Istat: dati sulla cultura poco incoraggianti, ma in ripresa rispetto agli anni precedenti

Chiara Puccioni

11 Gennaio 2016 - 13:36

Secondo l’Istat il 20% circa degli italiani nell’ultimo anno non ha letto neanche un libro nè visitato un museo. Tuttavia i dati sono in miglioramento rispetto al 2013 e il governo vuole includere maggiori investimenti in cultura nella legge di stabilità 2016

Istat: dati sulla cultura poco incoraggianti, ma in ripresa rispetto agli anni precedenti

Pochi giorni fa l’Istat ha pubblicato l’ultimo annuario statistico, di cui una rilevazione in ambito cultura ha sollevato un polverone su diversi media italiani: secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il 18,5 degli intervistati nell’ultimo anno non ha letto un libro, non ha visitato un museo o una mostra o un sito archeologico e non è andata al cinema, al teatro o ad assistere ad un concerto. Un italiano su 5 ha praticamente una vita culturale inesistente, in particolare al sud, dove questo dato diventa il 28,2%, ovvero quasi un residente su 3. Il che però vuol dire anche che, leggendo bene la statistica, circa l’80% degli italiani porta avanti una qualche forma di attività culturale. Analizzando bene i dati il quadro non è comunque incoraggiante: il 68% circa della popolazione non ha visitato musei, il 34% non ha mai sfogliato un quotidiano mentre il 60% circa non ha mai letto un libro. Ancora di più se si guardano i dati relativi ai giovani nel sud del paese, come sottolinea il nuovo rapporto di Save the Children “Illuminiamo il Futuro 2030 - Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa”. Secondo il rapporto, tra i minori di età compresa tra i 6 e i 17 anni, i 48% circa non ha letto neanche un libro nell’anno precedente, il 70% circa non ha visitato un sito archeologico e il 55% circa un museo. Ancora più impressionante ed allarmante il dato relativo all’attività sportiva: 45,5% non ha svolto alcuna attività di questo tipo.

Sicuramente in altri paesi europei il quadro è più roseo. In Germania e nel Regno Unito circa l’80% della popolazione ha letto un libro nell’ultimo anno, con la Francia molto vicino nella statistica. E lo stesso vale per la spesa per la cultura e la quota del PIL dedicata al settore, che in questi paesi è circa il doppio di quella Italiana.
In effetti è da anni che si parla degli scarsi investimenti che l’Italia indirizza nel settore cultura. Il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica della Presidenza del Consiglio era giunto alla stessa conclusione già nel 2014, analizzando le spese in cultura dell’Italia nel periodo 2000-2011, da cui l’Italia risultava l’ultima in Europa per gli investimenti in cultura e arte, investendo nel 2011 solamente lo 0,6% del PIL.

Tuttavia, le notizie non sono solo negative. Secondo l’Istat, infatti, il 2014 e il 2015 hanno registrato un aumento nella partecipazione culturale, in particolare in quegli ambiti maggiormente bistrattati come i musei o i siti archeologici. Le visite agli istituti museali statali sono aumentate dal 2013 al 2014 del 6,7%. I giovani, soprattutto quelli tra i 18 e 19 anni, risultano essere i maggiori fruitori di attività culturale nel tempo libero. Inoltre, nel 2015 è comunque diminuita la percentuale della popolazione che non svolge alcun tipo di attività culturale e nel 2014 è aumentata la spesa destinata dalle famiglie alla cultura, rispetto al 2013. E’ doveroso ricordare poi che il governo sta cercando, in maniera più o meno efficace, di mettere in campo maggiori finanziamenti alla cultura con la legge di stabilità 2016: assunzione di circa 500 nuovi funzionari, agevolazioni fiscali, finanziamenti ai musei, agli istituti del Mibact, al Fondo per la tutela dei beni.

L’Italia si sa, nonostante il suo vastissimo patrimonio storico-culturale, ha perso moltissime posizioni in questo settore rispetto ad altri paesi simili per livello di sviluppo e sta sprecando quella che potrebbe essere la sua principale risorsa; tuttavia forse qualche timido segnale di ripresa si profila all’orizzonte.

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