Italia fa strage di canguri: i nomi delle aziende sotto accusa

Camilla Carè

23 Ottobre 2019 - 10:20

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L’Italia e queste grandi aziende sono tra le maggiori responsabili della strage di canguri in Australia: la denuncia di LAV sulla mattanza di cui (quasi) nessuno parla.

Italia fa strage di canguri: i nomi delle aziende sotto accusa

L’Italia è la principale complice in Europa della strage di canguri in Australia in cui ogni anno più di 2,3 milioni di marsupiali viene ucciso brutalmente a colpi di fucilate al cervello. I canguri sono considerati animali infestanti nel loro Paese poiché creano problemi all’agricoltura, ma quello che non tutti sanno è che la mattanza, di cui l’Italia è protagonista essendo maggior importatore di pelli di canguro per il settore fashion e sport, viene compiuta per alimentare un ricco mercato.

L’allarme sulla strage dei canguri finalizzata alla vendita ed esportazione di pelli e carni è stato lanciato da LAV (Lega anti vivisezione) durante una presentazione al Salone della Responsabilità sociale d’impresa e dell’innovazione dell’Università Bocconi di Milano; e segnala un massacro di oltre 44 milioni di canguri dal 2000 al 2018.

Nel mirino della LAV troviamo le grandi aziende di moda italiane, che utilizzano le pelli dei canguri per creare abiti, scarpe, guanti, senza però accertarsi che il metodo di caccia degli animali sia cruelty free e sostenibile.

Italia fa strage di canguri in Australia

Nella strage di canguri, che vede ogni anno 2 milioni e 324 mila animali uccisi violentemente, l’Italia occupa il primo posto sul podio dei complici, con il primato di maggior importatore di pelli di canguro (39% del totale importato in Europa). Sono infatti più di 2 milioni gli animali importati in Italia, uccisi durante l’ “harvest” o “prelievo”.

Questa è una tecnica di caccia legale in Australia, che costituisce una vera e propria mattanza. Come spiegato da Simone Pavesi, responsabile LAV Moda Animal Free, si tratta di “una caccia brutale, che si svolge di notte, nelle sconfinate praterie, lontano dagli occhi del pubblico e senza una reale possibilità di controllo da parte delle autorità”.

In queste battute, circa 120 mila canguri adulti muoiono per le ferite riportate, condannati a una morte lenta e dolorosa. Mentre agli animali più giovani è assicurato un destino forse anche peggiore. Ogni anno, le vittime collaterali di questo sterminio sono i cuccioli, alcuni ancora nel marsupio, che muoiono di stenti perché non ancora autosufficienti al momento della morte della madre. I numeri si aggirano tra 133.000 e 280.000 per i cuccioli deambulanti e tra 372.000 e 783.000 i cuccioli ancora nel marsupio.

Strage di canguri: le aziende italiane incriminate

La strage dei canguri è dovuta all’utilizzo delle carni e delle pelli da parte di aziende del settore sportivo, alimentare e di moda. Nel primo caso le società che utilizzano le pelli di canguro sono quelle del settore motociclismo e calcistico, per la produzione di tute e scarpe. La pelle di canguro è infatti molto sottile e resistente, e quindi adattabile alle competizioni agonistiche. Nel settore della moda invece, le grandi case di moda utilizzano le pelli per scarpe, giacche e borse. Vediamo la lista delle aziende.

Secondo quanto riportato nel dossier di LAV, le aziende Italiane coinvolte nella strage dei canguri, in qualità di maggiori importatori sono le seguenti, ecco la lista divisa per settori.

Settore sportivo

  • Diadora
  • Lotto
  • Pantofola d’oro

Settore motociclismo

  • Dainese
  • Ducati
  • Gimoto
  • Alpinestars
  • Vircos

Settore abbigliamento

  • Versace
  • Salvatore Ferragamo
  • Prada

Settore calzaturiero

  • Moreschi
  • Moma
  • Fabi

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