Legge di stabilità, Berlusconi e Cancellieri: Ecco il futuro incerto del governo Letta

Marta Panicucci

18 Novembre 2013 - 12:02

Molti gli interrogativi sul futuro del governo e del paese. La mozione di sfiducia al ministro Cancellieri spaccherà il Pd? La decadenza di Berlusconi farà cadere il governo? La legge di stabilità bocciata da Bruxelles verrà modificata? e la legge elettorale?

Legge di stabilità, Berlusconi e Cancellieri: Ecco il futuro incerto del governo Letta

La fine di questo mese di novembre non si prospetta semplice per il governo Letta. Diverse le questioni che il governo e la politica in generale si troverà ad affrontare nella prossime due settimane.

La lista degli impegni è ricca e diversificata: si va dalla sfiducia al ministro Cancellieri, alla decadenza di Berlusconi, solo per parlare del futuro politico di due personaggi in particolare. A livello macro, il problema del governo Letta sarà trovare la quadratura del cerchio per la legge di stabilità, appena bocciata dall’Ue e prendere una decisione sull’opportunità di cambiare la legge elettorale.

Anche il Pd non ha davanti a sé un periodo semplice: spaccato in due sul caso Cancellieri, si sta avvicinando la fatidica data dell’elezioni alla segreteria del partito e già non mancano le polemiche. Si discute sulle modalità di voto, su chi sia in testa nei sondaggi e sul futuro del partito e del governo con il nuovo segretario.

Queste le prossime settimane di fuoco per il governo delle larghe intese, ma vediamo meglio tutti gli appuntamenti.

Sfiducia Cancellieri

Mercoledì 20 novembre è la prima tappa: la camera dovrà votare la mozione di sfiducia al ministro Cancellieri. La questione ormai è nota, è stata una telefonata del ministro della giustizia alla famiglia Ligresti, coinvolta nell’inchiesta Fonsai a scatenare l’indignazione e la richiesta di dimissioni della Cancellieri.

Questa data non è importante solo per il futuro politico del ministro della giustizia che ha chiamato una famiglia indagata per manifestare vicinanza e rinnovare la propria amicizia, ma anche per il Pd. Dalla base infatti si leva chiaro un coro che invoca le dimissioni del ministro, mentre il premier Letta ha sempre difeso il ministro insieme all’alleato di partito, il Pdl.

I quattro candidati alla segreteria del partito, non a caso, hanno tutti chiesto le dimissioni della Cancellieri; Renzi ha detto che il ministro dovrebbe dimettersi prima del voto di sfiducia, mentre Civati ha presentato una sua mozione di sfiducia.

Domani si riunirà l’assemblea dei gruppi del Pd che dovrà decidere la linea del partito sulla questione. Il rischio spaccatura è dietro l’angolo.

Decadenza Berlusconi

Prossima data importante il voto per la decadenza di Berlusconi da senatore. Teatro di questa seconda vicenda sarà il senato, il 27 novembre. Con la decisione di procedere tramite voto palese l’esito sembra alquanto scontato: Silvio Berlusconi dovrebbe decadere da senatore.

E dal quel momento il governo passerà brutti momenti. Con la decadenza di Berlusconi la rinata Forza Italia toglierà certamente il sostegno al governo che resterà, almeno al senato, con una maggioranza risicata e appesa ad un filo. A Letta basterà il sostegno di Alfano per governare?

Legge di stabilità e riforma elettorale

Altra preoccupazione per il governo è certamente la legge elettorale. A regalare notti insonni al premier Letta è stata la commissione europea di Bruxelles che ha bocciato la legge di stabilità italiana.

Secondo l’analisi effettuata dalla commissione infatti la legge di stabilità italiana rischierebbe di portare il paese oltre i parametri di stabilità fissati da Bruxelles.

"Nel 2014 i progressi dell’Italia non sono sufficienti per il rispetto dei criteri sul debito a causa dell’insufficiente miglioramento strutturale", si legge nel rapporto della Commissione.

Altro tema centrale della prossima settimana sarà la legge elettorale. La scorsa settimana è stato bocciato l’ordine del giorno di Pd, Sel e Scelta civica per l’adozione di un sistema elettorale a doppio turno. E così l’Odissea sembra non avere fine.

Tra dichiarazione, smentite e schermaglie varie, adesso la parola passa alla commissione affari costituzionali e alla corte costituzionale che deve decidere sull’ammissibilità del ricorso contro l’attuale porcellum da parte della Cassazione.

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