È arrivata venerdì la notizia da parte di Fitch, la nota agenzia di rating americana, che ha deciso di abbassare a BBB+ da A- il rating sul debito sovrano italiano.
Le motivazioni spiegate in una nota,
Una scelta motivata dall’esito “non decisivo” delle elezioni del 24 e 25 febbraio e dai dati del quarto trimestre 2012 che confermano come quella italiana sia una delle recessioni più profonde in Europa. Ma anche dalla considerazione che nel 2013 il rapporto tra debito e Pil potrebbe toccare il 130% (rispetto alla stima precedente del 125%) e dal fatto che un governo debole potrebbe essere più lento e meno capace di rispondere agli shock economici interni o internazionali. È improbabile la formazione di un nuovo governo stabile per le prossime settimane; i dati indicano il rischio che la recessione si prolunghi più di quanto atteso.
L’Italia ha perso così l’ultima "A" nel giudizio sulla solvibilità del debito attribuito dalle tre agenzie di rating statunitensi, ossia S&Poor’s, Moody’s e Fitch, responsabili del 90% del mercato mondiale dei rating.
Ciononostante, il nostro paese resta ancora all’interno della categoria "investment grade", questo perché, spiega Fitch, "l’economia è ancora relativamente ricca, diversificata e con alto valore aggiunto, con un livello moderato di indebitamento del settore privato” e perché l’Italia "ha compiuto progressi concreti negli ultimi due anni grazie al consolidamento fiscale".
I rischi maggiori
Se invece il nostro paese scivolasse ancora più in fondo, ossia al livello degli investimenti speculativi (tecnicamente, "non investment grade speculative"), bisognerebbe iniziare a preoccuparsi seriamente, in quanto ciò potrebbe innescare un’ondata di vendite automatiche da parte di quegli investitori che a causa di proprie clausole di sicurezza a cui devono attenersi, non possono detenere titoli che si trovino al di sotto della categoria di "investment grade".
Quanto, quindi, può il nostro paese scendere ancora prima che scatti la soglia d’allarme?
- Può ancora scendere di due gradini nella scala di Fitch e S&Poor’s;
- e di un solo gradino nella scala di Moody’s, attualmente l’agenzia di rating da temere di più, in quanto la più aggressiva nei confronti dell’Italia.
Dopodiché, passerà al livello degli investimenti speculativi con tutte le conseguenze che ne deriveranno.
Scenario ancora peggiore, se i mercati prendessero in considerazione il giudizio conferito all’Italia dalla quarta agenzia di rating americana, la Egan Jones, che a Luglio ha fatto sprofondare il rating italiano, collocandolo a CCC+, nella categoria di "rischio sostanziale", che si trova ancora più in basso rispetto a quella degli investimenti speculativi.
Bisognerà tenere gli occhi ben aperti!
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