Alla faccia della ripresa. Solo questa può essere l’espressione nel commentare ciò che sta avvenendo nell’ Eurozona e in modo particolare in Grecia. I dati Eurostat parlano di una crescita del Pil pari al -0,4% nell’area Euro e di un -4% per la Grecia.
Come se non bastasse, Atene sta facendo tutto il possibile pur di ottenere l’ultima tranche di aiuti da parte della Troika. A tal punto da mettere in vendita i ministeri.
Vendita degli edifici pubblici
La patria della cultura occidentale sta diventando sempre più il simbolo della desolazione. Il tasso di disoccupazione è al 27,6%, quello giovanile superiore al 50%. Dati che mettono i brividi. In più questa volta Atene sta mettendo in vendita i ministeri e la sede principale della polizia. Obiettivo? Mettere i conti in ordine per evitare che ulteriori misure di austerità gravino sui dipendenti pubblici e privati. Fino ad oggi il Fondo per le privatizzazioni elleniche ha venduto 14 immobili, ricavando 145,8 milioni di euro.
Gli immobili messi in vendita comprendono il Ministero dell’Istruzione, della Sanità, della Giustizia e la sede centrale della polizia di Atene. Quello che non è chiaro è se nonostante la vendita i ministeri resteranno in affitto negli stessi locali o se verranno trasferiti altrove. La questione non è di poco conto, poichè l’esborso per l’affitto potrebbe di gran lunga erodere gli introiti ottenuti dalla vendita. L’ipotesi più plausibile è che i ministeri si trasferiscano in altri edifici pubblici.
Aiuto condizionato
In ogni caso, il governo di Samaras sta facendo di tutto pur di rispettare gli impegni presi con la Troika in cambio del nuovo piano di aiuti pari a 240 miliardi di euro. L’aiuto di Ue, BCE e FMI è condizionato al reperimento da parte della Grecia di circa 24 miliardi di euro entro il 2020 come risultato delle operazioni di privatizzazione. Operazioni che, secondo Bruxelles, stanno andando a rilento.
La vendita di immobili dello Stato non è una novità in Grecia. Qualche anno fa Atene aveva messo in vendita alcuni palazzi di lusso detenuti all’estero allo scopo di ripagare i suoi debiti. I dubbi nascono dai possibili effetti economici derivanti dall’adozione di simili misure. Ammassare i dipendenti ministeriali in edifici già utilizzati per altri scopi potrebbe determinare un sovraffollamento di personale e quindi ad ulteriori tagli. Non rimane che augurarsi: speriamo bene.
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