazione ex ante della Cina. C’è un problema, però, rappresentato da questo grafico:

Correlazione tra flusso retail e prezzo delle equities Usa Correlazione tra flusso retail e prezzo delle equities Usa Fonte: Reuters

lunedì, mentre le Borse sembravano nel pieno di un déjà vu del settembre 2008, i retail traders hanno comprato sui minimi. Con il badile. La stessa opinione pubblica cui si voleva vendere la fine del mondo come evento pronto a bussare alla porta, in arrivo dalla Cina come il Covid, ha fatto due conti. E guardato più ai lati positivi connessi ai guai della Fed che a quelli di Evergrande. Pessimo segnale per l’establishment.

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