Lavorare all’estero, la guida completa: cosa serve sapere prima di trasferirsi e dove farlo

Claudio Garau

23 Dicembre 2021 - 09:00

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Lavorare all’estero può essere la svolta della propria vita, ma prima di prendere l’aereo è opportuno valutare alcuni elementi, in modo da compiere una scelta ponderata.

Lavorare all’estero, la guida completa: cosa serve sapere prima di trasferirsi e dove farlo

Lavorare all’estero è il sogno di molte persone, è innegabile. Desiderio di cambiare vita, volontà di firmare un contratto di lavoro che finalmente consideri adeguatamente le proprie capacità e le proprie esperienze dando spazio alla meritocrazia, interesse a godere di condizioni più vantaggiose dal punto di vista fiscale e non solo: sono tanti gli elementi che possono condurre una persona a decidere di prendere l’aereo per giungere in una località oltre i nostri confini, con l’obiettivo di restarci più tempo possibile e forse tutta la vita.

Di seguito intendiamo fare il punto su come fare a lavorare all’estero, ossia: cosa serve sapere prima di trasferirsi? quali step occorre rispettare per effettuare il trasferimento, non pentirsi e non avere problemi con le leggi del luogo di destinazione? Facciamo chiarezza.

Come lavorare all’estero: il contesto di riferimento

Lo abbiamo appena accennato: quella di lavorare all’estero è una decisione che di fatto ben evidenzia quanto una persona è determinata a trovare la propria strada nel percorso esistenziale. In Italia, ogni anno, giovani e meno giovani fanno le valige e portano con sé il loro bagaglio di conoscenze universitarie ed anche le loro esperienze lavorative. Ma sono tantissimi anche coloro che, da poco maggiorenni, scelgono l’estero per un’esperienza formativa, ad es. in ambito turistico o che, da studenti universitari, aderiscono a programmi quali l’Erasmus.

C’è chi all’estero si ferma per un periodo e chi invece parte con l’intenzione di mettere in atto un vero e proprio cambio di vita. Tuttavia, per trovare lavoro all’estero - possibilmente stabile - è bene aver ben presenti alcuni fattori che differenziano il mercato del lavoro italiano da quello di altri paesi, ed è assolutamente raccomandabile sapere quali passi compiere in un contesto culturale diverso. Vero è che la propria esperienza di lavoro in un paese straniero può avere inizio solo con una opportuna preparazione e con strumenti come CV e lettera di presentazione.

Come lavorare all’estero: i titoli di studio servono, ma non bastano

Chiunque abbia in mente di partire, deve sapere che i titoli di studio, sia scolastici sia universitari, sono utili, ma molto spesso non sono sufficienti a fare la differenza e comunque a garantire la possibilità di ambientarsi velocemente.

In altre parole, per lavorare all’estero, quelle che sono anche dette ’hard skills’, ossia le competenze “forti”, rappresentate dai titoli e da eventuali esperienze lavorative precedenti, devono far parte del profilo dell’expat, ma debbono essere integrate da altro.

Soprattutto è necessario avere una conoscenza approfondita della lingua del paese nel quale ci si vuole andare a lavorare. Occorre cioè padroneggiarla nelle 4 aree di riferimento: ascolto, lettura, espressione orale, scrittura. Per ottenere questo obiettivo è opportuno frequentare dei corsi di lingua, magari già in Italia o comunque, appena arrivati nel paese di destinazione (training intensivo). Sempre utile, inoltre, conoscere l’inglese, anche se non è la lingua principale del paese in cui si intende lavorare.

Vero è che la lingua inglese è parlata in modo corrente in non pochi paesi, ed è ben noto che si tratta di lingua comune a livello internazionale. Talvolta, almeno i primi tempi, potrebbe non essere indispensabile conoscere in modo approfondito la lingua locale: ci riferiamo ad es. a quegli impieghi presso uffici di multinazionali sparsi per il mondo, in cui la lingua parlata è appunto l’inglese. Ma è pur vero che, nel medio-lungo termine, è preferibile imparare a comunicare anche nella lingua locale, al fine di poter estendere la propria rete di conoscenze ed amicizie, anche extra-lavorative.

In sintesi, oltre alle hard skills, sono molto utili - ed anzi indispensabili - anche le cd. soft skills, vale a dire le abilità personali, che prescindono dalla formazione e dall’esperienza professionale. Tra esse abbiamo ad esempio: la comunicazione, l’adattabilità, la risoluzione dei problemi, la gestione del tempo, le abilità interpersonali. Alcune sono innate, altre si perfezionano con il tempo, ma va da sé che è meglio averne in buona quantità, al fine di potersi adattare in un contesto sociale e culturale anche molto diverso da quello tipico del nostro paese.

Inoltre, tenuto conto del marcato aumento del lavoro in smart working, è altresì opportuno dare un’occhiata alle domande che potrebbero fare i recruiter in sede di colloquio per capire se si hanno le attitudini - soft skills appunto - al lavoro da remoto (ad es. la gestione delle comunicazioni a distanza e l’organizzazione del tempo in autonomia).

Come lavorare all’estero: CV aggiornato, mercato di riferimento e aziende che cercano candidati

Prima di partire alla volta del paese prescelto per un possibile trasferimento definitivo, occorre ovviamente munirsi di un CV e una lettera di presentazione, da redigere nella lingua o nelle lingue principali del paese di destinazione.

In particolare, vi sono alcune indicazioni che servono a orientarsi da subito e che facilitano la ricerca di lavoro all’estero:

  • considerare con attenzione il mercato di riferimento per capire in quali Stati sia più interessante e più richiesto il proprio profilo. Laddove il futuro expat abbia già scelto dove andare, farà bene a studiare e valutare con estrema attenzione i trend di recruiting del luogo di destinazione, cercando di identificare quali informazioni sono considerate più importanti sul CV (skill, esperienze, formazione) e come funzionano i colloqui di lavoro nel paese di destinazione.
  • molto utile è individuare quali sono le aziende che cercano attualmente candidati. Ecco perché è assai consigliabile leggere quali sono le opportunità di lavoro attive su siti aziendali (nella sezione Careers o Lavora con Noi), portali, siti di agenzie per il lavoro, sezioni ad hoc sui siti web delle università straniere.
  • importante è altresì tenere d’occhio la propria reputazione digitale. Pertanto tenere viva la rete di contatti personali, degli ex colleghi e degli eventuali professionisti anche internazionali conosciuti nel corso di passate esperienze formative e professionali, potrebbe rivelarsi fondamentale per trovare lavoro all’estero in tempi brevi. Ciò specialmente se il sogno è quello di svolgere un lavoro pienamente aderente al proprio percorso formativo ed universitario.
  • identificare le offerte di lavoro attive e di interesse e redigere un CV e una lettera di presentazione in inglese da allegare alle candidature effettuate. Altrimenti se la lingua principale del paese è differente, sarà opportuno scrivere questi documenti con quella lingua.
  • preferibile scrivere il CV nel format di curriculum più diffuso nel paese di destinazione.

Come lavorare all’estero: visti e permessi di lavoro

Colui che intende partire con l’obiettivo di lavorare all’estero, deve sempre ricordare di informarsi previamente su quelle che sono le regole vigenti in tema di visti e permessi di lavoro nel paese di destinazione. Insomma, il primo step per poter lavorare all’estero nel pieno rispetto delle leggi locali è informarsi sulle normative interne, che hanno ad oggetto le politiche di immigrazione. I visti variano molto in base al paese di riferimento, e vi sono paesi che sono più rigidi di altri per quanto attiene alle condizioni di accesso al lavoro da parte dello straniero.

Prima di partire è dunque opportuno non soltanto consultare i siti web istituzionali del paese di destinazione, ma anche e soprattutto andare presso le ambasciate situate nel nostro paese per avere informazioni dettagliate ed esaurire almeno alcune pratiche, prima di prendere l’aereo. Da rimarcare che se l’intenzione è quella di lavorare stabilmente in uno dei paesi membri UE non ci sarà bisogno dei visti o permessi, previsti per gli extracomunitari, anche se comunque occorrerà registrarsi e compiere alcuni step burocratici.

Da non dimenticare altresì la necessità di aprire un conto corrente locale, acquistare una Sim card del paese in cui si andrà a vivere e adempiere agli obblighi legati all’assicurazione sanitaria.

Come trovare lavoro all’estero: 3 siti web di riferimento

Oggi internet aiuta molto nella ricerca di un lavoro e, non di rado, si rivela essenziale per trovarne uno che sia duraturo nel tempo. In particolare, vi sono alcuni portali web che ora menzioniamo, e che servono ad avere informazioni dettagliate ed aggiornate su quelle che sono le tendenze del lavoro all’estero. Questi portali sono molto utili specie a coloro che vogliono partire, ma non hanno ancora le idee chiarissime su come orientarsi per trovare un’occupazione all’estero. Eccoli di seguito:

  • Eures(portale europeo per la mobilità professionale);
  • Cliclavoro (portale del Ministero de Lavoro e delle Politiche Sociali);
  • Your First Eures Job (portale specificamente mirato a facilitare la ricerca del lavoro da parte dei giovani tra i 18 e i 35 anni).

Come lavorare all’estero: 5 mete interessanti

Se ci si chiede in quali paesi sia più conveniente trasferirsi e dunque cercare un lavoro, la risposta è che non ve ne sono pochi. Di seguito ne abbiamo scelti 5, che indichiamo e che possono costituire una ottima destinazione per un trasferimento per ragioni di lavoro. Ecco quali sono:

Finlandia

Questo paese del nord Europa spicca per innovazione e modernità e la qualità della vita è tra le più alte al mondo. Il mercato del lavoro locale è vivo, dinamico e sempre alla ricerca di nuove figure professionali, anche straniere.

Olanda

Nei Paesi Bassi il mercato del lavoro applica costantemente il principio della meritocrazia, mentre multiculturalità, servizi, ordine e sicurezza sono elementi che potrebbero convincere non poche persone a cercare lavoro da queste parti.

Brasile

Paese dall’economia complessivamente in crescita, specialmente se confrontata con quella di alcuni anni fa, il Brasile offre opportunità di vario tipo anche agli expat italiani. Ma occorrerà fare attenzione alle regole burocratiche in tema di visti.

Giappone

Questo lontano paese asiatico è molto diverso da noi anche sul piano culturale, ma sa ripagare chi è in grado di adattarsi al contesto locale. E le opportunità di lavoro non mancano.

Australia

In molti hanno pensato, almeno una volta nella vita, di trasferirsi in questo paese dell’Oceania. Ebbene, l’inserimento nella società locale non è semplicissimo, a causa di regole in tema di immigrazione piuttosto severe, ma è pur vero che - nel lungo termine - questo paese è in grado di dare molte soddisfazioni a chi giunge con l’obiettivo di un lavoro stabile.

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