La sigarette elettronica non fa male. Lo dimostrano Le Iene

Vittoria Patanè

6 Novembre 2013 - 14:57

Ecco cosa ha dimostrato il servizio andato in onda ieri sera

La sigarette elettronica non fa male. Lo dimostrano Le Iene

Il servizio sulla sigaretta elettronica realizzato ieri da Matteo Viviani per la trasmissione TV Le Iene ha suscitato parecchio scalpore, tanto da spingere l’oncologo Umberto Veronesi ad intervenire sulla questione, rilasciando una dichiarazione ai microfoni di RaiNews 24.

Se fino a ieri tutti i giornali del Paese si erano scagliati più volte contro le e-cig, da oggi sembra che la musica sia radicalmente cambiata. Torneranno nuovamente di moda?

Cerchiamo di capire qual è la situazione.

La sigaretta elettronica

In gergo tecnico si chiama vaporizzatore personale. Ma come funziona? Premendo un pulsante, la batteria interna si fornisce energia ad un atomizzatore, il quale scalda il liquido presente all’interno della sigaretta e lo vaporizza, lasciando al fumatore solo il compito di aspirare come se si trattasse di una normale sigaretta. Ne esistono di due tipi: con la nicotina e senza nicotina.

Arrivata sul mercato quattro anni fa, venne accolta da un successo enorme. Nel 2012 quasi un milione di italiani fumava la e-cig e il Paese è stato letteralmente invaso da negozi specializzati. Questi negozi, in un solo anno (il 2012 appunto) hanno fatturato ben 350 milioni di euro.

Quando è arrivata quindi, la sigaretta elettronica sembrava la soluzione per anni cercata da tutti coloro che volevano smettere di fumare. Secondo i sondaggi infatti il 67,3% dei consumatori delle e-cig ha diminuito il numero di sigarette giornaliere, il 10,6% ha smesso totalmente, mentre il 22,1% ha continuato a fumare.

Un risultato non da poco se si tiene conto che la media italiana di sigarette consumate al giorno è tra le più alte d’Europa.

I giudizi degli esperti

Dopo l’iniziale boom la comunità scientifica si è spaccata sul tema. Per alcuni (come Umberto Veronesi) la sigaretta elettronica non produce nessun effetto cancerogeno, per altri i liquidi contenuti all’interno delle sigarette che una volta vaporizzati finiscono nei polmoni sono altamente nocivi.

Tutta questa incertezza ha causato una drastica riduzione del consumo/vendita del prodotto, portando molti negozianti alla bancarotta.

Ma chi ha ragione? Un rappresentante dell’istituto Salvagente, che in passato è stato incaricato di svolgere ricerche su questi liquidi, ha dichiarato ai microfoni delle Iene che in realtà, secondo le analisi da loro effettuate, solo il 10% dei campioni in esame (in tutto 50) è risultato essere nocivo per la salute. Di questo 10% nessuno era provvisto delle certificazioni richieste dallo Stato e quindi non poteva essere venduto nei negozi specializzati.

Un’ulteriore analisi realizzata per Le Iene dal Dott. Domenico di Candia, tossicologo dell’Università degli studi di Milano, su alcuni campioni non contenenti nicotina ha rilevato che all’interno delle e-cig pur essendo presente una quantità di metalli pesanti, questa non risulta abbastanza per nuocere all’organismo umano.

Per quanto riguarda invece le e-cig alla nicotina, il tossicologo sottolinea come, nonostante la presenza di questa sostanza nociva, le sigarette elettroniche risultano essere comunque meno tossiche rispetto a quelle normali.

Il parere di Veronesi

Sulla questione è intervenuto oggi anche l’illustre oncologo Umberto Veronesi che, ai microfoni di RaiNews 24 ha ribadito:

Il dispositivo senza nicotina non crea danni – spiega l’oncologo – per il semplice fatto che non contiene tabacco e non c’è combustione di carta e tabacco: ovviamente mi riferisco alle sigarette elettroniche che presentano le massime garanzie tecniche, vendute solo in farmacia e con il marchio CE (di conformità del prodotto alle disposizioni comunitarie europee).

Perché dicono che fanno male?

Sono in molti a chiedersi per quale motivo si sia diffusa la notizia che le sigarette elettroniche siano altamente nocive per la salute. Secondo Massimiliano Begotti, Portavoce della Lega Italiana Fumo Elettronico, la colpa sarebbe delle multinazionali del tabacco e delle società farmaceutiche che perderebbero gran parte dei loro profitti se sempre più persone smettessero di fumare a causa della sigaretta elettronica.

E come se questo non bastasse, a fare il resto ci pensa lo Stato, pretendendo da chi si occupa di questo prodotto tasse da usura. Se noi normali cittadini ci lamentiamo delle tasse troppo alte, guardando il regime che si imporrà a questa categoria a partire dal 2014 potremo pure consolarci. Di quanto stiamo parlando? Dell’80%. Sì, avete capito bene. Coloro che lavoreranno in questo settore dovranno contribuire per l’80% dei loro introiti.

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