Le migliori scuse di chi non vota

Maurizio Contini

24 Novembre 2016 - 07:25

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Vai a votare al referendum? Ecco la raccolta delle migliori risposte a questa domanda.

Le migliori scuse di chi non vota

Il 40% degli Italiani è indeciso su cosa votare al referendum costituzionale del 4 dicembre. Tra questi la maggior parte è però decisa a non votare affatto al referendum e in questi casi le scuse che vengono avanzate sono a volte esilaranti.

Tra chi ha interpretato la politica come una religione e quindi “non crede” e chi invece non trova più la tessera elettorale, alcuni Italiani sono riusciti a inventare delle spiegazioni che sono al limite dell’assurdo.

Dati i toni ormai eccessivi per il referendum costituzionale e le lotte implacabili tra schierati per il Sì e per il No, forse il modo migliore per sopravvivere al referendum è sdrammatizzare.

Vediamo le migliori scuse che i cittadini espongono ad amici e parenti per giustificare la tessera elettorale vuota.

1) Non ci credo più ormai!

L’abbiamo sentita tutti almeno una volta nella vita, pronunciata dall’amico che ha deciso di votarsi ad una nuova religione: l’astensione!
La domanda da fare a questo punto sarebbe: non credi più in cosa?

Di certo non andare a votare non potrà portare alcun giovamento allo Stato o al società in cui si vive, ma lui comunque vi dirà che non crede e che non si recherà alle urne.

2) Non mi è mai arrivata la tessera elettorale

Sembra assurda, forse la più assurda della lista, ma vi giuro di aver sentito questa spiegazione personalmente e di essere rimasto allibito per la sua assurdità.
La persona in questione affermava di non aver mai ricevuto la tessera elettorale a casa e quindi di essere impossibilitata a votare.

Il sopruso, compiuto da Poste Italiane e dal Governo, andava avanti da ben 6 anni e lui non sapeva come rimediare a questa incredibile congiura contro la sua persona.

Di certo non sarà mai incappato nel nostro articolo Tessera elettorale: come rinnovarla o chiedere il duplicato, ma forse mi avrebbe risposto che per una congiura di Telecom non ha ancora la possibilità di accedere ad internet.

3) Tanto non cambia nulla

Una delle mie preferite, nonché la più inflazionata tra coloro che si credono nell’astensione. Un ragionamento del resto logico quello di non votare per fare in modo che le cose non cambino minimamente.

4) Non mi interessa

La classica frase che si pronuncia quando ti bussano alla porta di casa per proporti l’ultimo modello di folletto.
Del resto è giusto che non ti interessi in che modo viene amministrato il Paese in cui vivi, di chi sia al governo e quali piani ha per il futuro dell’Italia.

5) Ma è bel tempo!

Questa scusa è molto stagionale e viene usata soprattutto quando si vota verso l’inizio dell’estate. Chi si astiene, nelle belle giornate assolate ed afose di inizio estate, non riesce a trovare mai tempo per recarsi alle urne.

Del resto i seggi sono aperti solo dalle 7:00 alle 22:30, come riuscire a trovare un momento libero per recarsi dietro casa e mettere una crocetta? Un’impresa davvero impossibile!

6) È uno spreco di soldi

Arriviamo adesso al genio della finanza, che decide di non partecipare alle votazioni dal momento che per organizzarle si sono spesi troppi soldi. In linea di principio potrebbe anche essere condivisibile, difatti i costi potrebbero essere abbattuti accorpando le votazioni.

Non andare a votare perché si sono spesi troppi soldi però è un altro di quei paradossi in stile “cane che si morde la coda”. Ormai i soldi sono stati spesi e le urne allestite, non sarà uno spreco maggiore non recarsi a votare?

7) Forse vado, non so, vedo bene, mi informo

L’indeciso cronico, che non saprà mai cosa fare, non saprà come muoversi, ma alla fine una decisione la prenderà: l’astensione.
L’elettore indeciso tergiversa fino alla fine, non sa come muoversi, quale candidato scegliere, se votare Sì o No e infine decide di non recarsi alle urne, tanto alla fine “non cambia nulla”.

8) Non ci capisco nulla, bisogna essere degli specialisti

Non è sufficiente informarsi, leggere il testo della proposta o i programmi elettorali dei candidati, si deve essere degli specialisti in materia. Va bene che durante le elezioni si sentono tutti dei grandi costituzionalisti ed esperti di politica, ma non votare perché non si dei professori della materia è un po’ troppo.

Informarsi prima di recarsi alle urne è importane, ma usare questo come scusa è forse eccessivo.

9) Non mi sento rappresentato

È questa l’unica scusa degna di essere apprezzata, dal momento che in molti casi ci troviamo a votare il “meno peggio”. L’astensioni in questi casi viene praticata come uno strumento di ribellione e un segnale alla classe dirigente per cambiare il modo di operare.

Bisogna però dire che tra due candidati ci sarà sempre uno con un programma migliore di un altro e da decenni ormai questo metodo non porta alcun tipo di cambiamento.
Si pensi solo che lo slogan del 1976 della DC fu: Turatevi il naso ma votate Dc.

10) Vado contro i poteri forti e non voto

Un modo molto simile di vedere la questione voto al tipo di astensione di cui abbiamo parlato prima, un grido contro un potere che non rappresenta i cittadini.
Anche in questo caso però i poteri forti non cambiano di una virgola e le rivoluzione sarà fallita.

Che poi come si dovrebbe contrastare i “poteri forti” se non votando un candidato scomodo, qualcuno che tutta la classe politica non ama?

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