Arrestati assistente e bodyguard di Marine Le Pen che non ha intenzione di restituire all’Europarlamento 300.000 euro, cifra secondo l’Olaf utilizzata in maniera impropria.
Arrestati assistente e bodyguard di Marine Le Pen, a seguito di un’indagine su presunti impieghi fittizi all’Europarlamento.
Marine Le Pen ancora contro l’Europa. Questa volta però non sono temi politici alla base dello scontro tra la leader del Front National e l’Europarlamento, ma questioni pecuniarie anche abbastanza imbarazzanti per la francese.
Marine Le Pen è stata infatti condannata dall’Olaf, l’authority europea per la lotta alla frode, al risarcimento verso l’Europarlamento di 340.000 euro, somma che sarebbe stata elargita da Bruxelles ed utilizzata in maniera impropria dalla leader del FN.
Martedì 31 gennaio era il termine ultimo per la restituzione, ma Marine Le Pen si è rifiutata di restituire la somma, aggiungendo che si tratterebbe di una vera e propria persecuzione nei suoi confronti.
Marine Le Pen ora rischia che le venga dimezzato il suo stipendio da europarlamentare. La vicenda però si va a sommare a quella di Panama Papers, mettendo ancora in difficoltà la candidata del Front National in piena campagna elettorale per le elezioni in Francia 2017.
Mercoledì 22 febbraio, gli inquirenti francesi avrebbero arrestato Catherine Griset e Thierry Legier, rispettivamente assistente e bodyguard di Marine Le Pen accusati di impiego fittizio presso l’Europarlamento.
Marine Le Pen contro l’Europa: deve restituire 300.000 euro
La disputa economica tra Marine Le Pen e l’Europa nasce lo scorso anno. Secondo l’Olaf, la leader politica francese avrebbe fatto un uso improprio di cospicue somme elargite dal Parlamento Europeo.
Sotto inchiesta è finita la figura di Catherine Griset, storica stretta collaboratrice e capo di gabinetto della Le Pen. Ai registri infatti la Griset risulta iscritta come assistente negli elenchi dell’Europarlamento dal 2010 al 2016, con una somma totale percepita di 300.000 euro.
Indagini dell’Olaf però hanno portato a scoprire che Catherine Griset non si sia mai presentata per adempiere al proprio lavoro a Bruxelles così come a Strasburgo. L’assistente invece sarebbe sempre rimasta negli uffici parigini.
Ma oltre al caso della Griset, anche quello riguardante la guardia del corpo Thierry Légier potrebbe procurare una sanzione alla Le Pen. Per una storia simile, il bodyguard avrebbe ricevuto 40.000 euro senza svolgere effettivamente il lavoro per cui era stato pagato.
A seguito delle indagini, i due sono stati poi arrestati dagli inquirenti francesi mercoledì 22 febbraio, nel pieno della campagna elettorale di Marine Le Pen per le elezioni politiche in Francia.
La data ultima per la restituzione della cifra da parte della Le Pen era quella del 31 gennaio, ma la leader del Front National non solo si è rifiutata di pagare, ma ha anche duramente attaccato Bruxelles.
Non mi voglio sottomettere a una persecuzione, a questa decisione unilaterale presa dagli avversari politici con esecuzione provvisoria in violazione dello stato di diritto, dei diritti della difesa, senza prove e senza aspettare che la giustizia, a cui mi sono rivolta, prenda una decisione nel merito.
Non avendo pagato, ora la Le Pen si vedrà pignorati i 4.342 euro mensili del fondo rimborsi e dimezzato lo stipendio da europarlamentare, che passerà così da 6.200 euro a 3.100 euro.
Marine Le Pen scivola ancora sui soldi
Non è la prima volta che Marine Le Pen finisce nell’occhio del ciclone per vicende finanziarie. Ben più clamore suscitò circa un anno fa il suo accostamento allo scandalo Panama Papers, riguardante alcuni fondi nascosti all’estero.
Frédéric Chatillon e Nicolas Crochet sono due stretti collaboratori di Marine Le Pen. I due avrebbero creato un sistema di società offshore in una fitta ragnatela tra Singapore, Hong Kong, le Isole Vergini e Panama. Il tutto facendo ricorso ai servizi dello studio panamense Fonseca finito al centro dello scandalo.
Il tutto era finalizzato al fare uscire soldi dalla Francia attraverso l’utilizzo di queste società, in un gioco delle classiche scatole cinesi. Anche se Marine Le Pen non è stata coinvolta direttamente, la cosa comunque ha creato più di un imbarazzo.
Marine Le Pen è attualmente la candidata del Front National alle elezioni politiche francesi di aprile. I sondaggi la danno grande favorita al cospetto del candidato socialista Benoit Hamon, con cui si dovrebbe misurare al ballottaggio.
Queste beghe finanziarie quindi non sembrano minimamente intaccare l’ascesa di Marine Le Pen, che potrebbe bissare in Francia il trionfo di Trump negli Usa.
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