Un po’ a sorpresa la Reserve Bank of India, ovvero la Banca Centrale indiana, ha deciso di alzare i tassi di interesse al 7,5%, aumentando così il costo del denaro di un quarto di punto. E’ la prima stretta monetaria dal 2011. La mossa della RBI ha sorpreso non poco il mercato, considerando che le attese degli analisti finanziari erano per una conferma dei tassi di riferimento al 7,25%. L’istituto monetario di New Delhi ha poi ridotto il marginal standing facility al 9,5% dal 10,25% con effetto immediato sui mercati.
Sul forex riprende fiato la rupia indiana, che a inizio mese aveva toccato i minimi storici sul dollaro americano. Il tasso di cambio USD-INR quota al momento a 62,07, con una perdita giornaliera provvisoria che tocca lo 0,12%. A inizio settembre era stato toccato il record storico di 69,225. In meno di tre settimane la rupia è riuscita a recuperare più dell’11% del proprio valore, grazie anche al rinvio del tapering. L’aumento dei tassi serve per dare maggiore stabilità alla moneta locale, mentre l’economia è ormai in stagflazione.
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