Fermentano le aspettative attorno al possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea che potrebbe decidere di annunciare la propria decisione al meeting del prossimo 2 maggio. Tuttavia, secondo le opinioni di diversi analisti, il tanto atteso taglio non sortirebbe grandi effetti, se non un forte disappunto.
Ci sono i requisiti per un taglio?
La pubblicazione dell’indice IFO tedesco mostra chiaramente che il sentiment delle attività economiche si è deteriorato nel mese di aprile, appesantendo le preoccupazioni riguardo alla possibilità che ache la Germania sia ormai sulla via del declino.
Ieri sono stati pubblicati gli indici PMI sul settore manifatturiero e dei servizi, entrambi hanno riportato letture che indicano chiaramente come l’economia dell’eurozona sia stagnante e accendendo ancor di più i discorsi sul possibile taglio ai tassi di interesse. Secondo gli analisti Barclays, questa congiuntura di dati negativi rende possibile il taglio ai tassi di interesse.
L’indice FTSEurofirst 300 prosegue al rialzo con un rally del 2.4%, spinto proprio dalle prospettive di un taglio da parte della Banca Centrale Europea. Per la stessa ragione, e per il segno positivo della formazione di un governo in Italia, i tassi sui titoli di Stato in Italia e Spagna stanno scendendo.
Secondo alcuni analisti, la prospettiva di un allentamento della politica monetaria della BCE sta innescando un appetito verso la propensione al rischio che darà il verdetto ufficiale soltanto al "giorno della verità": il prossimo 2 maggio.
Secondo gli economisti Daiwa, le aspettative attorno alla BCE sono molto alte e, di conseguenza, anche il rischio di delusione.
Quali effetti sull’economia?
Mentre molti si aspettano che la BCE possa tagliare i tassi la prossima settimana, i recenti commenti dai membri del Consiglio Direttivo suggeriscono che la banca non annuncerà misure straordinarie almeno fino al prossimo giugno. Tutto ciò suggerisce che, dato il limitato impatto di un taglio di 25 punti base, sia aumentata negli ultimi giorni la view della BCE di avere troppo poco spazio di manovra per allentare sull’Euro.
"L’impatto di un un abbassamento dei tassi di interesse sarebbe limitato sull’attività economica. Il problema maggiore della zona euro è la mancanza di credito dalle banche alle PMI e non è un problema risolvibile con una politica dei tassi di interesse. Misure non standard...potrebbero funzionare, ma richiederebbero tempo." Reinhard Cluse, Amit Kara e Martin Lueck, Analisti UBS
Ma gli analisti aggiungono ache che la possibilità di cambiare le carte in tavola e lanciare un programma di quantitative easing non rientra nelle possibili aspettative attorno alla BCE.
Ieri, Volker Wieland, uno degli uomini d’economia più influenti in Germania e soprattutto per la Cancelliera Merkel ha espresso un parere fermamente contrario al taglio ai tassi da parte della BCE:
"Se mi state chiedendo se sia opportuno che la BCE tagli i tassi di interesse, io direi no. Perché la politica [della banca] è già allentata con un’ampia offerta di liquidità e assistenza per quella di emergenza." Volker Wieland su BCE, 23 Aprile 2013
Cambio Euro/Dollaro: previsioni in attesa della BCE
Gli analisti Credit Agricole ritengono possibile che la prossima settimana assisteremo ad un taglio di 25 punti base da parte della Banca Centrale Europea; eventualità che spingerebbe l’Euro al ribasso contro le valute ad alta correlazione con i differenziali sui tassi.
Più nel dettaglio, gli analisti UBS ritengono che il taglio possa spingere il cambio Euro/Dollaro al ribasso verso un range tra 1.28 e 1.30, avviando una fase di ribasso diretta alla zona 1.20
Ad ogni modo, proseguono gli analisti, se la BCE dovesse decidere di tagliare i tassi sui depositi (attualmente a 0%), ciò sarebbe un vero shock per investitori e banche e l’implicazione sul mercato forex sarebbe la caduta del cambio Euro/Dollaro al di sotto della soglia 1.20 entro la fine dell’anno.
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