Svizzera, Slovenia e altri paesi europei sfidano le economie asiatiche in merito all’attrazione di capitali esteri. Burocrazia zero e tassazione agevolata per le nuove start up
Come tutti sanno la Svizzera è ritenuto un luogo molto ambito da parte di imprenditori e multinazionali per via di diversi motivi. In particolare un livello di tassazione inferiore rispetto ad altri paesi ed una particolare attenzione a livello di servizi hanno fatto sì che numerose società abbiano trasferito i loro capannoni dall’Italia (o altri paesi ) in Svizzera. Adesso il fenomeno sembrerebbe allargarsi anche alle nuove società che operano via internet.
Tra i pionieri delle società e- commerce con residenza nel territorio elvetico figura Guess (il marchio di abbigliamento americano con milioni di clienti) ma ben presto la società USA potrebbe essere raggiunta da numerose piccole realtà che operano nel campo del commercio elettronico. Un mercato che cresce con ritmi serrati (solo in Italia l’anno scorso l’incremento di fatturato è stato di circa 18 punti percentuali) e che interessa circa 14 milioni di consumatori. Una nuova delocalizzazione che comporta meno problemi e costi di quella tradizionale: infatti a spostarsi ora non sono più capannoni e lavoratori ma solo i server che ospitano il sito web.
La tassazione anche per le società web rimane sempre molto favorevole. Il livello di imposizione dipende dal cantone svizzero ove ha sede l’impresa. Nel Canton Ticino le imprese pagano in tasse il 21% e qualora l’importo della merce acquistata sia sotto i 150 euro viene anche esentata da dazi.
Tra gli altri paesi che presentano tassazioni agevolate figura anche la Slovenia, dove oltre che un livello di imposizione del 17%, vi è anche la possibilità di esportare più facilmente verso l’est Europa e la Germania i prodotti commerciati. Molti imprenditori hanno invece scelto il Regno Unito, paese che impone tasse del 20 % per chi guadagna sino a 300 mila sterline e che ha una burocrazia molto snella: costi di gestione societari molto bassi e nessun capitale sociale minimo per avviare nuove attività.
E’ proprio la burocrazia uno dei fattori che scoraggia maggiormente gli imprenditori della new economy che scelgono l’Italia per avviare la propria attività. Ad esempio il nostro paese è l’unico a livello europeo che non prevede soglie minime per la compilazione e l’invio del modello Intrastat (in Germania ad esempio sotto i 500 mila euro non occorre compilare il modello dichiarativo).
Inoltre negli altri paesi l’apertura dell’attività è fatta contestualmente all’apertura della posizione VIES (database delle partite iva). In Italia le procedure sono distinte con un aggravio di costi e di tempo. Tra i settori che maggiormente delocalizzano annoveriamo calzature, prodotti alimentari, cosmesi, cancelleria e abbigliamento.
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