Incentivi auto 2014: Spagna, Regno Unito sugli scudi con le vetture ecologiche

Tradeinfo72

18 Febbraio 2014 - 12:19

Per il mercato europeo dell’auto c’è piena luce in fondo al tunnel. Ma i Paesi con i maggiori aumenti delle immatricolazioni sono quelli dove ci sono gli incentivi.

Incentivi auto 2014: Spagna, Regno Unito sugli scudi con le vetture ecologiche

Per il mercato europeo dell’auto, Italia compresa, c’è piena luce in fondo al tunnel. Nello scorso mese di gennaio del 2014, infatti, in Italia le immatricolazioni, in accordo con i dati che sono stati resi noti dall’Acea, hanno fatto registrare un nuovo incremento, il quinto mensile consecutivo.

Mercato auto Italia

Ed ora secondo l’Unrae, l’Unione delle case estere che operano in Italia, la tendenza dopo una lunga fase di depressione potrebbe essere confermata in Italia qualora ci sarà la tanto attesa stabilità politica, con la formazione del Governo Renzi, che di norma agevola la propensione ai consumi delle famiglie con particolare riferimento all’acquisto di beni durevoli.

Mercato auto Germania e Regno Unito

Per quel che riguarda le principali piazze europee, in Germania a gennaio del 2014 il mercato, con un +7,2%, ha confermato la fase di ripresa mentre nel Regno Unito, con un +7,6%, siamo arrivati alla 23esima crescita consecutiva alimentata dalle campagne statali per promuovere l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale, e dagli investimenti in innovazione che sono stati programmati e realizzati da parte delle principali major dell’auto.

Mercato auto Spagna

Luce verde pure in Spagna, nello scorso mese di gennaio del 2014, con un aumento delle immatricolazioni del 7,6% che porta a cinque i mesi consecutivi di crescita grazie anche al varo di un nuovo piano di incentivi.

Mercato auto Francia

Modesto, con appena lo 0,5%, è stato invece l’aumento delle immatricolazioni in Francia a fronte di previsioni per l’intero 2014 che sono caratterizzate da una crescita marginale. Sebbene i principali indicatori economici in Francia siano in miglioramento, infatti, la propensione agli acquisti di beni durevoli da parte delle famiglie e delle imprese potrebbe essere frenata dalle restrizioni attualmente presenti a livello fiscale, e dalla disoccupazione che si mantiene ancora su livelli alti.

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