In quasi tutta l’America Latina, Febbraio significa carnevale e carnevale significa costumi e balli per le strade. Il Venezuela non fa eccezione, salvo per il fatto che carnevale significa anche una svalutazione della moneta altamente possibile. Dal 1983, il paese ha subito 10 massicce svalutazioni. Sette sono state annunciate durante le vacanze di carnevale. È successo di nuovo la settimana scorsa, quando il governo ha annunciato una svalutazione di oltre il 30% nei confronti del dollaro. Ciò significa che, durante la presidenza di Hugo Chávez, il bolivar è stato svalutato del 992%.
La misura non riuscirà a correggere i profondi squilibri macroeconomici del paese. Prima della svalutazione di carnevale, un hamburger al McDonald costa $12, un chilo di pollo $13 e una Volkswagen Golf $45.000. L’acquisto di una macchina, anche a quei prezzi esorbitanti, è molto difficile. Le carenze sono comuni per molti alimenti base: riso, olio, farina, latte, medicinali, carta igienica e automobili. Anche potenziali acquirenti con i soldi in mano devono iscriversi a lunghe liste d’attesa.
Una volta che ci riescono, tuttavia, diventano beneficiari di un’altra enorme distorsione, questa volta in direzione opposta. A 12 centesimi al gallone, i venezuelani possono riempire i serbatoi con la benzina più economica al mondo, grazie ad un sussidio che costa 21 miliardi di miliardi di dollari all’anno, o il 7% del prodotto interno lordo.
Svalutazione in tempi sbagliati
La svalutazione è stato un forte promemoria del fatto che, prima o poi, le leggi economiche della gravità finiscono con la determinazione di calcoli politici. Raramente vi è un buon momento politico per svalutare, ma in questo modo, mentre Chavez è così malato che non è riuscito neanche a presentarsi alla sua inaugurazione, e non è stato visto o sentito in pubblico per più di due mesi, questa deve essere una delle peggiori svalutazioni "mal cronometrate" di tutta la storia.
Eppure, è successo. L’imperativo di svalutazione è stata determinato da una combinazione di cattive politiche e necrofilia ideologica: l’amore per idee che dovrebbero essere già morte da tempo, e che sono state già provate prima con conseguenze disastrose.
Si consideri il retaggio della svalutazione del bolivar da quando Chavez è salito al potere nel 1999. Il credito facile e la spesa pubblica hanno alimentato la domanda, mentre i controlli statali hanno soffocato l’offerta. Solo nel 2012, l’offerta di moneta si è ampliata del 62%, mentre la spesa pubblica è cresciuta del 52%. Nel frattempo, i controlli sui prezzi, le importazioni, i cambi e i tassi di interesse hanno assicurato che l’offerta crollasse dietro la domanda. Il risultato è stato uno dei più alti tassi di inflazione al mondo, attualmente oltre il 20% e destinato a salire ancora.
Capacità di esportazione?
Il fanatismo ideologico e il brutto vizio di prendere le aziende private e metterle nelle mani di attivisti politici incapaci o corrotti ha distrutto anche quel poco che era rimasto della capacità di esportazione del paese. Dei 100 miliardi di dollari di esportazioni venezuelane all’anno, solo il 3% è rappresentato da prodotti non petroliferi e la maggior parte di questi vengono da altre società statali. Ecco perché questa svalutazione non incrementarà le esportazioni. Anche con un tasso di cambio più competitivo, non esiste praticamente più alcuna capacità di esportazione.
Prospettive future
Quali prospettive attendono allora questo paese a lungo martoriato? Nuove turbolenze economiche andranno ad alimentare tensioni sociali e conflitti politici. La maggior parte degli osservatori informati dubita che il signor Chávez sarà in grado di governare di nuovo. Mentre rimane ancora poco chiaro il processo attraverso il quale il suo successore verrà selezionato, il nome del prossimo leader venezuelano è già noto: Nicolas Maduro, il vice-presidente ed erede consacrato dal signor Chávez nella sua ultima apparizione televisiva, nel mese di Dicembre. Ma il signor Maduro dovrà fare i conti con la più drastica diminuzione del tenore di vita e i più duri vincoli economici che il paese ha subito negli ultimi decenni.
Il sign. Maduro ei suoi alleati hanno già aumentato la retorica polarizzante che è servita così bene a Chavez. Le carenze ci sono per colpa degli speculatori del settore privato e l’instabilità è alimentata dall’opposizione antipatriottica in combutta con i nemici stranieri, dicono. Sono da aspettarsi altri espropri, controlli più severi e una repressione più aggressiva delle voci d’opposizione. Ma la repressione e le diatribe potrebbero non essere sufficienti per conservare il sostegno popolare, se non sono immersi in una massiccia spesa pubblica. E al signor Maduro mancherà non solo il carisma di Chavez, ma anche i suoi soldi.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times |
© RIPRODUZIONE RISERVATA