L’Euro ha perso consensi in quasi tutti i paesi dell’eurozona, tranne che in una nazione: la Germania. Ecco come si sta evolvendo il sentiment dei cittadini europei.
L’Euro non piace più ai cittadini europei e a dircelo è l’indice che monitora il gradimento della moneta unica: l’Eurobarometro. Le ultime analisi hanno messo in luce come il sentiment sia cambiato.
La moneta unica non è più di gradimento tra i cittadini dell’eurozona, dal momento che le decisioni sulla politica monetaria ha portato molti paesi a perdere grosse fette del PIL.
Il consenso che sempre più conquistano i partiti antieuro è un esempio lampante di questo. Basti pensare a quanti voteranno Marie Le Pen, in base agli ultimi sondaggi, e al successo che la Lega Nord sta avendo in Italia.
Solo in Germania continua a piacere l’Euro, un dato che non sorprende date le stime di crescita del paese.
Si calcola che in Francia, se Marie Le Pen e il socialista Jean-Luc Mélanchon si unissero in una coalizione, riuscirebbero ad ottenere oltre il 40% dei consensi e si tratta dei due politici da sempre contrari alla moneta unica.
Anche in Italia si vede lo stesso andamento, che porta sempre più gli elettori ad affidarsi alle idee dei partiti che dichiarano di voler tornare alla moneta nazionale.
Riportiamo di seguito i dati che sono emersi dai dati dell’Eurobarometro sul sentiment verso l’Euro e cerchiamo di capire cosa ha maggiormente influito sul desiderio di tornare alla moneta unica.
A chi continua a piacere l’Euro? La risposta di Bloomberg
I dati dell’Eurobarometro parlano chiaro e mostrano come il sentimento cominci ad essere contro l’Euro e non a favore.
Nel grafico potete vedere come la nazione con il maggiore apprezzamento dell’euro sia proprio la Germania, che ha beneficiato maggiormente dell’unione monetaria. Dall’introduzione della moneta unica la Germania ha infatti visto scendere il suo tasso di disoccupazione e salire la produzione industriale.
In Italia è invece avvenuto l’inverso e a salire è stato il tasso di disoccupazione, arrivato a livelli altissimi per i giovani, e a scendere invece è stato il PIL e il potere di acquisto delle famiglie.
Insieme ad un arresto della crescita economica si è avuto anche l’aumento del debito pubblico e della pressione fiscale.
Motivo per cui dal 2002 è cresciuto in modo esponenziale il desiderio di tornare alla moneta unica e lasciare quella che sembra esser stata una penalizzazione per l’Italia.
Anche la Francia si trova in una situazione molto simile, con una crescita esponenziale degli elettori anti euro.
Anche in questo paese si è assistito ad uno stallo della crescita economica, che non ha raggiunto i livelli italiani, ma che ha comunque portato ad un momento di crisi.
In Francia inoltre, come anche in Italia, si è avuta una crescita della disoccupazione, che insieme all’arresto dell’economia ha portato alla fuga di capitali.
Si è così arrivati al grafico che vedete sopra, in cui l’idea di un ritorno alla moneta nazionale piace sempre più. In Italia si calcola che ormai siano più le persone che non apprezzano l’Euro di quelle che invece lo ritengono una buona idea per la nazione.
I cambiamenti sono profondi rispetto al 2002, momento in cui la Germania era profondamente contraria all’euro e la maggior parte dei cittadini avrebbe preferito continuare con la valuta nazionale.
La situazione era invece inversa in Italia dove oltre quasi tutti i cittadini accolsero l’entrata in vigore della moneta unica come un’opportunità di crescita.
I dati che vedete nei grafici precedenti sono quelli dell’Eurobarometro, che monitora il gradimento dell’euro tra i cittadini europei e ne analizza il sentiment.
Come si può risolvere la situazione?
Ad oggi l’amore verso l’euro dobbiamo dire che si è perso del tutto e che la situazione potrebbe peggiorare se l’UE non applica delle manovre serie per la politica fiscale e la crescita dei paesi dell’eurozona.
L’eurozona, anche nel caso in cui riuscisse a sopravvivere all’onda di elezioni, dovrebbe cambiare marcia.
Non è infatti pensabile che la struttura rimanga invariata, dal momento che a voler uscire dall’Euro sono sempre più nazioni. La commissione europea si dovrà quindi rimboccare le maniche e capire quali sono i punti che non sono consoni e cercare di ripartire da lì.
Il processo non è semplice, perché molti cambiamenti passano per la modifica dei trattati e la questione è piuttosto complessa. L’altra ipotesi è invece la conclusione della moneta unica e il ritorno alle valute nazionali, che porterebbero non pochi scompensi sul mercato.
Si dovranno attendere le elezioni in Francia per cominciare a capire quali sono i cambiamenti da apportare e se la moneta unica ha un futuro. Per il momento possiamo solo constatare che il desiderio di tornare alle monete nazionali vince di gran lunga sull’euro e sulla sua struttura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA