Italia: le professioni che hanno vinto la crisi e quelle che l’hanno subita di più. Ecco lo studio della CGIA

Vittoria Patanè

29/07/2014

Il centro studi della CGIA ha condotto uno studio sulla crisi che ha colpito l’Italia negli ultimi 5 anni. Quali sono state le professioni più e meno colpite? ecco il risultato

Italia: le professioni che hanno vinto la crisi e quelle che l’hanno subita di più. Ecco lo studio della CGIA

La crisi ha colpito tutti, nessuno escluso. Non c’è persona in Italia, dal più ricco al più povero, che non ne abbia subito conseguenze ed effetti.

Chi più chi meno, abbiamo tutti dovuto fare i conti con la realtà anche se, molto spesso, a pagare il prezzo più alto sono stati i normali cittadini e non i magnati.

Il centro studi della CGIA ha stilato un "borsino delle professioni" per cercare di comprendere quali sono state le categorie più colpite dalla crisi e quali invece sono riusciti a rimanere a galla nonostante tutto.

Le professioni meno colpite dalla crisi

gli estetisti, i parrucchieri, le colf e le badanti hanno registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 mila unità (+71,7%). Seguono i camerieri, con un incremento di posti di lavoro pari a poco più di 251.500 (+31,5%) e i magazzinieri e i pony express, con oltre 125.600 occupati in più (+43,2%).

Appena fuori dal podio troviamo cuochi, baristi e ristoratori, con quasi 123.500 nuovi occupati (+14%) e le attività legate alla guardiania e ai vigilanti non armati. Nonostante l’aumento in valore assoluto di quest’ultimo settore sia stato abbastanza contenuto e pari a quasi 76.000 unità, l’incremento percentuale è stato esponenziale: + 182,4 %.

Questi i risultati dello studio condotto dalla CGIA che ha analizzato le professioni con più di 100mila occupati, valutando gli effetti che la crisi ha avuto su ognuna di esse tra il 2008 e il 2013.

Perché queste categorie hanno subito meno delle altre gli effetti della recessione che ha colpito il nostro paese? Ce lo spiega Giuseppe Bortolussi, segretario dell’associazione:

“Gli acconciatori e le estetiste stanno conoscendo una profonda evoluzione professionale, dovuta, in particolare, alla scoperta di nuovi ambiti lavorativi racchiusi tra i campi dell’estetica e dell’immagine e quelli della salute. Negli ultimi tempi si è fatto strada un nuovo concetto del benessere, inteso come cura dello stato psico-fisico della persona. Grazie a ciò si è avuta una forte espansione del settore con delle ricadute occupazionali, soprattutto tra i giovani, del tutto inaspettate. Per i lavori domestici, invece, è importante sottolineare come in questi ultimi anni di crisi le italiane siano ritornate a fare le colf e le badanti. Nonostante il peso della componente straniera sfiori ancora l’80% del totale degli occupati in questo settore, tra il 2012 e il 2013 la presenza delle italiane è aumentata di quasi il 5%, mentre gli stranieri sono diminuiti dell’8%”.

Le professioni più colpite
Quali sono al contrario le professioni che hanno subito maggiormente gli effetti della crisi?

La professione più “falcidiata” dalla crisi economica è stata quella dei ragionieri. A fronte di una diminuzione di oltre 441 mila unità, in termini percentuali la “caduta” è stata pesantissima: – 40,1%. Non è andata altrettanto bene nemmeno agli imprenditori e agli amministratori delle piccole imprese che hanno visto ridursi la platea degli occupati di quasi 215 mila unità (-38,4%). La crisi dell’edilizia ha “gettato sulla strada” anche moltissimi muratori, carpentieri e ponteggiatori. In termini assoluti si sono trovati senza un lavoro in oltre 177 mila (- 24,7%). Male anche la situazione di artigiani e operai specializzati del legno, del tessile e dell’abbigliamento: la flessione è stata di oltre 109 mila unità (-23,9%). Infine, a seguito dei tagli avvenuti in questi ultimi anni anche nel pubblico impiego, gli insegnanti delle scuole secondarie e post-secondarie e le forze di polizia di stato, i vigili urbani e i vigili del fuoco hanno subito una contrazione molto preoccupante: i primi sono diminuiti di quasi 101 mila unità (-19,5%), i secondi di oltre 97 mila (-23,9%).

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