Invalsi 2013, continua la polemica: analisi sui pro e contro

Daniele Sforza

10 Maggio 2013 - 13:56

Invalsi 2013, continua la polemica: analisi sui pro e contro

Test con la crocetta: perfino Moni Ovadia li ha criticati. Si può valutare il merito in base a una semplice crocetta? Si possono costringere i ragazzi a sottoporsi a test stressanti? Eppure i test Invalsi 2013 si sono svolti più o meno in tranquillità.
Ma perché i testi Invalsi fanno così discutere? Quali sono i pro così tanto difesi dai sostenitori e dagli strateghi dell’Invalsi e quali i contro portati avanti dai Cobas (che hanno scioperato per protesta) e anche da numerose famiglie?
Un’analisi in questo senso non può che emergere da due visioni contrapposte.

Test Invalsi 2013: pro

In una lettera all’Huffington Post, la preside Anna Maria De Luca ha così difeso i test Invalsi:

“Qualche giorno fa ho mandato in tutte le classi la lettera che il Commissario Invalsi ha rivolto agli studenti coinvolti nelle prove. Una lettera semplice, informale, che spiega bene di cosa si tratta. In particolare, risponde a due domande molto semplici: “a cosa e a chi servono i test?” e “perché sono importanti”.

Sul fine di questi test, la De Luca recita:

“Servono per monitorare il Sistema nazionale d’Istruzione e confrontarlo con le altre realtà comunitarie ed europee. In particolare servono a ogni studente perché è un diritto conoscere il livello di competenze raggiunto; servono alle singole scuole per auto-analizzarsi e mettere a punto eventuali strategie di miglioramento; servono al Ministero per operare investimenti e scelte politiche”.

Leggendo le parole della De Luca si evince così che il meccanismo dei test Invalsi non si prepone di giudicare un singolo studente, ma un intero sistema: “Meno interferenze soggettive ci sono, meglio è”, chiosa la De Luca, pur auspicando in conclusione un possibile miglioramento dei test per i prossimi anni.

Test Invalsi: contro

Diversa l’opinione di Silvia Pasqua, rappresentante dei genitori nel Consiglio di Circolo della scuola elementare Baricco di Torino, il cui parere contrario è stato pubblicato dal Fatto Quotidiano:

“Premetto che sono favorevole a introdurre un sistema di valutazione nella scuola. Il problema è però che cosa si valuta e a quale scopo. Un test come l’Invalsi dovrebbe consentire di misurare i livelli di apprendimento e le competenze acquisite dai bambini e lo scopo dovrebbe essere quello di individuare le scuole che necessitano di interventi specifici e risorse per migliorare la didattica e superare le difficoltà che possono derivare da molteplici fattori”.

Ma la disanima volge verso una direzione diversa secondo la Pasqua:

“Nella deriva aziendalista di cui è vittima tutto il sistema dell’istruzione pubblica del nostro Paese, il test Invalsi rischia di diventare un sistema punitivo per chi va male (insegnanti, scuole) e (forse) premiante per chi va bene, aumentando di fatto le disuguaglianze”.

Così la polemica si incaglia sulla metodologia del test, visto che il risultato ottenuto da una classe non può essere confrontato con quello di un’altra, a causa dei diversi motivi che possono essere riscontrati in seguito ai risultati, e a causa della possibile “sciocca gara tra insegnanti” che potrebbe venire a verificarsi.

Due punti di vista, due opinioni diversi su uno dei temi più discussi attualmente e affrontati da due importantissime testate giornalistiche. E voi da che parte state?

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