Importo massimo bonifico: limiti previsti dalla legge e dalle singole banche

Simone Micocci

14/01/2022

14/01/2022 - 16:26

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Esiste un importo massimo per il bonifico? Sì, ma sono le banche - e non la legge - ad imporre dei limiti.

Importo massimo bonifico: limiti previsti dalla legge e dalle singole banche

Spesso ci si chiede se per i pagamenti con bonifico esiste un importo massimo, un limite al pari di quanto previsto per lo scambio di contanti, per il quale dal 1° gennaio 2022 non si può andare oltre i 1.000,00€.

In realtà c’è una netta differenza tra queste due modalità di scambio di denaro: ovviamente il pagamento in contanti non riesce a essere tracciato dallo Stato e quindi è semplice utilizzare questo sistema per eludere il passaggio di soldi da una persona all’altra, indipendentemente da quello che è il motivo della transazione. Per quanto riguarda i bonifici, invece, questi sono a tutti gli effetti dei pagamenti tracciabili, quindi qualsiasi sia l’importo è impossibile nascondere la transazione dagli occhi del Fisco.

Da parte dello Stato, quindi, non c’è motivo di fissare un importo massimo per il bonifico: diverso è il discorso per le banche, molte delle quali - per motivi che vi spiegheremo meglio di seguito - hanno fissato una soglia limite giornaliera.

Importo massimo per bonifici: quali limiti previsti dalla legge

Come anticipato non esiste una legge che impone un importo limite per i pagamenti con bonifico. D’altronde, essendo uno strumento che consente la tracciabilità del documento, mettendo dunque al sicuro le parti da eventuali contestazioni del Fisco, non c’è motivo per porre una soglia massima.

Ovviamente, trattandosi di un pagamento tracciabile, dovete sapere che l’Agenzia delle Entrate potrà anche valutarne i contenuti. Questa, infatti, potrà verificare la transazione facendo l’accesso al cosiddetto “Archivio dei rapporti finanziari”, ossia quella sezione dell’Anagrafe tributaria dove vengono riportate questo tipo d’informazioni. Ad esempio, a seconda della natura dello scambio, indicata nella causale, l’Agenzia delle Entrate potrà verificare che l’importo percepito, con un controllo quindi in capo al beneficiario della somma, sia stato indicato in dichiarazione dei redditi. In caso contrario, invece, sarà necessario - sempre che sia il Fisco a richiederlo a seguito di un accertamento - dimostrare che lo scambio di denaro in oggetto non era soggetto a tassazione.

Tuttavia, questo vale solamente quando lo scambio di denaro avviene all’interno dell’area SEPA, acronimo di “Single Euro Payments Area”, ossia quell’area che include i seguenti Paesi:

  • i 19 Paesi della UE che utilizzano l‘euro, quali: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna;
  • i 9 Paesi della UE che utilizzano una valuta diversa dall’euro sul territorio nazionale ma effettuano comunque pagamenti in euro, ossia: Regno Unito, Svezia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia;
  • gli 8 Paesi non UE che effettuano pagamenti in euro e hanno adottato gli schemi di pagamento SEPA, ossia: San Marino, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Principato di Monaco, Principato di Andorra e la Città del Vaticano.

Quando anche una sola delle parti, destinatario o mittente del bonifico, non fa parte dell’area SEPA, si applicano invece dei limiti d’importo. Nel dettaglio, il bonifico dovrà essere eseguito nel rispetto delle seguenti regole:

  • bonifico da conto italiano a conto estero (non area SEPA) con importo superiore ai 12.500,00€: bisogna compilare, contestualmente alla transazione, la Comunicazione valutaria statistica (CVS);
  • bonifico da conto estero (non area SEPA) a conto italiano con importo superiore ai 15.000,00€: bisogna effettuare la segnalazione all’Agenzia delle Entrate.

Quanto appena detto, tuttavia, non esclude a priori che ci possa essere una soglia limite per i bonifici anche quando effettuati in Italia. Semplicemente sappiamo che non ci sono limiti di natura pubblicistica, ossia imposti dalla Legge; potrebbe essere tuttavia che ci siano delle imposizioni differenti da parte della banca.

Importo limite per bonifici: cosa prevedono le banche

Semmai dovesse esserci un limite per l’importo di uno o più bonifici, dunque, questo sarebbe di natura contrattuale: è la banca, infatti, a imporre una determinata soglia al correntista.

Per quale motivo? Semplicemente per evitare che in caso di frodi informatiche il danno possa essere troppo elevato visto che comunque sarebbe compito della banca rimborsare il correntista. Insomma, un importo massimo previsto per “limitare i danni”.

Ad esempio, sul sito di Unicredit si legge di un limite per il bonifico istantaneo di 15.000€, così come BNL, mentre banca Credem prevede un “limite massimo giornaliero cumulativo di 25.000€ per bonifici Italia”. Anche banca Mediolanum prevede un limite, di 100.000€ in ingresso e di 15.000€ in uscita. Banca Sanpaolo, invece, prevede un limite di 25.000€ giornalieri e fino a 50.000€ mensili, mentre Poste Italiane fissa un limite per il bonifico SEPA istantaneo di 5.000€ giornalieri per un massimo di due operazioni giornaliere. Di recente è invece cambiato il limite per Banca Sella, passato da 15.000€ a 100.000€.

Detto questo, quando avete bisogno di effettuare un bonifico d’importo particolarmente elevato, già sopra i 10.000€ ad esempio, vi conviene sempre prima consultare le policy del vostro istituto di credito, così da verificare se ci sono impedimenti a riguardo.

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