Investire all’estero: 3 strumenti per il calcolo del rischio di un Paese

Flavia Provenzani

15 Marzo 2015 - 17:49

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Non è facile investire all’estero per mancanza di esperienza, di familiarità con il Paese straniero e la quantità eccessiva di informazioni: ecco 3 strumenti per aiutarti a valutare più facilmente il rischio sovrano prima di investire all’estero.

Investire all’estero: 3 strumenti per il calcolo del rischio di un Paese

Per molti investitori, investire all’estero - quindi a livello internazionale - è un modo interessante per diversificare il proprio portafoglio e avere un maggiore ritorno sull’investimento (ROI).

Allo stesso tempo, però, molti trovano difficile investire all’estero a causa della mancanza di esperienza, di familiarità con il Paese straniero e alla quantità eccessiva di informazioni da analizzare.

Per alleviare alcune di queste difficoltà, vediamo 3 strumenti per aiutarvi a valutare più facilmente il grado di rischio sugli indicatori fondamentali di un Paese.

Come si misura il rischio d’investimento di un Paese
Analizzare i fattori del rischio sovrano è vantaggioso sia per gli investitori azionari che obbligazionari, ma forse è direttamente più utile agli investitori obbligazionari.

Quando si investe in azioni di società specifiche all’interno di un Paese straniero, un’analisi del rischio sovrano del Paese può aiutare nella creazione di un quadro macroeconomico coerente del contesto operativo, ma la maggior parte della ricerca e delle analisi dovrebbe essere eseguita a livello aziendale.

D’altra parte, se si sta investendo direttamente in titoli di stato, la valutazione della condizione economica e della forza del Paese può essere un buon modo per valutare il potenziale sull’investimento in obbligazioni.

Dopotutto, la forza sottostante di un titolo di stato è strettamente legata al Paese stesso e alla sua capacità di crescere e generare entrate.

Spesso, il metodo più comune utilizzato dagli investitori, con il poco tempo e le scarse risorse che non permettono loro di fare delle analisi approfondite, è di affidarsi a esperti che passano tutto il loro tempo ad effettuare questo tipo di analisi.

Calcolare i rapporti tra debito e servizio del debito, il rapporto import/export, le variazioni dell’offerta di moneta e tutti gli altri aspetti fondamentali di un Paese, e tentare di inserirli tutti in un quadro generale richiede un impegno significativo se si decide di farlo da soli.

Pertanto, si raccomanda invece di focalizzarsi su una serie di strumenti di facile comprensione.
Utilizzare questi strumenti - analizzando il potenziale rischio di investimento in un Paese - permette di prestare maggiore attenzione sugli investimenti in sé.

1 - Strumento per il calcolo del rischio sovrano: l’Euromoney Country Risk (ECR)
Il primo strumento che può essere utilizzato per valutare il rischio di un Paese, sia economico che politico, è l’indagine Risk Country Euromoney.
L’ECR copre 186 Paesi e fornisce un quadro generale del rischio di investimento di un Paese. Il voto è dato su una scala di 100 punti, con un punteggio di 100 che rappresenta un rischio praticamente pari a zero.

In generale, il calcolo della classifica ECR è diviso per due fattori - qualitativi (per il 70%) e quantitativi (per il 30%). I fattori qualitativi derivano dalla valutazione degli esperti sul rischio politico, la struttura e la performance economica del Paese.

I fattori quantitativi si basano sugli indicatori di debito, l’accesso ai mercati di capitali e il rating.

Le valutazioni per i fattori qualitativi e quantitativi sono disponibili separatamente, quindi se si crede che la loro influenza si discosti dal rapporto 70/30, è possibile regolarla manualmente da soli.

2 - Strumento per il calcolo del rischio sovrano: l’Economist Intelligence Unit (EIU)
Un altra fonte di informazioni è l’ Economist Intelligence Unit (EIU). L’EIU è una divisione di ricerca de The Economist e una delle migliori indagini offerte è il Country Risk Service.
Queste valutazioni coprono oltre 100 Paesi, con particolare attenzione ai mercati emergenti e fortemente indebitati.

La valutazione analizza fattori simili a quelli del rating dell’ECR, come il rischio economico e politico, e fornisce un punteggio su una scala di 100 punti; tuttavia, a differenza dell’ECR, i punteggi più elevati indicano un livello di rischio più elevato.

Un vantaggio dei rating sull’EIU è che sono aggiornati su base mensile, in modo che i trend possano essere colti molto prima di altri strumenti aggiornati meno frequentemente. Inoltre, l’EIU offre agli investitori più analisi e fornisce una prospettiva per il Paese anche con previsioni a due anni per diverse variabili chiave.

Quindi, se si vuole conoscere il trend di determinato Paese è guidato per il prossimo futuro, questo potrebbe rivelarsi uno strumento utile.
Di seguito è riportato un esempio dei rating EIU di alcuni Paesi ad alto rischio nei primi mesi del 2011.

3 - Strumento per il calcolo del rischio sovrano: il Country Credit Survey
Il terzo strumento, il Country Credit Survey, è un servizio di valutazione basato su un sondaggio di economisti e analisti di alto livello presso le grandi banche internazionali. L’unicità di questo approccio è interessante perché prende in considerazione le opinioni degli individui provenienti da aziende internazionali d’investimento che forniscono capitale al Paese in esame.

In un certo senso, questo aggiunge un grado di credibilità dei rating in quanto le principali banche internazionali in genere elaborano un’analisi significativa prima di esporsi all’interno di alcuni Paesi.

Simile ai precedenti strumenti, questa valutazione si basa su una scala da 0 a 100, con 100 che indica il rischio nullo e 0 una certezza di default.

Per gli investitori che hanno poco tempo e risorse limitate, ma vogliono diversificare il proprio portafoglio a livello internazionale, questi strumenti possono essere di grande aiuto per creare un breve elenco dei Paesi in cui è consigliabile investire.

Ogni metodo ha i suoi punti di forza e di debolezza, e potrebbe essere ottimale utilizzare una combinazione o tutte queste fonti di dati per conoscere esattamente il grado di rischio di un Paese.

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