Il Senato ha approvato ieri l’emendamento Esposito che ridefinisce il volto dell’Italicum, la nuova legge elettorale con cui si vota dal 2016: ecco le ultime novità.
Approvato ieri, con una maggioranza trasversale composta dai senatori renziani del Pd e da un folto gruppo di senatori di Forza Italia, l’emendamento Esposito, passato alla cronaca anche come maxicanguro, con cui viene definita a tutta tondo la nuova legge elettorale. Il voto di ieri ha confermato la tenuta del Patto del Nazareno e ha consentito di dribblare una fronda di 27 dissidenti del Pd che hanno votato contro. L’emendamento del senatore Pd Stafano Esposito manda in soffitta le precedenti proposte della minoranza Pd, che avrebbe voluto dare un peso maggiore al voto di preferenza, ma anche altre 35000 proposte di modifica del disegno di legge presentate dalle opposizioni, rendendo ormai il percorso di approvazione delle Legge Elettorale molto più semplice e prossimo (probabilmente già la prossima settimana). Ecco cosa prevede l’Italicum nella sua ultima versione e come si vota dal 2016.
Premio di maggioranza
Qualora una delle liste che si presentano alle elezioni superi al primo turno la soglia del 40%, otterrà un premio di maggioranza che le assegnerà di diritto 340 parlamentari sui 630 di cui è composta la Camera (l’unico ramo del Parlamento per cui si voterà dal 2016, dal momento che, qualora dovessere essere approvata in via definitiva anche la riforma del Bicameralismo, il Senato non sarà più elettivo). In questa versione il premio di maggioranza è assegnato, quindi, al singolo partito e non alla coalizione, come prevedeva la precedente versione e come avrebbe preferito Forza Italia.
Ballottaggio
Se alla prima votazione nessuna lista ottiene almeno il 40% dei voti si va al ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto il numero maggiore di voti. La lista che vince ottiene 340 seggi e le due liste che vanno al ballottaggio non possono essere collegate nei due turni di votazione.
Collegi plurinominali
Il territorio italiano sarà diviso in 100 collegi plurinominali, ossia collegi che assegneranno a più candidati la possibilità di essere eletti. In base all’emendamento Esposito in ogni collegio sarà previsto un capolista bloccato scelto dalle segreterie dei partiti mentre per gli altri candidati si segue il sistema delle preferenze. In altri termini, per ogni collegio sarà previsto un certo numero di seggi, qualora una lista ottenga il numero di voti necessario per eleggere un candidato il primo seggio spetta automaticamente al capolista (il cui nome è anche l’unico a essere prestampato sulla scheda elettorale); gli altri candidati eletti saranno scelti dai cittadini: saranno, quindi, quelli che otterranno in numero maggiore di voti. La minoranza Pd avrebbe voluto l’estensione del sistema delle preferenze a tutti i candidati, capilista inclusi.
Candidature plurime
Solo i capilista designati dalle segreterie di Partito potranno essere candidati in più collegi, fino a un massimo di 10 mentre gli altri cittadini che concorrono alle elezioni potranno essere candidati in un solo collegio. Il candidato capolista potrebbe decidere di rappresentare gli elettori di un collegio piuttosto che di un altro tra quelli per i quali concorre, in tal modo un elettore non avrà mai la certezza che venga eletto il capolista che ha scelto. Proprio per questo, l’uso massiccio di candidature plurime da parte di un partito, potrebbe determinare un aumento degli eletti con voto di preferenza.
Soglie di sbarramento
Per ottenere rappresentanza alla Camera i partiti dovranno ottenere almeno il 3% dei voti. La soglia di sbarramento è stata notevolmente abbassata rispetto alle precedenti versioni della norma (4,5% per liste singole; 8% per liste coalizzate e 12% per le coalizioni) su richiesta dei piccoli partiti (Ncd, Udc e Sel). Il potere di veto dei partiti minori rimane comunque fortemente ridimensionato dal premio di lista che assegna, comunque, a un solo partito la maggioranza dei seggi utile a governare.
Preferenze
Sulle nuove schede elettorali sarà presente il simbolo della lista, accanto al quale ci sarà il nome prestampato del capolista (scelto dai partiti) e due righe bianche in cui gli elettori potranno esprimere le proprie preferenze per i candidati presenti nella lista, per ora si prevede che ogni lista avrà circa 6 candidati per ogni collegio. Sarà possibile barrare il solo simbolo senza esprimere preferenze (il voto in questo caso va al capolista) o esprimere una sola preferenza oppure due. Nel caso in cui si esprimano due preferenze dovranno indicare candidati di genere diverso, altrimenti il voto sarà annullato. Altro dato relativo al genere è che i capilista dello stesso sesso, presentati da ogni lista a livello nazionale, non possono superare il 60% del totale, altrimenti la lista non sarà ammessa alle votazioni.
Entrata in vigore
La nuova legge elettorale entrerà in vigore nel 2016, in base a una specifica clausola di salvaguardia, voluta non solo attendere l’approvazione della riforma, complementare del bicameralismo, che dovrebbe portare all’abolizione del Senato elettivo e limitare la nuova legge elettorale alla sola Camera dei Deputati, ma anche per evitare che l’attuale maggioranza chiudesse anticipatamente la legislatura per andare a un voto anticipato che l’avrebbe resa, almeno al momento attuale, ancor più forte.
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