Secondo i dati Cerved il 2013 è stato un anno terribile per il tessuto aziendale italiano. I fallimenti nell’anno appena concluso sono aumentati rispetto al 2012, con percentuali a due cifre.
I fallimenti interessano tutti i settori e tutte le zone del paese. Il settore dell’industria che nel 2012 aveva registrato timidi segnali di miglioramento è ripiombato nell’oblio. Ma le aziende più colpite sono quelle che operano nel terziario, con un aumento dei fallimenti del 15%. Nell’ambito dei servizi, i fallimenti aumentano con tassi sopra il 10% in tutti i settori: gli incrementi risultano maggiori tra le societa’ che operano nell’ambito dei servizi finanziari (+40,5%) e nel ramo utility/energia (+37,6%).
Anche dal punto di vista geografico la crisi non fa distinzioni colpendo le zone del sud come quelle del nord. I tassi di crescita dei fallimenti sono ovunque piu’ elevati rispetto a quelli registrati nel 2012.
Il rapporto Cedev indica nel nord est una decisa inversione di tendenza: "nel 2012 il numero di procedure era diminuito del 3,6% sull’anno precedente, mentre nel 2013 si osserva un incremento del 19,7%, dovuto alla forte accelerazione osservata in Emilia Romagna (+25,4%) e in Trentino Alto Adige (+21,7%), e all’incremento a tassi a due cifre in Veneto (+16,1%) e in Friuli (+14,4%). Crescono a ritmi sostenuti anche i fallimenti nelle regioni del Centro (+12,9%) e del Sud (+10%). Nel Nord Ovest i fallimenti superano quota quattromila (+8,6% rispetto al 2012): pesa soprattutto l’aumento della Lombardia (+12,7%), mentre in Piemonte si registra un incremento piu’ modesto (+1,9%)".
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