Legalizzazione cannabis: in Parlamento la legge che non la “legalizza” veramente

Simone Micocci

27 Settembre 2017 - 09:09

Domani - giovedì 28 settembre - la legge sulla cannabis sbarca in Parlamento, ma niente legalizzazione dopo il passo indietro del Partito Democratico.

Legalizzazione cannabis: in Parlamento la legge che non la “legalizza” veramente

Legalizzazione cannabis: giovedì 28 settembre sarà un giorno molto importante poiché alla Camera arriverà il testo di legge sul quale in questi mesi ha lavorato assiduamente un gruppo interparlamentare.

La nuova legge era molto attesa dai fautori della legalizzazione della cannabis poiché ne consentiva l’uso personale e la detenzione a tutti i maggiorenni, nel limite massimo di 5 grammi lordi. Il problema è che dopo il passaggio alla Commissione Affari Sociali di Montecitorio il testo della legge è stato completamente stravolto, tant’è che la nuova legge manca del suo elemento più importante quale la legalizzazione della cannabis.

Una legge nata per rendere legali le droghe leggere anche in Italia ma sul quale il Partito Democratico ha deciso di fare un deciso passo indietro, privando il testo di tutte quelle parti finalizzate alla legalizzazione della cannabis. Uno stravolgimento che non è piaciuto allo stesso relatore del progetto di legge, Daniele Farina di Sinistra Italiana, il quale ha deciso di dimettersi dal suo incarico.

Ma cosa dice la nuova legge sulla cannabis? Quali sono le differenze rispetto all’impianto generale? Facciamo chiarezza.

Legalizzazione cannabis: cosa diceva la legge

Il progetto di legge che domani arriverà in aula sarà molto differente rispetto a quello originale; la proposta di legalizzazione su cui ha lavorato il gruppo interparlamentare, infatti, permetteva ai maggiorenni di detenere e consumare per uso personale della cannabis, nella misura massima di 5 grammi lordi.

Inoltre, per la detenzione in casa il limite era di 15 grammi lordi, aumentabile nel caso in cui la persona dimostri di consumarla a fini terapeutici previa la presentazione di un certificato medico.

Inizialmente la legge sulla legalizzazione della cannabis consentiva persino la coltivazione personale della pianta di marijuana, nel limite di 5 piante di sesso femminile. L’importante era richiedere l’autorizzazione alla coltivazione, concessa dai Monopoli di Stato territorialmente competenti.

Una vera e propria rivoluzione, che il Partito Democratico all’ultimo momento ha deciso di non voler fare tagliando il testo di legge delle sue parti più importanti.

Ecco perché il testo che domani sbarcherà alla Camera non legalizza veramente la cannabis, poiché ne limita la detenzione e l’utilizzo al solo fine terapeutico.

La nuova legge sulla cannabis è inutile

Discutere della legge sulla cannabis così com’è non ha alcun senso; nel testo non ci sono infatti chissà quali cambiamenti, poiché in aula si discuterà solamente della parte della legge che concerne l’uso medico dei cannabinacei.

Potranno consumare e detenere cannabis, quindi, solo quei soggetti che dimostreranno di averne bisogno per scopi terapeutici, certificati dal medico. Il problema è che l’uso terapeutico della cannabis è già regolamentato da diversi decreti del Ministero della Salute di cui la nuova legge rischia di essere una mera ripetizione.

Senza dimenticare che molte Regioni hanno approvato delle leggi con le quali sono stati liberi di scegliere se mettere il farmaco a base di cannabinacei a carico del servizio sanitario regionale.

La nuova legge avrà pochissimi effetti sulla vita dei cittadini, limitandosi a garantire il loro diritto alla salute; insomma, come dichiarato dall’ormai ex relatore Farina, sembra che “il Partito Democratico abbia scelto la via più semplice”.

Legalizzazione cannabis: la nuova legge verrà approvata?

Personalmente crediamo che questa legge non verrà approvata, o almeno non prima della scadenza della legislatura. Le polemiche di questi giorni, seguite dalle dimissioni del relatore Farina, dimostrano che il Parlamento è molto diviso sulla questione.

A tal proposito la discussione degli emendamenti si preannuncia molto “calda”; ad esempio c’è quello che riproduce integralmente il testo stralciato lo scorso luglio nella Commissione Affari Sociali, su proposta della relatrice Margherita Miotto (Partito Democratico).

È quasi impossibile però che venga ripristinato il testo originale; Sinistra Italiana da sola non ha i numeri per farlo e il Partito Democratico ha già dimostrato da che parte sta. Dal Centrodestra naturalmente non ci sarà nessun appoggio in merito, resta da capire la posizione del Movimento 5 Stelle.

Insomma, la discussione si preannuncia lunga e difficoltosa, mentre i tempi si restringono sempre di più. Ecco perché è quasi impossibile che la legge venga approvata in questa legislatura, neppure nella sua forma ridotta.

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