Google Tax illegale? Forbes punta il dito contro l’Italia e ci accusa. Ma è vero? E che cosa cambia con la sua introduzione, fortemente caldeggiata dal Partito democratico?
Di Google Tax avevamo già parlato in precedenza, ma che fosse illegale è una possibilità che la maggior parte di noi non aveva preso in considerazione. Eppure, ad accusarci è Forbes, prestigiosa rivista americana di economia e finanza, e il dibattito sta prendendo sempre maggiore piede, online e non solo.
Perchè la Google Tax?
Ma facciamo innanzitutto un rapido passo indietro. La Google Tax nasce dall’esigenza di fare fronte alle continue strategie di dribbling fiscale portate avanti dai più grandi colossi del web: Facebook, Google, Amazon, solo per citarne alcuni. Il caso del motore di ricerca di Mountain View, infatti, è solo il più famoso: nel 2012 la controllata Google Italy, che ha realizzato 52 milioni di ricavi, ha pagato all’erario la misera somma di 1,8 milioni di euro, esattamente come nel 2011. Una percentuale decisamente in controtendenza rispetto ai livelli di imposizione fiscale in Italia, tali da strangolare l’imprenditoria del Belpaese. Una discrepanza tale da finire sotto lo sguardo indagatore del Partito democratico, da mesi impegnato in una lotta senza quartiere all’interno delle Commissioni parlamentari, proprio nel tentativo di impedire alle multinazionali del web di continuare a eludere il fisco dei Paesi nei quali operano. Infatti, al di là dei comprensibili tentativi di mettere a punto una struttura fiscale in grado di sfruttare gli incentivi che altri Stati possono offrire, le strategie di Google sono da tempo al vaglio dell’Agenzia delle Entrate, che contestano al più famoso motore di ricerca del mondo di aver evaso, tra il 2002-2006, l’iva per un totale di 96 milioni di euro.
Che cos’è la Google Tax?
La novità di questi giorni è che, dopo gli emendamenti presentati all’epoca della delega fiscale, stavolta il trampolino di lancio della Google Tax è la sempiterna legge di Stabilità: a meno di ripensamenti dell’ultima ora, quindi, verrà introdotto l’obbligo, per le società che acquistano spazi pubblicitari sul web, di servirsi di soggetti titolari di una partita Iva italiana. Un’imposizione a prima vista semplice, ma che costringerà i colossi del web a versarci l’Iva su quanto effettivamente fatturato nel nostro Paese. Una vera rivoluzione, quindi, tale da portare alle casse dello Stato italiano centinaia di milioni di euro, ma che ha suscitato più di una perplessità da parte degli osservatori, internazionali e non.
La Google Tax è illegale? Secondo Forbes sì.
Tim Worstall, nel suo articolo pubblicato su Forbes due giorni fa, esprime giudizi durissimi in merito. La definisce “quasi certamente illegale”, anche perché in contrasto con le norme di diritto comunitario. Da più parti, infatti, emergono dubbi sul retrogusto vagamente protezionista di questa tassa, che per molti violerebbe le più elementari regole europee: in particolare, quelle che riguardano la libera circolazione delle merci, ma soprattutto quelle che disciplinano la libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi.
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