Sul suo blog del New York Times, The Conscience of a Liberal, Paul Krugman parla della crisi e dell’incubo asfissiante che vivono le piccole e medie imprese dell’Eurozona. Portando avanti il caso del Portogallo, conclude l’economista americano, è ora di intervenire sulla crescita, o addio Euro.
L’incubo delle piccole imprese
Le piccole e medie imprese, specie quelle a condizione familiare, sono ormai schiacciate dalla crisi nei paesi, come il Portogallo, che su questo tipo di aziende fonda la propria economia e la propria società.
Scrive Krugman:
Chiunque abbia un ruolo nel dibattito economico, sia egli un politico o un’analista, in questo momento dovrebbe concentrarsi sul come e il perché stiamo permettendo che questo incubo prenda vita ancora una volta, tre generazioni dopo la Grande Depressione.
È inutile sottolineare le politiche sbagliate del passato, segue l’economista, ma com’è possibile rimediare quando un numero spropositato di persone è condannato alla disoccupazione?
Nel caso del Portogallo, scrive Krugman, la risposta risiede nell’espansione monetaria e nella politica fiscale. Entrambe cose che il Portogallo o gli altri paesi dell’Eurozona non possono gestire autonomamente. E allora?
Ok. Allora: o l’Euro se ne va, oppure si fa qualcosa affinché funzioni, perché ciò che stiamo vedendo (e che i portoghesi stanno sperimentando) è semplicemente inaccettabile.
Cosa potrebbe aiutare? La soluzione risiede, secondo il premio Nobel americano, nella politica espansiva dell’Euroarea che porti l’inflazione al rialzo nei paesi "core". Una politica monetaria più allentata sarebbe d’ausilio, ma come per la Fed anche i tassi della BCE sono molto vicini allo zero.
Scrive allora Krugman:
"La BCE potrebbe adottare misure non convenzionali, ma per farlo ha grande bisogno di aiuto da parte della politica fiscale. Impossibile in una situazione in cui l’austerity della periferia è rinforzata dall’austerity nei paesi core."
Ciò che è successo invece, scrive l’autore, è che sono passati tre anni in cui ci si è concentrati solo ed esclusivamente dell’indebitamento del settore pubblico. Si possono discutere le cause e le dinamiche di questi percorsi della politica economica. Tuttavia, conclude Krugman:
"L’importante è cambiare adesso quelle politiche che stanno creando l’incubo".
| Traduzione e adattamento di Federica Agostini | Fonte: The Conscience of a Liberal |
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