Lega Nord, primarie il 14 maggio e congresso il 21: resa dei conti tra Salvini e i dissidenti?

Alessandro Cipolla

6 Aprile 2017 - 13:26

Domenica 21 maggio si terrà il congresso della Lega Nord per eleggere il nuovo segretario dopo le primarie del 14: sarà la resa dei conti tra Salvini e dissidenti?

Lega Nord, primarie il 14 maggio e congresso il 21: resa dei conti tra Salvini e i dissidenti?

La Lega Nord terrà le sue primarie per eleggere il nuovo segretario domenica 14 maggio, mentre sette giorni dopo domenica 21 maggio si terrà il Congresso, in una località ancora da decidere ma che con ogni probabilità sarà Padova.

Questo è quanto deciso dal Consiglio Federale, il massimo organo della Lega Nord che così stabilisce anche per il carroccio quale sarà la road map per l’elezione del nuovo segretario, ruolo per il quale al momento è candidato solo Matteo Salvini.

Sarà dunque una consultazione con solo Matteo Salvini come candidato? Non è sicuro, in quanto nella Lega Nord gli avversari interni dell’attuale segretario non mancano, soprattutto tra i fedelissimi di Umberto Bossi.

Non tutti nella Lega Nord sono a favore della svolta governativa portata da Salvini, che ha portato per i puristi a mettere in secondo piano le ambizioni di una Padania libera. Con ogni probabilità, il Congresso del 21 maggio sarà il momento dove i conti verranno regolati.

Lega Nord, congresso il 21 maggio

Il Consiglio Federale della Lega Nord ha stabilito che domenica 14 maggio si terranno nelle segreterie provinciali le primarie per eleggere il nuovo segretario, alle quali potranno partecipare tutti gli iscritti al partito da almeno 5 anni.

L’esito delle primarie verrà poi ratificato nel Congresso del partito che si terrà domenica 21 maggio con ogni probabilità a Padova, che sarà una delle principali città dove il prossimo 11 giugno si terranno le elezioni amministrative.

Un doppio appuntamento per la Lega dove verrebbe spontaneo pensare che ci sia un autentico plebiscito per Matteo Salvini, l’uomo capace durante la sua segreteria di raddoppiare i voti del carroccio.

Invece la nuova elezione di Salvini potrebbe incontrare qualche ostacolo, anche se al momento l’attuale segretario è l’unico candidato. Dietro le quinte però gli scontenti stanno provando a serrare le proprie fila.

Da tempo all’interno della Lega Nord è presente un fronte ostile a Matteo Salvini, contrario alla svolta sovranista del partito e alla ferrea alleanza con la Meloni, aspetti che metterebbero in discussione ogni discorso sulla Padania.

A tirare le fila di questa corrente sarebbe il vecchio leader Umberto Bossi, l’ideatore della Lega che non ha mai avuto in particolare simpatia Salvini. Il Senatur avrebbe pensato di candidare alla segreteria Paolo Grimoldi, ma l’attuale segretario della Lega Lombarda ha declinato la proposta.

Nonostante il rifiuto di Grimoldi, i dissidenti sarebbero pronti a trovare comunque un candidato da opporre a Salvini. Una mossa questa che non farebbe molto piacere all’attuale segretario, che vorrebbe evitare uno scontro interno simile a quello in atto da alcuni mesi nel Partito Democratico.

Chi sfiderà Salvini?

La decisione di fare il congresso il 21 maggio ha indispettito molto gli oppositori di Salvini. Il poco tempo a disposizione e l’elevato numero di firme necessarie per presentare una candidatura, per i dissidenti viene vista come una sorta di svolta autoritaria del segretario, poco propenso secondo loro ad avere scomodi candidati sulla propria strada.

Matteo Salvini non vuole che la Lega Nord possa dare il sentore di essere un partito diviso al suo interno, men che mai poi che ci possano essere dubbi sulla sua leadership nel carroccio.

I dissidenti però sono convinti di poter dare molto fastidio al segretario. Alle primarie potranno votare solo chi è iscritto al partito da almeno 5 anni, prima ovvero dell’avvento di Matteo Salvini.

Uno zoccolo duro della Lega dove in molti non vedono di buon occhio l’addio ai vecchi ideali secessionistici. Non è un caso che Salvini non abbia modificato lo statuto del partito, che vede al primo punto sempre l’indipendenza della Padania.

La vittoria di Salvini non è in discussione, ma un’elezione arrivata non tramite un plebiscito ma dopo un acceso dibattito interno potrebbe fiaccare il partito e l’immagine del segretario.

In quest’ottica, le elezioni amministrative saranno un banco di prova, visto che si voterà in città importanti del Nord come Genova, Verona, Padova, Parma, Piacenza e Alessandria.

Per gli oppositori il Congresso andava fatto dopo il voto, per analizzare e discutere dell’esito delle amministrative. Invece si farà prima, cosa che ha ulteriormente mandato su tutte le furie i bossiani che quindi ora sarebbero comunque pronti alla battaglia delle primarie.

Nella Lega Nord si sta un po’ rivivendo il film già visto nel Pd: il giovane leader che punta a governare il paese contrapposto ai duri e puri che invece non vedono di buon occhio questa sorta di sconfessione dei vecchi ideali.

Nel Partito Democratico lo scontro tra vecchio e nuovo si è risolto con la scissione dei bersaniani, nella Lega Nord invece è molto più probabile che i panni sporchi al contrario saranno lavati in famiglia.

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# Lega

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