La russa Rosneft entra in Pirelli. La società che tiene sotto scacco l’Europa

Vittoria Patanè

17/03/2014

Primo produttore mondiale di Petrolio, la Rosneft potrebbe creare seri problemi all’Europa. Ecco perchè

La russa Rosneft entra in Pirelli. La società che tiene sotto scacco l’Europa

La società russa Rosneft ha acquisito il 13% di Pirelli. La notizia ha suscitato molto scalpore, provocando la caduta in borsa dell’azienda italiana che ha chiuso la seduta odierna con un altisonante -2,24%.

La compagnia petrolifera di Mosca rafforza così la sua presenza in Italia, dopo le partnership stipulate negli anni con realtà del calibro di Eni, Enel, Saras e Autogrill, ma soprattutto amplia ulteriormente la sua influenza a livello europeo, assicurandosi un’altra fetta importane di mercato.

La Rosneft è infatti il primo produttore mondiale di petrolio davanti alla Exxon, società americana che fino al 2013 deteneva la leadership del settore, nonché fiore all’occhiello del Cremlino che tramite essa, si assicura il controllo del commercio petrolifero mondiale.

Non è difficile capire quindi l’importanza che la conglomerata russa abbia a livello internazionale, soprattutto in virtù dei recenti sviluppi in Crimea, importanza che l’Europa non dovrebbe sottovalutare.

A capo della Rosneft c’è infatti Igor Sechin, ex vicepremier e braccio destro di Putin che, tramite lui, non perde di vista gli affari del colosso nazionale. L’azienda inoltre è controllata per il 70% proprio dal Governo russo, mentre il 20% è in mano a Bp.

Rosneft, nata nel 1993 in seguito all’uscita di scena dell’Unione Sovietica, estrae e produce idrocarburi in Siberia e possiede due raffinerie sul territorio nazionale. In aggiunta detiene fortissimi interessi nella distribuzione, nel marketing e nella logistica.

Rosneft e l’UE
La Rosneft potrebbe diventare l’ago della bilancia nei rapporti tra Russia ed Europa. Dopo le minacce di Gazprom infatti, sul vecchio continente potrebbe abbattersi l’ennesimo pericolo.

Il colosso petrolifero russo fornisce a molti paesi dell’Unione gas e petrolio a volontà. Tra questi il legame più forte è senza dubbio quello con la Germania, Nazione in cui Rosneft possiede il 50 per cento della Ruhr oel gmbh che, a sua volta, controlla ben 4 raffinerie del Paese.

Se la Rosneft e la Gazprom bloccassero, come reazione alle sanzioni decise da Bruxelles, i rifornimenti verso l’Europa, il vecchio continente potrebbe ritrovarsi in un colpo solo a corto di gas e petrolio.

Le sanzioni
Oggi l’Unione Europea ha annunciato sanzioni contro 21 persone, provvedimento che si traducono nella limitazione ai visti d’ingresso e nel congelamento dei beni.
Parallelamente gli Stati Uniti hanno messo in atto misure restrittive contro 11 dirigenti politici e militari russi.

Putin dal canto suo va avanti come un treno. La Duma si starebbe muovendo per approvare “in tempi molto brevi” una legge che permetta l’annessione della Crimea. Cosa succederà?

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