L’Italia sarà sempre meno abitata (dagli italiani)

Simone Micocci

4 Maggio 2018 - 16:13

Le previsioni ISTAT ci dicono che in Italia tra poco meno di 50 anni ci saranno 6,5 milioni di abitanti in meno: troppo poche le nascite per compensare i decessi. E nel frattempo gli stranieri aumentano.

L’Italia sarà sempre meno abitata (dagli italiani)

Secondo l’ISTAT nel 2065 in Italia ci saranno solamente 54,1 milioni di abitanti, 6,5 milioni in meno rispetto ai 60,6 milioni rilevati nel 2017.

Come si legge dalla recente analisi condotta dall’Istituto, sarà il Mezzogiorno a perdere la maggior parte della popolazione, mentre il calo demografico colpirà il Nord Italia solo dopo il 2045.

Naturalmente questa previsione potrebbe anche non concretizzarsi dal momento che bisogna tener conto della variabilità associata agli eventi demografici; secondo l’Istat, però, c’è solo il 9% di possibilità che nell’arco dei prossimi 48 anni la popolazione aumenti.

Dati alla mano, quindi, l’Italia è un Paese destinato a sparire, almeno per gli italiani.

Saldo tra nascite e morti in negativo, italiani in cerca di lavoro che si trasferiscono all’estero cancellando la loro residenza; questo è quanto ci dicono gli ultimi dati sulla popolazione italiana a conferma che il nostro Paese sta vivendo una delle fasi più delicate delle sua storia.

Nel dettaglio, gli ultimi dati ISTAT relativi al 2017 ci dicono che:

  • il saldo naturale tra nascite e decessi è negativo: -182.600;
  • il saldo del movimento migratorio è positivo: +184.000.

Quindi, mentre da una parte le nascite non sono sufficienti a compensare i decessi, dall’altra sono più gli stranieri che vengono a vivere in Italia rispetto ai nostri compaesani che si trasferiscono all’estero.

Circa 124mila italiani hanno lasciato il nostro Paese nell’ultimo anno; tra le mete preferite abbiamo Regno Unito e Germania, seguite dalla Francia. Un dato che è in costante crescita; pensate che 10 anni fa furono solamente 39mila gli italiani che scelsero di trasferirsi e di cancellarsi dall’anagrafe.

Dove ci porterà tutto questo? Proviamo a scoprirlo

Italiani popolo di migranti e immigrati

Nell’ultimo anno più di 120mila connazionali hanno lasciato il nostro Paese per trasferirsi all’estero per motivi lavorativi; lo confermano i dati ISTAT sugli indicatori demografici relativi al 2017.

La destinazione preferita dagli Italiani è il Regno Unito, tant’è che nel 2017 sono stati in 24mila a trasferire la propria residenza nel territorio anglosassone. In 19mila, invece, hanno preferito la Germania mentre 12mila sono andati in Svizzera.

Il dato che più preoccupa è quello per cui il numero degli italiani trasferiti è in aumento costante, tant’è che l’esodo occupazionale oggi è raddoppiato rispetto a quello del 2012. Il motivo di questo fenomeno è duplice: non solo in Italia non si trova lavoro, ma quando si ha questa “fortuna” lo stipendio non è commisurato alla tipologia di impiego.

Come confermato dal rapporto dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro del 2017, infatti, la differenza tra lo stipendio medio di chi lavora in Italia - senza spostarsi dalla provincia di residenza - e chi lo fa all’estero è di circa 500 euro al mese, il 43,8% in più.

Ecco perché trasferirsi all’estero conviene e sempre più italiani decidono di prendere questa importante decisione.

Ma non sono solamente i nostri connazionali a lasciare l’Italia: negli ultimi 8 anni più di 300mila cittadini dell’Est Europa (romeni, polacchi, ucraini e moldavi) hanno scelto di tornare nel loro Paese poiché lo stipendio percepito in Italia non è abbastanza per giustificare il loro trasferimento.

Puoi approfondire leggendo-Opportunità di lavoro all’estero: dove vanno gli italiani e da dove vengono gli stranieri.

L’Italia è un Paese destinato a sparire?

Le previsioni dell’ISTAT ci dicono che nonostante un recupero della fecondità più si andrà avanti e meno le nascite basteranno per compensare il numero di morti che aumenterà notevolmente.

Il saldo nascite-morti continua ad essere in negativo: nel 2017 i nati in Italia sono stati 464mila a fronte di 647mila decessi.

Se continuassimo così ogni anno perderemmo circa 134mila abitanti, ma in realtà, secondo le previsioni ISTAT, più si andrà avanti e più sarà peggio.

Infatti, il progressivo calo delle nascite farà sì che nel 2065 si registreranno solamente 424mila nuovi nati, mentre nello stesso anno i decessi saranno circa il doppio: 825mila. Il saldo nascite-morti, quindi, sarà negativo di 400 mila unità e rispetto ad oggi si conteranno 6,5 milioni di abitanti in meno.

Molto probabilmente, invece, aumenteranno gli stranieri che già dal 2016 al 2017 sono cresciuti di 18mila unità, rappresentando l’8,3% della popolazione.

Come abbiamo visto in precedenza sono più di 120mila gli italiani che hanno tentato fortuna all’estero. Considerando la media dei trasferimenti dal 2008 ad oggi, sono circa 65mila italiani ogni anno lasciano l’Italia per motivi di lavoro e questo dato potrebbe persino aumentare in futuro.

Ci sono comunque diversi fattori che potrebbero portare ad un’inversione del trend: ad esempio, con l’aumento dei trasferimenti all’estero l’offerta di lavoro aumenterebbe, e visto il calo della domanda anche gli stipendi potrebbero alzarsi.

E di conseguenza i trasferimenti caleranno e gli italiani continueranno a lavorare nel territorio nazionale.

Ecco perché quello della scomparsa degli italiani è uno scenario piuttosto inverosimile, ma che comunque vale la pena analizzare per capire meglio lo stato di difficoltà che si sta attraversando oggi, senza prendere in considerazione quello che potrebbe succedere un domani.

Perché è vero che siamo diventati un territorio preso di mira dagli immigrati - se si continuerà così tra 275 anni gli stranieri saranno circa 5 milioni e 700mila - ma è pur vero che siamo tornati ad essere un Paese di emigranti.

Clicca qui per consultare l’infografica sui flussi migratori in Italia

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